Environment | Mobilità alternativa e sostenibile

(1) Bus elettrici, fra aspettative e realtà

Anche al meeting transprovinciale del passo Sella si è parlato di mobilità elettrica, ma si sa realmente di che cosa si sta parlando? I dubbi, infatti, non sono pochi.
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La mobilità elettrica è sulle bocche di tanti, soprattutto politici, che, ed è il punto, non si riesce a capire se realmente ci credono o se sono solo il megafono di qualche mente pensante della propria amministrazione o, peggio, di qualche interessato esterno.

Infatti, la realtà è ben lontana rispetto alle affermazioni dei tre baldanzosi assessori e mi chiedo quale sia il grado di informazione a loro disposizione, perché qualche legittimo dubbio è più che legittimo.

Mentre a Bolzano, senza che nessuno lo sappia, si vogliono comprare 5 e-bus al “modico” prezzo di 3,03 milioni di Euro, ma su questo più avanti.

Bus elettrici: grande novità o… grande sola per le tasche dei contribuenti?

Siccome al passo Sella c’era in bella mostra un bus elettrico (qui i servizi di Video33 e di Rai Sender Bozen), appare quindi alquanto opportuno soffermarci su questa nuova mobilità elettrica di cui si parla ma che ancora nelle fasi iniziali.

Per chi scrive queste righe non è di certo una novità avendo visitato la fiera Uitp a Milano lo scorso anno dove i prototipi, è bene sottolinearlo, a batteria erano non pochi.

Prendiamo un esempio. I bus Solaris Urbino della BVG a Berlino. Tanta enfasi e “pompa magna” in occasione della presentazione (vedasi questo video di TV.Berlin del primo luglio 2015). Ma i problemi non sono mancati come si può leggere in questi tre articoli di RBB, BZ-Berlin e Berliner Zeitung. Si viene anche a sapere cosa costano questi quattro bus da 12 metri: 700mila Euro cadauno ed una spesa complessiva del progetto di 4,1 milioni in cui sono compresi dei punti di ricarica veloce poiché evidentemente l’autonomia dei mezzi per una giornata su strada è insufficiente. Un dato su cui riflettere, ma lo stesso “e-bussino” della Sasa ha un’autonomia di soli 70 km.

Bisogna evidenziare e ribadire un aspetto importante: si tratta sempre di bus prototipi, quindi non prodotti ancora in serie. Un po’ come i bus a idrogeno, ma è un’altra questione. Rimangono problematiche le questioni dell’autonomia di una carica elettrica (si parla di 250 km ma dipende molto dal percorso), della durata delle batterie e come queste reagiscono a ricariche rapidissime.

Il VDV, il “Verband Deutscher Verkehrsunternehmen”, ha chiaramente scritto in un suo report che la mobilità tramite gli e-bus dovrà necessariamente contare su cospicui finanziamenti pubblici.

…Der Einsatz von Elektrobussen ist für die Unternehmen zurzeit noch mit erheblichen Mehrinvestitionen verbunden. Diese resultieren aus den Anschaffungskosten der Fahrzeuge, der neu zu errichtenden Ladeinfrastruktur, dem Fahrzeugmehrbedarf infolge noch nicht erreichter Serienreife und einschränkenden Rahmenbedingungen im Betrieb aufgrund der Ladevorgänge. Die aktuellen Marktpreise eines Elektrobusses liegen bei rd. 700.000 Euro …

…Darüber hinaus fallen bei Elektrobussen weitere  hohe Kosten für Ersatzbatterien, die Umrüstung von Betriebshöfen & Werkstätten sowie für zusätzliches Personal an, die in entscheidungsrelevanter Größenordnung sind. …
Dem stehen nur geringe Betriebskosteneinsparungen gegenüber. Unter rein betriebswirtschaftlichen Gesichtspunkten ist die Beschaffung von Elektrobussen für die Verkehrsunternehmen somit noch nicht wirtschaftlich. …

La questione dei costi è sul tappeto come a Marsiglia, dove si sono acquistati degli e-bus da 350mila Euro l‘uno. Prezzo basso ma poi si legge che ci sono ben 50mila Euro annui da pagare per il noleggio delle batterie. Punto e a capo, insomma.

