Society | senza fronzoli

Empowerment

cit. processo individuale e organizzato, attraverso il quale le singole persone possono (ri)costruire le proprie capacità di scelta e di progettazione
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Così si legge in una delle prime righe del Manuale operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale: “Nell’ambito dell’accoglienza dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale, così come più in generale in materia di servizi sociali, si fa riferimento al concetto di empowerment, inteso come un processo individuale e organizzato, attraverso il quale le singole persone possono (ri)costruire le proprie capacità di scelta e di progettazione e (ri)acquistare la percezione del proprio valore, delle proprie potenzialità e opportunità.”

L’effetto di questo statement è assicurato, il senso invece mi sfugge data la situazione reale che si sta andando a delineare nella nostra piccola Bolzano, esempio del sistema di accoglienza profughi nella felice Italia dei mesi estivi, in quell’Italia di spiagge con sdraio in fila indiana e partite a calcetto.

È di questi giorni il concordato tra Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’Economia e delle finanze, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, l’ANCI e l’UPI, secondo il quale per fronteggiare “l’arrivo in Italia di un altissimo numero di profughi, oltre 72.000...” si dispongono alcune misure, tra le quali lo spostamento di migranti verso i centri CARA di Mineo, Crotone e Bari.

Non ha più alcun senso analizzare il tutto da un punto di vista politologico, sociologico o filosofico, non ha più importanza la teoria dal momento che ci troviamo di fronte a fatti clamorosamente pratici e reali. Per prima cosa, il giorno Venerdì  8 Agosto 2014 a 24 rifugiati di Bolzano (tutti muniti di permesso di soggiorno) viene comunicato che il giorno 13 Agosto dovranno abbandonare Bolzano per andare in un centro in Puglia. Probabilmente qualcuno pensa che trattando le persone come pacchi, dicendo loro “tu, tu e tu dopodomani cambiate casa” si ottenga l’empowerment di cui sopra: curioso.

In secondo luogo questi rifugiati, regolari, vengono ora spostati di 900 km verso sud, dopo esser stati spostati 3 mesi fa di 1000 km verso nord - l’effetto? Tra un mese altrettanti verranno spostati di 1000km verso Nord. I posti letto sono i medesimi, le spese di vitto e alloggio le stesse, mentre i biglietti del treno (pagati dal contribuente) si moltiplicano, per spostare su e giù migranti che invece non vorrebbero fare altro che rimanere nello stesso posto. Una soluzione umana, per giunta anche semplice? Vade retro, siamo pur sempre nell’Italia dei venti gradi di appello, nella patria della fantasia - a noialtri ce piace farla complicata!

Entrato l’altro giorno in casa dai rifugiati provenienti da Gambia, Ghana e Nigeria, accolto da un amico che mi racconta che vorrebbe essere più nero (già, mi spiega che lui si sente un po’ troppo chiaro), cerco di capire cosa spinga questi ragazzi a voler restare a Bolzano. Tutti ad Agosto vorrebbero andar via di qui per due settimane in Puglia, a respirare un po’ di aria di Magna Grecia e di salsedine (oltre che smog a Bari). Loro non vogliono, perché mai?

“Io di qui non me ne vado. Se la polizia dice che devo uscire da questa casa, rimango a dormire per strada a Bolzano. Questa è casa mia, io rimango a Bolzano.” Parole di D. “Non preoccuparti per noi, io ho dormito mesi nel deserto, per me non è un problema vivere per strada”. Parole di I.

 

                     

La più politicamente inaspettata? “Io non scappo certo in Germania, questa è casa mia, io rimango a Bolzano”. Un’altra? “Lo so che Bari è bella, ma a me piace qui, le montagne, gli Italiani con i Tedeschi, mi piace”.

Da quando io vivo a Bolzano ho conosciuto pochissimi (parliamo di dita di una mano) Italiani che mi dicessero “voglio imparare il tedesco perchè è giusto sapere entrambe le lingue per vivere bene qui”. Possibile che dopo sei anni in Südtirol debba io sentire questa frase da un rifugiato politico del Gambia? Domani arriva anche l’asino che vola e poi sono a posto.

Leggo sempre nel solito manuale, che a questo punto penso però abbia il valore all’incirca del regolamento delle giovani marmotte:” Trattasi pertanto di un approccio olistico volto a favorire la presa in carico della persona nella sua interezza e nelle sue tante sfaccettature”.

Venerdì ti viene detto, dopo quattro mesi di permanenza a Bolzano, che Mercoledì devi andare via. E che non hai poi motivo di essere triste, in fondo ti verrà dato pure un biglietto del treno. Mi sembra evidente il rispetto della persona nella sua interezza e nelle sue sfaccettature, è che dire dell’aspetto Olistico - quello è palese.

Dopo la manifestazione davanti al Commissariato del Governo di Bolzano di Lunedì 11 Agosto le autorità hanno risposto via e-mail che i rifugiati dovranno abbandonare la struttura in ogni caso entro la data stabilita, pena l’intervento delle forze dell’ordine. Ai profughi sarà destinata una branda nel centro di Bari.

Se quelli che siedono dietro alle scrivanie ed elaborano le tecniche di approccio olistico pensano di riuscire in questo modo a demotivare queste persone che hanno abbandonato tutto il loro passato, le loro vite, se credono di farli desistere dall’imparare l’italiano, il tedesco, di far perder così loro la speranza di un futuro - si sbagliano, queste persone, così umane, credono ancora in tutto ciò, e grazie anche ad un solo amico di Bolzano, ad una fidanzata, ad un cugino ritrovato, riescono a mantenere un totale ottimismo ed un amore per l’Italia e per l’Alto Adige che pochi einheimische hanno.

La teoria dell’approccio olistico ci porta oggi, dopo quattro mesi, a sradicare dalla loro nuova heimat 24 rifugiati centrafricani, costringendoli per l’ennesima volta a dover ricominciare da zero, a dover imparare altri dialetti, usi e costumi, cambiare amici, fidanzate, perdere i vicini di casa.

Se incontro ancora qualcuno per strada che mi dica “questi immigrati dovrebbero cercare di integrarsi”, giuro che non dirò più nulla, non ribatterò, non discuterò. Non ha senso, siamo sordi e duri. Penserò ai piccioni a cui dava da mangiare il Signor D., con il quale vorrei un giorno andare in Gambia, per vedere la sua vecchia terra - forse sono olistico.

Le nostre istituzioni una volta in più dimostrano una profonda miopia, un disinteresse totale per l’uomo in quanto essere umano; ma fin qui nulla di nuovo - la grande novità, oggi, è che si sia presa una decisione questa volta che vada contro l’uomo, e per di più costi soldi al contribuente. Meschini, e nemmeno furbi questa volta. Siamo al top.