Cargo bike, salvaci tu!
Attraversare il centro storico di Bolzano a piedi o in bici, durante il giorno, è sempre più un'impresa. Il rischio, soprattutto in alcuni nodi nevralgici come piazza Municipio o via dei Francescani, è di essere investiti da uno dei numerosissimi furgoni che riforniscono a ogni ora le attività commerciali e di ristorazione dell'Altstadt. Un problema che si protrae da molti anni, ed esploso con la pandemia. Ne sa qualcosa l'assessora comunale al commercio e turismo Johanna Ramoser (SVP). “Il problema si pone da vent'anni – conferma – anche per minime consegne, vi sono fornitori che entrano in centro storico con grossi camion durante tutta la giornata. È fastidioso e pericoloso per cittadini e turisti”.
Di qui la “forte richiesta” di intervenire da parte dell'Unione commercio, degli albergatori e degli esercenti, soprattutto chi ha tavoli esterni. E la soluzione trovata è “un passo in avanti”: limitare le consegne entro una fascia oraria – estesa di una mezz'ora – consentendo poi l'ingresso esclusivamente tramite cargo bike. “Abbiamo anche predisposto l'installazione di parcheggi con colonnine elettriche nel parcheggio di Bolzano Centro. L'obiettivo è avere il centro storico libero al pomeriggio” spiega l'assessora della Volkspartei, secondo cui “autorizzazioni vecchie vanno riviste e razionalizzate. Ci siamo confrontati con tutte le associazioni, comprese quelle con autotrasportatori come CNA e LVH, e sono concordi. Le abbiamo convocate per non imporre alcuna decisione”.
Sta lavorando in sinergia con Ramoser anche l'assessore alla mobilità Stefano Fattor (PD): “L'assessora mi ha chiesto di dare una mano perché le lamentele sono trasversali” conferma Fattor, che affronta il tema dal punto di vista viabilistico: “L'ordinanza è già stata scritta, sentendo anche le esigenze delle grandi catene. Tutti devono fare un passo indietro, se si vuole portare mezz'ora in avanti l'ora di carico e scarico, e far entrare le merci dalle 10.30 in poi solo via cargo bike”. Si tratta di azzerare le deroghe, attraverso un'applicazione che consenta alla polizia municipale di monitorare i permessi, e di installare una cartellonistica elettronica che aggiorni gli autotrasportatori, i quali a loro volta devono acquistare i velocipedi elettrici. Ci saranno "10-15 piazzole per i cargo-bike e i furgoni che devono caricare su di esse le merci", annuncia l'assessore dei democratici.
Vanno azzerate le 7000 deroghe
Ma come si è arrivati a questo? “Le parti le incontriamo già da marzo – racconta Fattor – perché sono stati autotrasportatori e Unione Commercio a porre il problema all'inizio dicendo 'non se ne può più, è tutto pieno'. Un problema storico esploso con il moltiplicarsi delle consegne a domicilio e la domanda di commercio online: ogni pomeriggio vi sono tremila consegne di Amazon (e simili) a residenti e negozianti del centro”. Queste si aggiungono alle 7mila deroghe concesse ai permessi – permessi che limiterebbero le consegne dalle 6:30 alle 10 del mattino – “per commercio online, artigiani, cantieri, farmacie, servizi pubblici...”. Nel corso degli anni la disponibilità oraria è stata ampliata, dalle 10 alle 11 per chi possiede mezzi a metano, “solo che tutti ormai hanno furgoni a metano e c'è un gran affollamento. Cui va aggiunta la finestra di un'ora pure al pomeriggio, il raddoppio dei plateatici (che ha salvato la ristorazione ma ha creato un ulteriore intasamento), l'arrivo dei monopattini elettrici... il risultato è il caos”.
“Ci siamo confrontati per mesi con le categorie economiche e gli autotrasportatori. Il Comune era disponibile ad attrezzare una piattaforma logistica – ricorda l'esponente del PD – ma ora la soluzione preferita dai nostri interlocutori è che ognuno acquisti la sua cargo bike per entrare coi velocipedi elettrici al pomeriggio. Sebbene il 60% dell'approvvigionamento merci sia legato alle grandi catene e quindi non controllato dalle filiali locali: arriva la merce senza che si conosca il contenuto e ci sono dei resi pomeridiani con volumi notevoli e azzerando i magazzini” sottolinea Fattor, che aggiunge: “Cerchiamo però di non fare macelleria sociale. Non basta firmare un'ordinanza e chiudere tutto. Poi pure i negozi chiudono. Occorre sostenibilità ambientale ma anche sociale”.
Parte della soluzione
Parte della soluzione potrebbe essere l'organizzazione di punti di servizio comodi da raggiungere sia per i camion delle consegne sia per i cittadini, com ampi orari di apertura, per il ritiro o la consegna di pacchi. Cosi' non si sarebbe obbligati ad aspettare prigionieri in casa finche' la consegna non arriva. I punti di servizio potrebbero essere di utilita' anche per ritiro raccomandate, per stampe (c'e' chi non ha la stampante a casa), pagamenti online (per chi non usufruisce dei servizi relativi e usa raramente la carta di credito) ecc.