Il 18 settembre c'è stata la quindicesima edizione della Mendola senz'auto. Come sempre un successo. Migliaia di ciclisti, podisti, gente in monopattino. Il problema inizia al ritorno, verso valle. Nel tratto di ciclabile tra Appiano e il ponte giallo sull'Adige. Soprattutto dopo Frangarto, dove la ciclopista si fa pericolosa per serpentine e pendenza. Lì si incrociano mandrie di turisti allo sbando, bolidi spinti da batteria, cicloamatori in picchiata assurda, pedoni, carrozzine. A traffico quintuplicato rispetto a dieci anni fa, la sede stradale è assolutamente insufficiente. Ho assistito personalmente a una decina di incidenti. Prima che sia troppo tardi proporrei:
a) l'allargamento della sede stradale (per molti tratti non sarebbe un problema, per esempio nei tunnel; in altri difficile, ad esempio tra le case di Frangarto).
b) un semaforo che regoli il traffico, ad esempio 30 minuti rosso per chi sale e poi 30 minuti rosso per chi scende (chi rimane intrappolato in mezzo procede spingendo il mezzo).
Durante il lockdown, poi, mezza Bolzano si riversava da quelle parti. Fino alla fontanella 100 metri a sud del ponte. Parcheggio della bici e prosecuzione a piedi, salita a sinistra, in direzione di Castel Firmiano. E poi a destra. La collina di fronte in quel periodo si è trasformata in una sorta di rifugio per giovani che, poveracci, non sapevano più dove ritrovarsi. Picnic, bivacchi, campeggi, falò. Col risultato che la vecchia discarica Pasquali si è trasferita lì. E non solo a cielo aperto.
Anche dentro il bunker 20, una delle più significative Opere del Vallo Alpino. Lastricata ormai di lattine, cocci di vetro, lastre di ferro, materassi. Forse nei pressi si potrebbero sistemare dei contenitori per lo smaltimento dei rifiuti.