Nel radar della Svp
La ventilata marcia indietro sancita dal Parteiausschuss, il parlamentino della Svp, sulla linea blockfrei del partito per le elezioni politiche (fissate per il prossimo 4 marzo) che era stata annunciata di recente dall’Obmann Philipp Achammer, sembra non scoraggiare Alessandro Urzì. Il consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore, nel suo intervento in Aula nell’ambito del dibattito sul bilancio provinciale, solletica il tema delle alleanze della Volkspartei e chiede formalmente al presidente Arno Kompatscher di pronunciarsi a favore di un nuovo impegno della Svp fuori dai blocchi, “rinunciando a scelte di intesa organica con il PD che ancora una volta mortificherebbero la Comunità di lingua italiana”.
Per Urzì la linea blockfrei ha senso solo se viene di fatto applicata, sperimentata, lasciando quindi spazio alla concezione di altri modelli rispetto a quelli intrapresi finora. “È un tema tabù, che si affronta quasi sottovoce, ma dobbiamo superare queste sciocchezze”. La richiesta, va da sé, è quella di un’occasione per mostrare la mercanzia e rendere appetibile il centrodestra come potenziale partner di coalizione. E giù con gli esempi di buon governo o futuro tale come quello di Laives e Bronzolo, senza tralasciare le esperienze positive per il centrodestra a Brunico, Merano, Brennero, Postal. Esorcizzare un passato non esattamente lusinghiero in termini di consenso elettorale richiede, del resto, impegno e dedizione.
La Svp, che nei collegi dove si presenterà da sola, ovvero Merano e Bressanone, sceglierà i propri candidati tramite primarie, punta a stringere un accordo territoriale, regionale, autonomista e presumibilmente, anche su spinta del team dei parlamentari, e avrà a fianco ancora il Pd locale (l’accordo con il PATT trentino c’è già), con cui si apriranno le trattative per i collegi uninominali di Bolzano-Bassa Atesina per la Camera e il Senato. Di conseguenza manterrà un rapporto privilegiato - anche se non ufficialmente come nella scorsa legislatura - con il Partito democratico a livello nazionale. Una strategia criticata da Urzì, “il modello blockfrei prevede il superamento del pregiudizio, la Volkspartei e il centrodestra hanno vedute comuni su molti temi” e rivolgendosi direttamente a Kompatscher chiede: “Presidente, qual è l’ultima volta che si è confrontato con i programmi del centrodestra? La sua stessa relazione al bilancio 2018, nella sua ossatura perlomeno, riprende alcuni punti del centrodestra che mi trovo qui a rappresentare”. “Non è una sfida ma una proposta, Presidente - dichiara infine il consigliere -: sgombriamo il campo dagli equivoci che hanno caratterizzato il concetto blockfrei”. A Kompatscher & co. l'ardua sentenza.