Aumento pedaggi autostradali: CNA critica i concessionari

Con l'inizio dell'anno è scattato puntuale il previsto aumento dei pedaggi sull'A22. Si tratta di un +1,63% rispetto al 2013 ma l'autostrada del Brennero ci tiene molto ad evidenziare che l'aumento resta al di sotto della media degli aumenti applicati con l'inizio del 2014 dalle altre autostrade italiane, pari al 3,9%.
Ma perché le tariffe sono aumentate? Le cause principali - ha riferito l'Autobrennero - sono l'inflazione, la necessità di un recupero nella produttività ed il reperimento di fondi per rifare il fondo stradale.
L'aumento dei pedaggi autostradali è stato vivacemente criticato dagli autotrasportatori, ai quali ha voluto rispondere il ministro Maurizio Lupi promettendo di rivedere l'intera questione dei pedaggi, riconoscendo l'insostenibilità degli aumenti nell'attuale periodo di crisi economica.
La presa di posizione del ministro dei trasporti viene vista in modo positivo dagli artigiani di CNA-Fita. Per l'associazione si tratta di "un passo in avanti verso la richiesta di concretezza che l'autotrasporto e tutto il paese hanno più volte invocato".
Gi artigiani di CNA, per bocca del rappresentante Marco Scrinzi, ritengono che si tratti ora "di mettere in campo proposte e soluzioni immediate per annullare l'effetto dell'aumento dei pedaggi" e che vada riconvocato il tavolo di confronto con le rappresentanze dell'autotrasporto che hanno firmato un protocollo d'intesa il 28 novembre scorso.
CNA invece critica aspramente 'alcuni altri rappresentanti dell'autotrasporto' per le preoccupazioni espresse "in merito alle sorti economiche dei concessionari autostradali". L'associazione auspica che "tutto l'autotrasporto, in modo unitario e trasparente, torni a schierarsi là dove è evidente l'interesse da tutelare".
CNA conclude con una stoccata ai 'poveri' concessionari, invitandoli a "riflettere come sarebbe giusto comportarsi in frangenti economici di crisi come quelli che stanno travolgendo il nostro Paese e su come il loro ruolo, così come oggi impostato, non calzi più al futuro sviluppo dell’Italia".
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