Culture | La traduzione

Sabine Gruber, dalla nostalgia all'Europa

Esce in questi giorni grazie all'editore Marsilio, a cura di Cesare De Marchi, la traduzione italiana del bellissimo romanzo di Sabine Gruber “Stillbach oder die Sehnsuch

“Tra le voci più incisive di una letteratura che racconta una terra di confine e un’identità da ricostruire, Sabine Gruber ha scritto un grande romanzo in cui, dall’Alto Adige a Roma, il privato s’innesta nella Storia”. Con queste parole l'editore Marsilio presenta “Stillbach o della nostalgia”, un libro che, dopo aver riscosso un notevole e meritato successo nei paesi di lingua tedesca, adesso finalmente trova anche il suo naturale e complementare sbocco verso il pubblico italiano. Salto.bz ha intervistato l'autrice.

Salto.bz: Sabine Gruber, la traduzione italiana esce a tre anni di distanza dall'edizione in lingua originale. Significa che è stato faticoso trovare un editore interessato alla pubblicazione?
Sabine Gruber: Non mi pare sia un periodo lunghissimo. La traduzione inglese è uscita dopo due anni, mentre quella turca seguirà a ruota quella italiana. Al contrario degli altri miei lavori, “Stillbach” ha destato subito molto interesse, soprattutto a livello locale. Io cercavo però un editore in grado di assicurarmi una buona distribuzione su tutto il territorio nazionale. Con Marsilio spero di esserci riuscita.

E' contenta della traduzione, ha avuto modo di seguirla in fieri, oppure si è affidata completamente alle scelte di Cesare De Marchi, aspettando pazientemente di vedere l'opera compiuta?
E' stato l'editore a suggerirmi il nome di Cesare De Marchi, il quale fra l'altro non è soltanto un noto traduttore – ha lavorato con testi di Fontane, Schnitzler e Schiller – , ma anche un fine scrittore. Sono convinta che si tratta di una traduzione eccellente. Siamo sempre stati in contatto per mail e abbiamo chiarito insieme i punti più problematici. Non ci siamo ancora incontrati di persona, ma spero di farlo presto. Devo dire che sono molto felice che sia stato lui ad occuparsi del mio libro.

Pensa che il pubblico italiano possa essere conquistato dalla storia che ha raccontato?
La maggior parte degli italiani che non risiede in Alto Adige ignora la storia del Sudtirolo. Basta che ripensi ai miei amici di Venezia o di Roma: ciò che loro sanno della nostra terra corrisponde perlopiù alla semplificazione datane dai mezzi d'informazione, quindi hanno in mente soprattutto i nazionalisti tedeschi, il separatismo, oppure il magnifico paesaggio. Certo, adesso siamo invidiati da tutti, si fa fatica a comprendere che in passato abbiamo avuto anche molta povertà. Per non parlare di come siano scarsi coloro i quali possono anche solo sospettare le macchinazioni dei servizi segreti italiani, della Croce Rossa e della Chiesa cattolica allorché si trattò, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, di far fuggire i criminali nazisti. Il romanzo è costruito in modo da consentire interpretazioni contrastanti, non fornisce cioè un'immagine storica definitiva, congelata. Mi piacerebbe facesse discutere.

Ha già in calendario una serie di presentazioni in alcune città italiane?
Al momento ho bisogno di molta concentrazione per scrivere il mio nuovo romanzo, quindi accetterò soltanto pochi inviti. All'editore ho garantito un paio di appuntamenti per settembre, purtroppo non posso fare molto di più. Mi sto occupando anche di far tradurre altri miei lavori, mi trovo insomma nella condizione di dover risparmiare su ogni altro impegno!

Rileggendo il libro in questa nuova edizione si è accorta di alcune potenzialità o sfumature che erano rimaste per così dire "nascoste" nell'edizione originale?
E' alla luce di un nuovo contesto, di eventi o sviluppi inattesi, che il testo subisce inevitabili curvature. Prendiamo per esempio i recenti risultati delle elezioni europee, caratterizzati dalla disastrosa vittoria di partiti ancora totalmente orientati su punti di riferimento nazionali o addirittura nazionalistici. La lettura del mio romanzo suggerisce che si tratta di una prospettiva miope. Le soluzioni di cui abbiamo assolutamente bisogno, al contrario, poggiano sulla costruzione di un'Europa davvero unita, con una politica finanziaria e fiscale comune, in modo da non avere più cittadini di prima e di seconda classe.