Umwelt | Mobilità

“Voglio un referendum contro l’A22!”

L’imprenditore pro-aeroporto Gostner lancia la sua provocazione: “autobus ed automobili diesel sono da mettere al bando, inquinano molto di più dell’aeroporto”.

Josef Gostner è tra i principali sponsor dell’operazione che potrebbe vedere nei prossimi mesi il subentro dei privati nella gestione dell’aeroporto di Bolzano, ’bloccato’ un anno fa dal referendum. Abbiamo quindi sentito l’imprenditore, per cercare di capire come potranno andare le cose ma anche per consentirgli di spiegare come fa a conciliare aerei e bando dei veicoli diesel ‘da terra’ nella sua concezione ambientalista radicale

salto.bz : Lei è alla testa della cordata di imprenditori che vorrebbe prendere in mano l’aeroporto di Bolzano. A che punto siete?
Josef Gostner - In realtà l’unico imprenditore promotore solo io ed ho il compito di dare lo spunto e dare un aiuto strategico. Ad essere coinvolte a pieno titolo sono poi e associazioni di rappresentanza come la HGV degli albergatori, la Camera di Commercio e l’associazione degli Industriali. Queste istituzioni sono sempre state favorevoli all’aeroporto e si candidano dunque a gestire lo scalo. E’ infatti molto importante che la struttura resti nelle mani della Provincia di modo che la politica possa prendere le decisioni cruciali in merito. Ora attendiamo che le istituzioni facciano i loro passi, nell’ottica di un affitto o un comodato per la gestione della struttura. 

L’idea allora non è quella di acquistare  ABD, ma solo di ‘gestire’ l’aeroporto.
Sì, secondo me è impossibile pensare che qualcuno acquisisca lo scalo. Se arriva qualcuno e lo compra ben venga, naturalmente, ma non penso che succederà. L’aeroporto non è un business. 

La Provincia ha però il grosso problema che non può ampliare e finanziare, a causa del referendum perso nel giugno 2016…
La Provincia non può investire soldi nella gestione e neppure nella struttura. Ma occorre ricordare che il referendum non era sulla chiusura dell’aeroporto. 

Ad investire dunque ora dovranno essere commercianti, albergatori ed industriali, se vogliono che l’aeroporto continui ad operare e magari a svilupparsi.
Da investire c’è ben poco e la gestione certo costerà sempre un po’. Vedremo.

In realtà però gli albergatori sembrano mettere un po’ le mani avanti. Dicendo che sono disposti a collaborare più nella promozione, utilizzando i loro strumenti web, che direttamente nella gestione. 
Loro sono anche un po’ politici e non possono dire esplicitamente che pagheranno le spese. Ma è nel loro interesse che l’aeroporto continui ad operare. 

Il tema del futuro dell’aeroporto entrerà giocoforza anche nella campagna elettorale per le prossime elezioni provinciali? 
Io penso che la questione si chiarirà prima. Entro i prossimi 6 mesi qualcuno l’aeroporto se lo prenderà, altrimenti resterà lì. 

Ma lei se lo aspettata che il referendum venisse perso in maniera così netta da parte dei sostenitori dell’aeroporto, Provincia compresa?
Secondo me di fatto il referendum non è stato contro l’aeroporto ma contro la politica. Poi sono stati fatti degli sbagli: alla gente della Pusteria non andava chiesto che cosa ne pensasse. Loro l’aeroporto non lo vedono e non lo sentono, quindi non aveva senso chiedere a loro di mettere soldi in questa cosa. Un contadino della Val Venosta e di Salentino se non è albergatore o un industriale magari nella sua vita non ma mai messo piede in un aeroporto. E magari non è mai andato neppure a Verona.

“Secondo me il referendum non era contro l’aeroporto ma contro la politica”

Dopo il referendum c’è stato chi ha lanciato un allarme. Dicendo: attenzione, in questo modo non è vero che abbiamo smantellato l’aeroporto, ora c’è il rischio che vada in mano a privati e che si sviluppi ancora di più rispetto a quello che voleva la Provincia. Questo ‘pericolo’ esiste?
Non è vero. I privati non prenderanno mai l’aeroporto perché lì si perdono costantemente soldi. A gestire lo scalo sarà invece in futuro quel 30% che al referendum ha votato a favore. Magari con il supporto di parte di quel 50% di altoatesini che nel giugno 2016 non si sono recati a votare. Se si pensa che solo per la Sasa investiranno 100 milioni… 4 milioni sono una cosa da ridere, in confronto. 

“Allora bisognerebbe fare il referendum per togliere gli autobus! Anzi: facciamo un referendum per togliere l’A22”

Come? Parla sul serio? Perché?
Io sono contro l’A22 perché inquina. Vorrei che sull’autostrada potessero girare solo macchine elettriche. 

Lei è un imprenditore del settore, in effetti…
Io vieterei di circolare sull’autostrada ai diesel e alle macchine che fanno rumore.

“La A22. Quella sì che è una catastrofe, altro che 5 aerei che atterrano!”

Ma è sicuro che una concezione diversa della mobilità di massa è davvero promovibile anche attraverso lo sviluppo dell’aeroporto? 
Noi quest’anno abbiamo un 8% di turisti in più in Alto Adige. La A22 è congestionata e piena, ogni giorno, con code. Grazie ai terroristi noi nei prossimi anni faremo grandi affari. Nessuno va più in vacanza in Africa del Nord e in Turchia. La gente ha paura di fare voli lunghi per via degli attentati ed allora l’aeroporto regionale bolzanino sarebbe il massimo per portare da noi turisti germanici, svizzeri e londinesi. Tutta gente che ci porterebbe quel turismo di qualità che oggi è in ascesa e porta sviluppo. 

“Grazie ai terroristi noi nei prossimi anni faremo grandi affari”

Visto che ci siamo, lei come la vede per quanto riguarda il problema cronico della viabilità nel capoluogo? Lei è più a favore del tram o del metrobus?
Alla terza soluzione: gli autobus elettrici che costano meno del tram. 

Ma come mai finora non si è investito in questo senso?
Perché è una tecnologia nuova che sta arrivando. Fino a ieri erano erano cari e lo sono tutt’ora, ma per lo meno adesso sono abbordabili. Va tenuto presente che noi in Alto Adige possiamo davvero essere sempre i primi perché ce lo possiamo permettere. D’altronde in piccole località della Svizzera come Sion già 20 anni fa giravano solo macchine elettriche e tutti gli altri mezzi non potevano entrare. 

Quindi lei è favorevole anche alle possibili limitazioni d’accesso alla città di Bolzano…
Lo fanno già in Germania, dov’è nato il diesel: vietano di entrare con i mezzi alimentati a gasolio. Lo dovrebbe fare anche Bolzano. Sviluppo oggi vuol dire puntare tutto per tutto sui veicoli elettrici. Io sono sempre un po’ un pioniere. Ma vi assicuro che entro 5 anni non vedrete più macchine diesel in nessuna città.