Chronicle | Sicurezza

Giustizia fai da te? Meglio di no

Il recente caso di un benzinaio vicentino tra diritto all’autodifesa e strumentalizzazione politica.
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 Graziano Stacchio ormai è diventato quasi il "simbolo" della Lega Nord, un movimento che continua a parlare a gran voce di sicurezza e ordine pubblico, ma parlare soltanto, appunto. Il suo leader Salvini indossa le magliette "io sto con Stacchio" esaltando l'operato di questo povero benzinaio, con un effetto mediatico a dir poco impressionante. Dico povero benzinaio poiché non si augura a nessuno di essere coinvolti in un conflitto a fuoco, o di imbracciare un’arma ed uccidere qualcuno.

Graziano Stacchio è una vittima, non uno sceriffo come qualcuno vorrebbe farci credere. Per tutta la vita la sua coscienza non si darà pace: “In fin dei conti ho ucciso un uomo, certo per difendermi, ma ho ucciso un uomo”. Lui stesso dice "no" alla giustizia fai da te, e sta cercando di distanziarsi da questo titolo – di giustiziere o sceriffo che dir si voglia - attribuitogli dalla Lega per le sue evidenti finalità propagandistiche.

Purtroppo anche a livello locale abbiamo qualcuno che esalta il gesto. Il consigliere regionale Maurizio Fugatti ha affermato: «E dopo non lamentiamoci se qualcuno, come a Vicenza, ha imbracciato il fucile», riferendosi ad un’azienda che in 4 anni ha subito ben 6 furti. Sarebbe opportuno riflettere sulla pericolosità di simili messaggi. È dunque un nostro diritto difenderci imbracciando un’arma come nel "far west", disconoscendo così le leggi dello Stato, oppure dovremmo limitarci ad avere una Polizia che ci tuteli seriamente con dei piani di prevenzione e un aumento sul territorio di mezzi e uomini?

Forse non tutti sanno che la maggior parte delle rapine finite nel sangue sono dovute proprio a reazioni della vittima, o qualcuno davvero pensa che tutti i cittadini italiani abbiano una pistola o un fucile a casa o in negozio e sono autorizzati a sparare? Dai link che continuano a girare sui social network sembrerebbe di sì, citando la famosa modifica del 2006 alla legge sulla "legittima difesa" che viene interpretata come il riconoscimento a impallinare tranquillamente chi viene interpretato come portatore di una minaccia (sempre che si possieda un arma da sparo, ovviamente). Per evitare processi a carico consiglio di leggersela attentamente, quella legge, perché invece che riscuotere il titolo di sceriffo e di finire in tv si corre il rischio di passare per fessi e arricchire fiori di avvocati.

Le persone che rappresentano il mondo politico dovrebbero difendere la legalità e dare l’esempio, non istigare alla violenza. In breve: se questa è la politica della sicurezza mettiamoci veramente le mani nei capelli e preghiamo che qualche svitato o esaltato non si faccia giustizia da solo seguendo i “consigli” di questi personaggi.