A livello europeo c’è un progetto europeo che si chiama ZeEUS, the Zero Emission Urban Bus System, e annoto che l’unico partner italiano è Cagliari. Domanda: perché la provincia di Bolzano, tanto sensibile al tema del trasporto pubblico sostenibile, ha ritenuto di non partecipare a questo progetto? Non fosse altro che la trazione puramente elettrica rientra nelle da me tante volte citate previsioni per il tpl del 2025 del Piano Clima 2050. Qualcuno ha sonnecchiato?

Alcuni video sui bus elettrici (in lingua tedesca): servizio di Deutsche Welle, il bus elettrico dell’Istituto Fraunhofer, primo e-bus a Hannover, e-bus a Münster e a Magdeburg.

Se fossimo in Arabia Saudita, Kuwait e Dubai, dove i finanziamenti paiono infinti, nulla quaestio, ma qui in Europa… Sono costose sperimentazioni e per onestà intellettuale sarebbe opportuno non dare l’illusione, come cercano molti politici e aziende di tpl, di certo in buona fede, che siano bus prodotti già in serie e prospettando acquisti all’ingrosso di e-bus che, nelle condizioni attuali, mai ci saranno.

Bus elettrico cinese: dalla Danimarca tanti dubbi

Si può anche risparmiare con i bus elettrici e rivolgersi ad Oriente. Certo è che il test fatto a Copenhagen non è che sia andato molto bene, fra l’altro con un impianto di riscaldamento a… gasolio. Qui il report finale da cui emerge soprattutto un maggior costo totale (TCO) del 30% superiore ai bus convenzionali a gasolio.

Il “bussetto” elettrico di Sasa e la foglia di fico sui bus diesel

Su tale iniziativa mi sono già espresso di recente, soprattutto come gigantesca foglia di fico sul prossimo acquisto, mai annunciato ufficialmente ma si sa che tutto avviene rigorosamente in camera caritatis, all’ingrosso di bus diesel e non sto a ripetermi se non che fino ad oggi né Sasa, né la Provincia mi hanno smentito.

Nuova linea “elettrica” Sasa centro-polo tecnologico NOI: perché non se ne parla?

Appare davvero curioso che, nonostante ne abbiamo scritto qualche settimana fa, la notizia (tratta dalla risposta ad una recente interrogazione in Consiglio Provinciale) che c’è un progetto da 3,03 milioni di Euro per cinque e-bus, ma i bus, ci scommetto, saranno di proprietà di STA (come lo sono quelli a idrogeno) e questo dovrebbe far riflettere non pochi sul grado di autonomia gestionale di Sasa, già piegata ai desiderata della Provincia in tema di finanziamenti e rinnovo della flotta.

Infatti, si intendono acquistare:

  • 3 bus da 12 metri da 550mila Euro cadauno
  • 2 bus da 18 metri da 690mila Euro cadauno

Curioso questo “slancio” elettrico come al solito per affermare “Wir sind die Besten!”... a spendere e a spandere, forse. Ma in quanto a logica… Per me, lo ribadisco, ciò non può o togliere nulla dalla circostanza dell’assurdo acquisto di bus a gasolio che Sasa farà prossimamente e sui cui tutti tengono la bocca cucitissima.

Questione di scelte: 5 bus elettrici o 13 a metano?

Quindi 3,03 milioni di Euro per cinque bus, mentre ho qualche perplessità sui costi unitari che non tornano, ma come mai nessuno ha mai parlato pubblicamente di questo progetto?

Facciamo due conti: con quella somma si potrebbero acquistare circa 11 (!) bus da 12 metri e 2 da 18 metri, ovviamente a metano. La matematica non è un’opinione.

Domanda: solo per un’opera di p.r., cinque nuovi e-bus prototipi, il resto… gasolio a go-go ?

Cosa dicono i proprietari di Sasa? Sempre guardare dall’altra parte?

Sarebbe “carino” sapere anche se l’ente proprietario di Sasa, in primis il Comune di Bolzano con Consiglio e relative Commissioni consiliari nonché relativi uffici comunali, che nel passato hanno spiccato per indifferenza totale al tema e che tuttora non sembrano schiodarsi da tale atteggiamento rimessivo e passivo, questa volta vorranno cominciare almeno a discuterne e, forse, anche a chiedere conto a chi la Sasa la rappresenta e che pare subire da anni ogni decisione provinciale. D'altronde la vicenda dei bus ibridi a gasolio di qualche anno e finita all'attenzione della Corte dei Conti la dice un po' tutta.

(1 - continua)