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“Il Covid-19 non è stato debellato”

La “variante Kraken” e il monito dell’ex primario Wiedermann sull’attuale situazione epidemiologica. Non si escludono nuove ondate, anche se più lievi grazie ai vaccini.
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Foto: upi

Il Covid-19 è tornato a diffondersi durante l’inverno assieme al classico virus influenzale, con un’ondata iniziata prima rispetto agli anni precedenti, e il virus respiratorio sinciziale RSV. A fare il punto della situazione epidemiologica è l’ex primario di Medicina interna dell’ospedale di Bolzano Christian Wiedermann, oggi Coordinatore dei progetti di ricerca dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano, presso il Polo Universitario delle Professioni Sanitarie Claudiana di Bolzano, che ricorda che i tempi non sono affatto maturi per decretare finita la pandemia, anche alla luce della rapida diffusione negli Stati Uniti della nuova variante  XBB.1.5, meglio conosciuta come “Kraken”: “Solo nell’ultima settimana di dicembre  questa variante ha rappresentato il 44% di tutti i contagi da Coronavirus negli USA, una settimana prima la percentuale ammontava solo al 26% di tutte le infezioni – ha spiegato Wiedermann –. Tra le varianti attualmente in circolazione XBB.1.5 è il sottotipo di Omicron più trasmissibile scoperto sin d’ora. Le mutazioni contenute permettono al virus di attaccarsi alle cellule in modo più efficace. Proprio per questo motivo il virus si moltiplica più facilmente e si diffonde più velocemente”.


Secondo le rilevazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la variante XBB.1.5 sarebbe presente in altri 28 paesi. Non è ancora accertato se questa variante sia più pericolosa degli altri sottotipi di Omicron tuttavia non si esclude, anche a livello locale, il ritorno di una nuova ondata: “Anche da noi in Alto Adige potrebbe esserci un ulteriore aumento dei contagi da Coronavirus – avverte l’ex primario –. Anche se  l’impatto di questa ondata potrebbe essere meno grave delle ondate precedenti di COVID-19, gli effetti potrebbero comunque essere avvertiti dagli anziani. Di ciò non devono per forza  essere responsabili le ultime varianti del virus ma la causa è da individuare piuttosto nel comportamento nella nostra società. Molte persone hanno trascorso le Festività con altre persone. Inoltre – aggiunge – l’incremento delle infezioni non concerne soltanto il COVID-19 ma riguarda anche l’influenza e, soprattutto nei bambini, il virus respiratorio sinciziale".  

Questi vaccini innescano una reazione degli anticorpi più forte e sono quindi efficaci

Il timore degli scienziati è che il ritorno alla normalità e l’abbandono di ogni restrizione possano facilitare un incremento delle infezioni delle vie respiratorie, prevalentemente tra le categorie a rischio. Tuttavia i cosiddetti vaccini bivalenti, somministrati anche in Provincia di Bolzano dall’autunno scorso, sarebbero in grado di proteggere dalle nuove varianti: “Questi vaccini innescano una reazione degli anticorpi più forte e sono quindi efficaci non solo contro il ceppo ​originario del SARS-CoV-2 – evidenzia Wiedermann –. Un’indagine che ha esaminato solo persone adulte di età pari o superiore ai 65 anni ha rilevato che la dose di richiamo bivalente ha ridotto il rischio di ospedalizzazione dell’84% rispetto alle persone non vaccinate e del 73% rispetto  alle persone a cui è stato somministrato solo il vaccino monovalente. Da un’altra ricerca si evince che le persone con una vaccinazione bivalente hanno meno bisogno di essere curate al pronto soccorso o in ospedale a causa di un’infezione da COVID- 19”. Tra le raccomandazioni dell'ex primario, quella di sottoporsi a una vaccinazione richiamo bivalente a tutti i cittadini a partire dai 12 anni, in particolare agli over 60, alle persone fragili, alle gestanti e agli operatori sanitari. 

Da non sottovalutare anche la “lezione” cinese, con la nuova forte ondata di Covid causata dalle varianti Omicron BA.5  e BF.7, che sta mettendo in ginocchio il paese più popoloso del mondo: “Le varianti in circolazione in Cina non dovrebbero rappresentare una grande minaccia per l’Alto Adige – rassicura Wiedermann –. Il paziente medio qui non dovrebbe ammalarsi gravemente anche nel caso di nuove varianti a causa dell’immunità acquisita delle cellule T  e B. Tuttavia – aggiunge – la situazione epidemiologica in Cina ci dimostra che la pandemia non è ancora finita e rappresenta un ulteriore fattore di incertezza in tutto il mondo”.

Divertitevi ma con più  attenzione

Secondo il Professore, dal punto di vista della salute pubblica andrebbe evitata una discussione sulla fine della pandemia, soprattutto alla luce della difficoltà della popolazione nel comprendere cosa sia una “fase  endemica  della  pandemia”, proclamata da diversi esperti nelle ultime settimane che hanno spinto una parte della popolazione a richiedere a gran voce l’abolizione delle ultime restrizioni anti contagio rimaste.  “Divertitevi ma con più attenzione – è l’appello di Wiedermann–. Se avete più di 65 anni o una malattia di base, se siete immunocompressi o se aspettate un bambino, consiglio di utilizzare la mascherina più spesso e di riflettere sul distanziamento sociale. Quando ricevete un invito o quando vi accingete a organizzare un evento, tenete conto delle persone più esposte a un rischio di contagio. Pianificate delle misure di precauzione per queste persone” .