“Metterei la firma sul nome vincente”
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SALTO: Segretario Bettio, sabato scorso c’è stato un primo incontro con le forze del centrosinistra a Bolzano. State già definendo il perimetro della coalizione che si presenterà alle elezioni comunali del maggio 2025?
Carlo Bettio: Abbiamo messo intorno al tavolo le forze politiche nazionali che stanno nella maggioranza del Comune di Bolzano, dai Verdi agli amici dei socialisti, questo è quanto. Procederemo poi a centri concentrici, interpellando dapprima i Cinque Stelle, Italia Viva e Azione. Avremo incontri bilaterali e poi si procederà anche verso il mondo civico.
Coinvolgerete anche il Team K, nonostante il no del Sindaco Caramaschi?
Naturalmente sì. Ricordo che alle europee il Team K correva con Azione. Noi procederemo a un dialogo naturalmente aperto a tutte le forze che riteniamo afferenti al campo del centrosinistra. Non è certo noi che diamo le carte, e non è neanche una riunione di maggioranza, perché quelle le lasciamo convocare al Sindaco naturalmente.
È solo un’iniziativa del PD, dunque.
È il PD che sta facendo un'azione, un sondaggio. Non è neanche una cosa tanto originale: stiamo parlando di incontri che si tengono durante l’anno, personalmente sento sempre i leader delle altre forze centrosinistre di Bolzano, per cui non è un elemento così straordinario. Il voto sarà a maggio e noi siamo solo ai primi di settembre. Non s'è parlato assolutamente di nomi. È molto prematuro.
Allora di cosa avere parlato sabato?
Beh, quando la Lega s’incontra con Fratelli d'Italia tutte le settimane non viene dedicato ogni volta un articolo… Scherzi a parte, noi abbiamo fatto alcune valutazioni rispetto al quadro nazionale, alle ripercussioni sul piano locale del tavolo delle riforme costituzionali con il Governo, che sembra assolutamente in alto mare — con le ricadute che potrebbe avere sulla maggioranza in Alto Adige. Tra Fratelli d'Italia e SVP volano gli stracci.
Pensate, anzi, sperate che la SVP possa rompere il patto provinciale col centrodestra?
Noi lavoriamo per consolidare un'alleanza intanto di centrosinistra, tra tutte le forze che ci stanno, per arrivare alle elezioni nel migliore dei modi: attraverso un rapporto con le forze sociali, culturali, imprenditoriali, i giovani del territorio, l’associazionismo. Non tutto si esaurisce dentro la dinamica politico-partitica, molto sta nella società e nei movimenti. Chi si candida a governare una città deve conoscere il contesto e le trasformazioni... pensare di avere l'arroganza di farlo solo sulla base di formule politiche algebriche non mi pare molto interessante. È una chiamata a raccolta che dovremmo fare, anziché lambiccarsi su formule di alleanze politiche.
Se da segretario del PD mi dicessero che la candidatura migliore sta fuori dal PD e questa garantirebbe la vittoria, firmerei immediatamente.
Questo tipo d'approccio varrà anche per la scelta del nome della candidata o del candidato sindaco: “non solo una formula partitica”?
Sicuramente potrebbe esserci anche questo aspetto, tenendo conto che intanto dobbiamo esprimere le migliori energie per provare a identificare un profilo. Alcuni sono già sul campo, evidentemente, rispetto alle competenze del Comune. I temi sono molti: casa, mobilità, la crescita dei valori immobiliari che segue quasi dinamiche milanesi, il turismo e come impatta, la Zona industriale e produttiva. Non è che le città che abbiano dismesso anche la loro funzione produttiva, non ne hanno tratto grandi vantaggi. Sono grandi interrogativi che la politica dovrebbe porsi, al di là delle formule e delle polemiche. Per asfaltare le strade bastano degli ottimi architetti e dei buoni geometri comunali: il compito della politica è decidere dove s’interviene con le manutenzioni, quali strategie si mettono in campo e quante risorse si assicurano a questi progetti.
Ma con quali nomi e alleanze?
Volutamente tengo lontano il tema dei nomi e delle alleanze, ma mi pare di cogliere che il dibattito sia troppo sbilanciato sugli organigrammi, sulle cariche presenti e future. È chiaro che la figura del candidato sarà l'espressione di un percorso che faremo.
Un nome che può emergere non solo internamente al Partito democratico, dove si fanno sempre due nomi, gli assessori Fattor e Andriollo…
È un percorso che riguarda tutta la società. Guardi, se da segretario del PD mi dicessero che la candidata o il candidato migliore stanno fuori dal PD e questo garantirebbe la vittoria — su un ottimo programma a favore della città di Bolzano, attrattivo per i giovani e capace di migliorare la qualità della vita — firmerei immediatamente. Il Partito democratico, nell'ultimo turno amministrativo dove abbiamo vinto in tutti e sei i capoluoghi dove si votava, non è che ha piazzato i propri candidati. Non abbiamo pretese egemoniche. Il percorso deve essere di natura programmatica, e su questo siamo in sintonia con Verdi e socialisti e lo saremo anche col civismo più responsabile.
Anche la civica di Roberto Zanin, che per ora guarda al centrodestra?
Penso al dialogo con quel civismo che non si auto-collochi nel centrodestra, che non sia avversario aperto al centro-sinistra. In quel caso il dialogo sarebbe solo di buona educazione, ma non porterebbe ad alcuna convergenza dal punto di vista programmatico. Il dialogo, ripeto, è rivolto a tutti, tranne con chi in Europa sta insieme ai gruppi populisti e neonazisti.
E la lista del sindaco Caramaschi?
È una lista dalla valenza molto diversa dalle altre, ha fatto una scelta. Il Sindaco è su posizioni convintamente di centrosinistra, il contributo che può dare anche per la forza del suo leader è sicuramente assai significativo.
Anche Angelo Gennaccaro è un potenziale interlocutore?
A meno che non esca dalla maggioranza, lo è per forza. Stiamo condividendo un percorso in Comune, c'è un programma da cui partiremo e che sarà la base. Se condividono questa base programmatica.
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