Society | Morire in mare

La Medusa e le Gorgoni

Un vecchio dipinto di Géricault, proiettato sullo sfondo del genocidio che sta avvenendo nei nostri mari, ci fa capire quanto siamo razzisti.

Sono nato vicino al mare, ma non ho sulla pelle - per aver cioè perso parenti o amici - vere tragedie di mare. Me ne vengono comunque in mente due, vissute entrambe a distanza, dunque "grazie" ai mezzi d'informazione, anche se si sono verificate nel "mio" mare. La prima è il cosiddetto disastro del Moby Prince.

Il disastro del Moby Prince è stato un incidente marittimo avvenuto la sera del 10 aprile 1991, quando il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo entrarono in collisione al largo del porto di Livorno. In seguito allo scontro, si sviluppò un incendio che causò la morte delle 140 persone a bordo del Moby Prince, equipaggio e passeggeri, tranne il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. [Il resto della vicenda potete leggerlo QUI].

La seconda, più recente e forse più nota, è legata al nome dell'incapace capitano Francesco Schettino:

Il naufragio della Costa Concordia è un sinistro marino tipico avvenuto venerdì 13 gennaio 2012 alle 21:45:05 alla nave da crociera Costa Concordia al comando di Francesco Schettino e di proprietà della compagnia di navigazione Costa Crociere, parte del gruppo anglo-americano Carnival Corporation & plc. Salpata dal porto di Civitavecchia e diretta a Savona per l'ultima tappa della crociera «Profumo d'agrumi», nelle acque dell'Isola del Giglio la nave ha urtato uno scoglio riportando l'apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva; l'impatto ha provocato la brusca interruzione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto, seguito dal parziale affondamento della nave. L'incidente ha provocato 32 morti tra i passeggeri e l'equipaggio della Costa Concordia; la morte di un sommozzatore mentre era intento a collaborare nei lavori di rimozione del relitto, avvenuta il 1º febbraio 2014, ha portato a 33 il numero delle vittime collegate al tragico evento. La Costa Concordia è stata la nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata della storia. [Anche in questo caso, per gli ulteriori dettagli, si legga QUI].

Di ben altre dimensioni, purtroppo, è il computo dei migranti annegati negli ultimi anni [se ne fa una stima QUI]. Con una differenza evidente. Mentre nel caso del traghetto Moby Prince o della nave Costa Concordia il clamore per le vite perdute si basa sul fatto che si trattava di persone "simili a noi", nel caso dei migranti parliamo di "persone" che facciamo molta fatica a sentire "simili a noi", che, anzi, addirittura consideriamo "non persone", e per le quali abbiamo dunque prestabilito forme d'identificazione legali (sic!) che ne espongono tutta la differenza (addirittura "molesta", come nel caso del termine "clandestino"). E infatti generalmente subiamo la notizia di quei morti, di quei naufragi, con distaccato fastidio. Uno in più o uno in meno, che differenza volete faccia, se non sentiamo ormai più neppure la differenza tra mille in più o mille in meno?

Ricordando un'altra famosa tragedia del mare - famosa perché raffigurata in un ancor più famoso dipinto del pittore francese Théodore Géricault -, il giornalista e critico d'arte Jonathan Jones ha parlato apertamente di razzismo: "Probably only racism - scrive Jones comparando la pietà alla quale ci muove il quadro di Géricault nei confronti di quella lontana vicenda alla nostra insensibilità rispetto al genocidio di ogni giorno che abbiamo di fronte - can explain such a deep intolerance, such a terrifying inability to imagine oneself in the place of others" [L'articolo completo di Jones si legge QUI]. Penso abbia ragione. Anzi, ha senz'altro ragione. Noi europei siamo diventati un popolo di infami razzisti. O forse lo siamo sempre stati: ci eravamo solo scordati di esserlo. 

P.S. Spiegazione del titolo. Méduse è il nome della fregata francese alla quale - o meglio, al naufragio della quale - si riferisce Géricault. Ma Medusa è anche una figura della mitologia greca. Insieme a Steno ed Euriale - ci informa Wikipedia - è una delle tre Gorgoni, figlie delle divinità marine Forco e Ceto. Secondo il mito, le Gorgoni avevano il potere di pietrificare chiunque avesse incrociato il loro sguardo e, delle tre, Medusa era l'unica a non essere immortale; nella maggioranza delle versioni viene decapitata da Perseo. Se dunque Medusa è mortale, e come il vascello francese può affondare, le altre Gorgoni continuano a fissarci e a immobilizzarci, privandoci della pietà che dovrebbe imporci di soccorrere chi ne ha bisogno.