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Politics | clima - democrazia

Il Manifesto di Dobbiaco della democrazia

Un appello pressante agli aventi diritto al voto nella nostra provincia di dare con la propria scelta di voto all'elezione provinciale del 22 ottobre la priorità alla domanda di quale democrazia vogliamo. Un sollecito soprattutto di andare a votare.
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6. Mai 2023: ein Tag in Toblach Demokratie vertieft
Foto: Initiative für mehr Demokratie - Volker Repke
  • LA DEMOCRAZIA CHE VOGLIAMO!

    Vogliamo vivere bene oggi – e in futuro. Per questo abbiamo bisogno della democrazia. 

    Una democrazia con la quale possiamo lavorare tutti insieme per garantire un buon clima tra di noi e nella natura. Se la democrazia rimane quella esistente e incompleta, allora c’è il rischio di involuzioni autoritarie.

    Vogliamo una democrazia in cui la varietà della natura e le differenze fra le persone siano tra i valori più alti. Solo nella diversità e nella differenza possiamo trovare un percorso comune per una buona vita per tutte le persone e per tutto ciò che vive in questo mondo. La democrazia esistente invece serve gli interessi di pochi e impoverisce le persone e la natura.

    Non vogliamo una democrazia in cui una minoranza domini una maggioranza oppure una maggioranza domini una minoranza. La moltitudine di minoranze che siamo e alle quali apparteniamo dovrebbero avere l’opportunità e imparare a coordinarsi continuamente tra loro, come i musicisti in un'orchestra che accordano i loro strumenti l'uno con l'altro. Questa non è un'utopia! Le assemblee cittadine sorteggiate mostrano su piccola scala ciò a cui la società dovrebbe aspirare su larga scala. Vogliamo una democrazia che non rinunci mai a includere le persone. La democrazia esistente invece esclude molte persone.

    Vogliamo una democrazia in cui i cittadini hanno la prima e l’ultima parola. Essi devono poter contribuire con idee e suggerimenti e correggere le politiche in qualsiasi momento. Solo così e solo con una vera democrazia diretta i cittadini saranno sovrani. La strada giusta la possiamo trovare solo insieme e con il consenso di tutti e per tutti.

    Vogliamo una democrazia della concordanza invece che una democrazia della competizione e del conflitto perenne. Vogliamo che si lavori sulle questioni concrete e non solo per mantenere il proprio potere. Solo così il clima naturale potrà tornare ad essere buono per noi. Lo squilibrio sociale crea squilibrio ecologico e viceversa. Sperimentiamo che l’ingiustizia e la disuguaglianza tra le persone come motore del progresso sono un passo nel vuoto.

    Le persone portano in sé l’idea della democrazia. Ne sono state defraudate più e più volte per garantire il dominio di pochi. Siamo ormai arrivati a un punto in cui la democrazia nella sua forma più pura sta diventando visibile. La decisione tra democrazia reale e democrazia falsa sta giungendo al culmine.

    Parte della dignità umana è che tutti partecipino equamente alla causa comune e possano esercitare concretamente e praticamente la propria sovranità. Ci riferiamo al PREAMBOLO della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e al suo articolo 21:

    "Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo, ... ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti“.

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    La partecipazione politica deve avvenire in quattro modi contemporaneamente: quello indiretto attraverso la rappresentanza parlamentare eletta democraticamente, quello attraverso le forme di democrazia diretta, quello partecipativo e quello digitale-consultivo.

    (I) La maggioranza delle decisioni dovrà sempre essere presa dai rappresentanti eletti. Ciò non significa che la democrazia parlamentare sia di rango superiore: la responsabilità deve essere di tutti. È però necessario un particolare controllo e la sua effettiva integrazione con la demo­crazia diretta. Le sue regole devono essere condivise dalla maggioranza degli elettori. Pertanto, tutte le leggi che regolano la democrazia devono essere create e approvate su iniziativa dei cittadini oppure, se decise dagli eletti, devono essere sottoposte a referendum obbligatorio.

    Le regole elettorali devono consentire l’elezione dei candidati anche grazie ad una votazione trasversale al di là delle liste e dell’affiliazione partitica. Ciò include la nomina dei candidati da parte dei cittadini stessi. Ciò che è necessario è l'esercizio del mandato secondo libera scienza e coscien­za, senza alcun privilegio, con un limite rigoroso del mandato e una separazione rigorosa e coerente dei poteri. Occorre trovare un procedimento per stabilire la remunerazione degli eletti che non tras­formi il mandato in un self-service. I governi devono rappresentare un’ampia percentuale di cittadini ed essere indipendenti dalle maggioranze parlamentari. Le elezioni devono essere rese accessibili a tutti attraverso il voto per corrispondenza con informazioni sulle modalità di voto e informazioni equilibrate sui partiti e sui candidati.

    (II) Con regole di democrazia diretta facilmente applicabili ed efficaci, le decisioni degli eletti - grazie al referendum - devono poter essere facilmente ed efficacemente controllate dai cittadini in qualsiasi momento e, se necessario, revocate. Grazie all’iniziativa legislativa popolare i cittadini devono inoltre poter decidere da soli e in ogni momento, secondo regole da loro stessi determinate, a qualsiasi livello e secondo la propria responsabilità, su tutte le questioni sulle quali di solito decide la rappresentanza eletta. I cittadini e i rappresentanti politici hanno lo stesso potere decisionale: i refe­rendum si realizzano con lo stesso livello di sostegno di un mandato e, come le elezioni, non hanno un quorum.

    (III) Occorrono procedure partecipative che accompagnino i percorsi della democrazia parlamentare e diretta. Tali procedure devono offrire i luoghi e i tempi in cui è possibile rendere chiare le questioni concrete in tutta la loro efficacia e rilevanza, ed esplorarle nella profondità del loro significato. I cittadini sono motivati a partecipare da una propria preoccupazione o dalla responsabil­ità derivante dall'essere stati scelti casualmente per lavorare su un problema e sviluppare proposte di soluzione che valgano poi per l'intera comunità. Queste devono poter essere decise poi grazie a strumenti di democrazia diretta ben regolati oppure attraverso il parlamento.

    (IV) Le piattaforme digitali online rendono possibile un’ampia consultazione dei cittadini. Grazie ad esse i progetti politici vengono avviati ed esaminati, i bisogni politici diventano chiari e i cittadini possono utilizzarli per ottenere informazioni, comunicare e votare, ma senza prendere decisioni politiche. Le piattaforme digitali online possono essere utilizzate per organizzare proposte dei cittadini, dibattiti, bilanci partecipativi, processi collaborativi di elaborazione legislativa, interviste, sondaggi, votazioni e molto altro nel più breve tempo possibile.

    Se questi percorsi vengono intrapresi insieme, allora è necessaria la collaborazione di tutti. Così posizioni diverse si integrano e non si escludono a vicenda.

    Il cuore della democrazia è lo spazio del discorso pubblico. Lì deve circolare un'informazione trasparente e deve essere promosso lo scambio aperto di opinioni in varie forme. Al suo interno le persone si vivono come il polso della democrazia e l'accordarsi reciprocamente è una cosa ovvia e necessaria. Così questo spazio pubblico, vivo e respirabile di scambio e coordinamento riprende vita. È liberato dalla morsa degli interessi di pochi a scapito dei bisogni di molti. Soprattutto, ciò può impedire agli interessi di pochi il continuo sfruttamento della natura, dai cui cicli vitali e dal cui equilibrio dipendiamo tutti incondizionatamente.

    Potremmo vivere così bene, se decidessimo tutti insieme cosa vogliamo 
    e di cosa abbiamo bisogno.