Sbrocca Italia
Ieri ero molto arrabbiata, dopo aver ricevuto l'ennesima circolare dal commercialista che mi comunicava l'ennesimo fastidio burocratico.
Il modello F24 quello che imprese, liberi professionisti, autonomi e artigiani usano per pagare le tasse, quello che da alcuni anni compiliamo online attraverso i servizi di home-banking, che paghiamo profumatamente alle banche, può avere ogni tanto saldo zero.
Solitamente succede quando hai pagato più tasse prima, rispetto a quelle che dovevi pagare e quindi compensi la differenza tra una tassa pagata in più prima, e una che devi pagare poi.
Bene, una nuova leggina, ha deciso che questa compensazione non la puoi più comunicare con la solita procedura bancaria, ma la deve comunicare il tuo commercialista, attraverso l'accesso -esclusivo per loro- ad un programma dell'Agenzia delle Entrate.
Solo che se tu lo deleghi a comunicare il saldo zero - la compensazione - lo devi anche delegare a pagare per te (ovviamente attraverso l'accesso protetto alla tua banca) tutto il resto, ossia anche i modelli F24 che presentano un saldo a debito di tasse. E questo lavoro in più che il commercialista fa per te, non è ovviamente gratuito.
Siamo già vessati da mille procedure, e oggi mi è arrivata la mail dell'INPS in cui si legge che non mi rilasciano il modello DURC - tradotto Documento Unico di Regolarità Contributiva - non perchè non ho pagato i contributi, ma perchè il consulente del lavoro si è dimenticato di fare una "denuncia" spiegando perchè li pagavo.
Quindi come nel caso del modello F24 a saldo zero, pagare prima o puntualmente non basta, si viene comunque sottoposti ad una "punizione" da parte dello Stato; la denuncia, la cartina, il foglietto che manca e tu, cittadino, ritieniti colpevole e paga ancora e ancora, sotto altre forme, ritardi, consulenze professionali in aggiunta, etc etc.
In assenza di questo DURC gli enti pubblici per i quali lavoro non mi possono pagare le fatture e questo provoca ulteriori costi alla mia piccola azienda - già in fase di soffocamento - dati dagli interessi bancari, che mi costa un fido, che mi serve ad onorare puntualmente i debiti verso i miei fornitori e le mie bollette (finchè ci riuscirò, perchè comunque le banche stanno chiudendo piano piano i fidi, perchè c'è crisi e si fattura di meno...).
Ho pensato a lungo a cosa potessi fare, per comunicare a qualcuno almeno la follia del "saldo zero", e così ho scritto un post sulla bacheca FB del nostro Vice Ministro all'Economia, Enrico Zanetti, eletto in Parlamento con Scelta Civica.
Zanetti è persona appassionata, quando parla di tasse e di revisione della spesa lo fa in maniera così coinvolta, che ti chiedi come sia possibile starlo ad ascoltare con interesse, mentre argomenta temi il cui grado di appeal rasenta lo zero.
È un professionista prestato alla politica. Ricordo che nel momento in cui mi sono candidata con Scelta Civica alle politiche, ben sapendo che trattavasi di candidatura di servizio, parlando con un amico, questo mi disse: "sei candidata nel partito di Zanetti? io leggevo il suo blog come commercialista in tempi non sospetti e pensavo - se si candidasse, questo lo voterei-".
Il nostro Vice Ministro è colui che ha innescato la battaglia nazionale contro i vitalizi ai politici, proponendo che si azzerassero per legge Costituzionale, in modo da non dover incorrere in migliaia di ricorsi sui diritti acquisiti.
È colui che convintamente parla di un passato che non può costarci più del nostro futuro. E soprattutto parla una lingua che tutti capiamo, si spende, si adopera, risponde alle mail che gli scrivi. È il mix perfetto del buon politico, competente e comunicante.
E questa mattina, con tutto quello che avrà da fare, ha trovato modo di rispondere al mio post di ieri.
"È una norma cretina che ho evidenziato come tale in tutte le riunioni al MEF precedenti e successive alla sua adozione".
Insomma è uno di quei politici, grazie ai quali penso che il mio impegno - anche se il progetto Scelta Civica in Alto Adige è fallito miseramente, causa sovra-imbarco di sovra-spesi (e pesi) politici in cerca dell'ultimo sprazzo di visibilità - abbia avuto un senso e che continuare sulla strada del voler riformare questo Paese imbalsamato sia l'unica vera via per uscire dal tunnel.
E così nel leggere la sua risposta, e nel pensare con soddisfazione che c'è ancora "gente per bene" in politica, ci sono persone serie che non perdono il contatto con la famosa "base", che si fanno carico dei problemi dei cittadini e dell'impatto che le norme hanno sulle loro vite, mi si è alzata contemporaneamente l'amarezza, quella di pensare che questo signore è il Vice Ministro, non è l'usciere del Ministero Economia e Finanze, ha fatto rilevare che la norma è cretina, ma la norma è passata.
L'unica conclusione che devo trarre, che già sapevo, ma che oggi si è resa concreta ai miei occhi, è che possiamo cambiare i politici, ma se non cambiamo radicalmente l'organizzazione elefantiaca, sorda e incapace di verificare l'impatto civico delle leggi (oltre all'impatto di genere, ma questa è altra storia), non ci smuoveremo di molto.
E in questa organizzazione elefantiaca e sorda ci siamo dentro tutti, tutti gli italiani che non appena vedono toccati minimamente i propri "diritti acquisiti", il proprio orticello, la propria "cuccia", solitamente regiscono dicendo "c'è ben altro di cui occuparsi".
Correva l'anno 1960 e Luigi Einaudi scriveva queste parole, mi chiedo: sono ancora attuali o gli inceppi e le molestie sono davvero troppi, e ci faranno "sbroccare"?
"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.
(Luigi Einaudi da Dogliani, Dedica all'impresa dei Fratelli Guerrino 15 settembre 1960)"