Economy | Banche

Gli immobili e le banche in sofferenza

In tutta Italia sarebbero 357mila le case che erano poste a garanzia di mutui o prestiti e oggi sono in vendita nelle aste giudiziarie. Un problema macroscopico.
Casa
Foto: upi

In Italia avevamo un problema, emerso con chiarezza a metà del decennio scorso: va sotto il nome di "bolla immobiliare" e racconta di un Paese che continuava a costruire casa anche mentre la domanda di immobili scendeva, vuoi perché le banche faticavano ad attivare nuovi mutui, vuoi perché si era ormai creato uno stock significativo di immobili vuoti (circa 6 milioni a fine 2010) o addirittura mai commercializzati (nel 2016 ne erano ancora 90.500). Oggi all'analisi di questo problema si aggiunge un nuovo tassello, frutto di una elaborazione del Gruppo Sistemia su dati del ministero della Giustizia: in Italia ci sarebbero almeno 357mila case in vendita alle aste giudiziarie, e secondo Il Sole-24 Ore sarebbero il portato di mutui o finanziamenti andati in sofferenza: questi ultimi, le "sofferenze", sono i non performing loans, quelli che hanno portato al tracollo Monte dei Paschi di Siena e negli ultimi mesi anche Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza (qui su Salto.bz).

Anche se il rapporto consulato dal Sole non è pubblico, altri dati - quelli che Banca d'Italia pubblica puntualmente, dedicati allo stato del sistema bancario del Paese - fugano ogni dubbio in merito alle dinamiche che hanno regolato il rapporto tra l'industria del credito e quella delle case: secondo dati diffusi all'inizio dell'anno, il 44,8% delle “sofferenze” facevano capo ad imprese del settore dell’immobiliare e delle costruzioni. Ciò significa che è molto più probabile che le 357mila case in vendita appartengano a qualche impresa edile e non a un privato che aveva chiesto il mutuo per acquistare la prima casa. Il rapporto di Sistemia, però, non si limita a scattare una fotografia, indicando anche la durata media ponderata delle aste immobiliari (il Trentino-Alto Adige è l'area più virtuosa del Paese, perché "bastano" poco più di 24 mesi per vendere un'immobile, mentre in altre Regioni anche del Centro è facile superare i 6 anni...). Ciò che evidenzia è, infatti, il rischio che il valore degli immobili crolli, passando da 88 miliardi di euro (quello stimato dalle perizie pre asta giudiziaria) a 25.

Ecco perché Il Sole 24 Ore titola l'articolo dedicato a questo tema "Npl e immobili, a rischio 63 miliardi", ed ecco perché il problema riguarda anche i lettori di Salto.bz: una montagna di case in vendita alle aste giudiziaria, con prezzi al ribasso, pregiudica le quotazioni di mercato di ogni altro immobile; il valore medio degli immobili, a fronte di un mercato in crisi, continua a ridursi, riducendo così il valore della ricchezza delle famiglie (che è in larga parte, in Italia, investito in case); paghiamo ancora oggi le scelte poco oculate del decennio scorso, quelle che hanno portato numerosi manager di gruppi bancari a prestare con troppa leggerezza ingenti quantità di denaro (anche i risparmi delle famiglie) ad imprenditori attivi nel mercato immobiliare, che potevano prestare come "garanzia" per ulteriori affidamenti immobili invenduti ed ancora presenti nel portafoglio aziendale. Un circolo vizioso di cui non si vede ancora la fine.