Gesellschaft | Rete per la partecipazione

La partecipazione che conviene

In questo periodo molti stanno facendo i conti per vedere chi ha incassato quanto cercando di riportare un certo equilibrio. I cittadini si augurano che inizi una fase nuova, la ricerca di maggior equità, trasparenza e benessere per tutti. Ma non è sempre possibile misurare tutto in termini quantitativi. C’è un bene che sta crescendo, che si sta facendo strada, che spesso non si percepisce perché non è sempre misurabile, ma che ha un valore perché stimola le persone a mettersi insieme, a trovare un consenso, ad avviare iniziative per il bene comune, spesso anche a risparmiare: è la partecipazione.
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Che la partecipazione convenga a tutti ne sono convinte non solo singole persone, ma anche diverse organizzazioni, che da alcuni anni si confrontano sulla partecipazione e la promuovono in diverse forme e a vari livelli. La Rete per la partecipazione, che ha sede presso il Südtiroler Bildungszentrum, offre questa opportunità di dialogo e di collaborazione alle realtà che vogliono pensare in modo condiviso e fare qualcosa di concreto insieme: dalla Fondazione Ilse Waldthaler che ogni due anni assegna un premio per il coraggio civile e la responsabilità sociale all’associazione La Vispa Teresa che promuove lo sviluppo di comunità a Bolzano, da Manifest 2019 che si confronta intorno alla necessità di passare dal semplice convivere al collaborare attivo, alla Fondazione Vital impegnata sul territorio con il progetto “Comuni sani”, dal Centro per la pace all’Iniziativa per più democrazia, da Chiron che ha contribuito alla realizzazione di “Cultura socialis” e sostiene i Comuni in diversi processi, alle cooperative Politis, blufink, Sophia,  Demos 2.0

Una rete molto variegata ma che ha in comune la voglia di dare il proprio contributo, proponendo nuovi paradigmi, più orientati all’intelligenza collettiva che a quella singola. E sì, perché creare le basi per la partecipazione vuol dire avviare un processo orientato al consenso, al di là degli schieramenti di minoranza o maggioranza, vuol dire creare una base di fiducia, di dialogo e di apertura alle quali forse non siamo ancora abituati.

E’ su questo terreno che i semi possono portare frutti. I cittadini e gli amministratori che vogliono cambiare la loro realtà facendo partecipi tutti si impegnano anche a fare in modo che questi strumenti partecipativi vengano scritti nelle leggi, a livello comunale o provinciale. Laddove questo è avvenuto, i risultati si vedono. Più impegno civico, qualità delle relazioni tra le persone, idee che circolano per il bene di tutti, più soluzioni condivise ai problemi.

E laddove la partecipazione entra nella vita delle persone, possono nascere anche idee per far fronte alla crisi, creando per esempio cooperative di comunità che favoriscono il protagonismo dei cittadini nella gestione dei servizi a vantaggio di un territorio anche disagiato. Allora non resta che rimboccarsi le maniche…Facendo i conti, sia quelli matematici che investimenti sulle persone, si potrà giungere alla conclusione che la partecipazione conviene.