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Biblioday

La Biblioteca civica di Merano festeggia i vent’anni del passaggio nell’attuale sede di via delle Corse, nel locali dell’ex ginnasio. Intervista a Tiziano Rosani, presidente del Consiglio di Biblioteca.

145.000 tra libri e altri media, 170.000 prestiti annuali, 9.000 utenti attivi, una frequenza media giornaliera tra le 700 e le 750 persone, due sedi, quattordici dipendenti dell’amministrazione, quattro assunti con legge 11 e due volontari di servizio sociale. Questi i numeri della Biblioteca civica di Merano che il 5 ottobre festeggia, con una giornata denominata Biblioday celebra i vent’anni del passaggio dalla vecchia alla nuova sede. Un’occasione per ragionare con Tiziano Rosani sul futuro dell’istituzione di cui presiede il Consiglio di Biblioteca (sezione italiana).

Rosani, quella di Merano si presenta come una biblioteca bilingue, ma è gestita “in parallelo”. Quali sono i pro e i contro di questa realtà?

La Biblioteca civica rappresenta un “mix” interessantissimo! È infatti una struttura unitaria nella quale i due gruppi linguistici sono presenti non solo con ovvia pari dignità ma anche – ed è punto molto importante – con pari rappresentanza istituzionale. Non vedo aspetti negativi, osservo al contrario giusto equilibrio, libertà e spazi per chi ha voglia di fare. Il che si traduce in rispetto sincero, curiosità, collaborazione, aiuto vicendevole, gioco di squadra e diverse manifestazioni in comune: il Biblioday ne è un ottimo esempio.

Si va verso una gestione unica?

La gestione è unica già ora, solo viene regolata nell’ambito di rapporti di piena parità: nessuno è il “vice” dell’altro e si agisce insieme anche perché ci si stima reciprocamente. Soluzione ottima e consigliabile pure extra Merano.

Biblioteca non è solo conservazione di libri, lettura, prestito. Tutti parlano di “innovazione”: quali sono le prospettive della biblioteca di Merano?

Vorrei far riflettere su un dato che talora passa in secondo piano: la nostra non è solo la maggiore biblioteca della città, lo è in generale di tutta la parte occidentale della provincia, un bacino complessivo di oltre 120.000 persone, cui si aggiungono i turisti che sempre numerosi frequentano questa struttura. La Civica è biblioteca centro di sistema per tutto il Burgraviato e per la comunità italiana estende tale ruolo anche alla Venosta. Una responsabilità che impone a noi, e al Comune di Merano, di ragionare in un’ottica più ampia. Inoltre da diversi anni la Biblioteca civica non si occupa solo del prestito, ma ha una radicata tradizione di manifestazioni culturali. Dobbiamo mantenerci sempre all’avanguardia per quanto attiene alle novità e ai nuovi media, al contempo incrementare ulteriormente le collaborazioni con altre strutture, con altre biblioteche, enti e associazioni. La Civica deve poi, parallelamente, distinguersi a livello regionale e nazionale per alcune peculiarità, alcune forme di specializzazione che ne facciano un unicum. Il progetto OPLA è già adesso un primo, ottimo esempio in tal senso.

Quali sono le questioni aperte sul piano delle risorse e come si risolvono?

Tutti preferiremmo vivere in tempi di risorse ampie, ma ciò non è possibile e accettiamo la sfida. Anche la Biblioteca ha fatto dunque la sua parte, cercando nuove soluzioni. Tutti i servizi sono stati mantenuti, si è aggiunto il punto di self check, che tanto successo riscontra fra gli utenti, si sta lavorando per la creazione di una buca esterna di restituzione automatica, accessibile 24 h, abbiamo trovato sponsor privati. Senza accrescere le risorse né facendo venir meno altre iniziative, abbiamo aggiunto nuove manifestazioni: dalla rassegna estiva “Appuntamento a Merano”, al “Torneo di Lettura” con le scuole, alle “Passeggiate letterarie”, al prossimo ripristino della “Via della Poesia”. Il tutto è possibile, voglio sottolinearlo, anche grazie alla competenza  intelligente e appassionata del personale, quindi alle sinergie con l’assessorato comunale alla Cultura.

C’è il problema degli spazi…

In questo la Biblioteca ha decisamente superato ogni limite: abbiamo dovuto persino togliere qualche tavolo di lettura per far spazio agli scaffali, non si sa più dove recuperare spazi e vi sono continui accavallamenti: il Consiglio di Biblioteca ha posto la questione con chiarezza, gli assessori competenti pure. L’espansione naturale è ai piani superiori dell’edificio, tuttavia ci sono necessità scolastiche da considerare. Da parte nostra posso assicurare una cosa: porremo il tema in modo continuo e costante, è davvero una priorità. Cercheremo soluzioni intelligenti e collaborazione. Una Biblioteca civica più grande è nell’interesse di tutta la città.