Thank you, Angela. Anzi, “Danke schön!". Il fine settimana appena passato è stato attraversato dal vocione simpatico e molto americano di Barack Obama, ex presidente degli Stati Uniti, che ha rivolto un videomessaggio ad Angela Merkel.
I due si conoscono bene, si sono incontrati spesso negli anni in cui hanno governato le due nazioni più multi-kulti del nostro Occidente: la Germania e gli Stati Uniti d’America. Entrambi non sono propriamente nati con la strada in discesa perché provenire dalla ex DDR o avere la pelle nera non ha certo reso la vita facile ai due ragazzi destinati a diventare protagonisti della scena politica mondiale. E proprio negli anni in cui la Russia si trasformava e la Cina cresceva a dismisura.
Ma qui non ci interessa ripercorrere gli anni, certo non facili, di due leader politici con tante luci ma anche qualche contraddizione nei loro comportamenti pubblici.
Badiamo al sodo, come ha consigliato a chi scrive un suo giovane collega che la sa lunga.
E il sodo è che, secondo il 44esimo presidente statunitense “si possono contare pochissimi leader politici che mettano i loro princìpi al di sopra di qualsiasi ristretta definizione di interesse personale". E che, messaggio sempre rivolto a Merkel, il popolo tedesco e il mondo intero hanno "un debito di gratitudine" nei confronti della cancelliera per quanto ha fatto in così tanti anni.
Ma nel giro di meno di sessant’anni, per ben due volte, abbiamo ascoltato frasi in tedesco con l’accento statunitense. Stai a vedere che anche questo, a suo modo, è bilinguismo. Così, giusto per ricordarci che il nostro bilinguismo in Sudtirolo non è l’unico
"Ora – conclude Barack Obama nel suo messaggio ad Angela Merkel - ti aspettano molti altri anni produttivi con il tuo amato marito. A nome del popolo americano, dei leader tuoi colleghi per così tanti anni, di Michelle e delle mie figlie, voglio ringraziarti per la tua amicizia, la tua leadership e soprattutto per la tua fedeltà ai valori universali che hai abbracciato da giovane nella Germania dell'Est”.
Dopo lo storico “Ich bin ein Berliner” pronunciato il 26 giugno 1963 a Berlino Ovest dal presidente statunitense John F. Kennedy (allora la Germania era divisa in due e Berlino era un’enclave occidentale “immersa” nella Ddr) ora un suo successore dice, pubblicamente, ad Angela Merkel “Danke schön!".
La Storia non si ripete mai, salvo nella testa di qualche insegnante di liceo che deliri di essere anche uno storico. Ma nel giro di meno di sessant’anni, per ben due volte, abbiamo ascoltato frasi in tedesco con l’accento statunitense.
Stai a vedere che anche questo, a suo modo, è bilinguismo. Così, giusto per ricordarci che il nostro bilinguismo in Sudtirolo non è l’unico. E che, ogni tanto, è bene andare a vedere oltre il nostro orizzonte e il nostro ombelico. A costo di soffrire (un po’) persino di vertigini.