Chronicle | Atti vandalici

Sì, viaggiare..

Cimiteri devastanti, scuole vandalizzate, ragazzi picchiati.
Ovvero: della piccolezza dell'essere umano.
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Viaggiando lungo la valle della Drava 
imparo sempre molte cose.
È bellissima, la valle della Drava; sempre 
emozionante percorrerla.
Ogni tanto mi imbatto in tempeste che nemmeno nella Nibelungenlied. Il cielo che si 
rovescia sulla terra, veramente.
Altre volte idilliaca come in un quadro di 
Segantini. Pecore e agnelli ovunque.
Appunto, ascolto alla radio la notizia che 
molti giovani ritornano a allevare pecore e capre. Non entrambe. O pecore, o capre. 
Pare che sia una scelta filosofica, o 
esistenziale, assolutamente inconciliabile. 
Per quanto, mi sembra che, una volta, non 
fosse così. 
Ma oltre a questo: gli episodi di vandalismo nei cimiteri.
I Vandali. Che dalle coste del Baltico  
arrivarono fino in Spagna e in Africa.
Non viceversa.
Allarme generale: nei cimiteri della bassa 
Austria e Carinzia si moltiplicano gli atti 
vandalici, in particolare i furti di oggetti 
sacri e la distruzione di tombe e loculi.
Leggo oggi che anche a Roma: cimitero del Verano. Lapidi spaccate, cadaveri visibili, 
rubinetti divelti.
Non conosco il cimitero del Verano, ma mi 
torna in mente una canzone di Francesco 
de Gregori. 
"Sconquassato il Verano
Dopo il bombardamento
Tornano a galla i morti
E sono più di cento ". 

Saranno quelli, i morti?
Mi piace molto guidare, i pensieri si 
rincorrono liberamente. 
"Come luci nel buio di case intraviste da un treno", per rimanere in tema di canzoni.

Pugni e calci in un liceo di Firenze.
Ancora una scuola vandalizzata a Merano.

Allagata, i rubinetti divelti.

Ancora un ragazzo, disabile, picchiato e 
lasciato davanti a una scuola, a 
Bressanone. È la terza volta in breve 
tempo. I genitori devono soccorrerlo.
Ancora, scritte razziste sui muri.
Non mi viene a proposito nessun 
riferimento poetico a proposito, tranne le 
pene nell'Inferno di Dante. 
Più di una, andrebbe bene. 
Ignavi, violenti, traditori.
Il notiziario prosegue:  esami di lingua ai 
bambini, drammatica siccità, lupi e orsi, 
turisti a numero chiuso e cacciatori.
I pensieri si accavallano, si rincorrono, la 
nebbia esce improvvisamente dai boschi, 
formando vortici e spirali.
Il cielo si apre nello squarcio violaceo di un lampo. La pioggia è così fitta, che il tuono 
nemmeno si sente più.
Ma che bella la natura, sempre e 
comunque tanto più grandiosa, di noi.
La piccolezza dell'essere umano appare 
disarmante.
In un raggio di sole, in fondo a un sentiero, compare un vecchietto.
Ma chi sarà, a quest'ora, con questo tempo?

Ah, ma certo!
Caspar David Friedrich.