Politics | Legge elettorale

Le nuove regole del gioco

E' entrata in vigore la legge n. 5 che modifica la disciplina delle elezioni del Consiglio provinciale. Pichler Rolle (Svp): “E' un testo condiviso”.
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Foto: Salto.bz

Tre mesi fa la prima pubblicazione del testo. Poi, non essendo state presentate richieste di referendum nel termine di tre mesi, il 14 maggio è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione e il giorno dopo è entrata in vigore la legge provinciale n. 5, intitolata “Disposizioni sull'elezione del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano per l'anno 2013 e sulla composizione e formazione della Giunta provinciale”. Dietro questa formula giuridica ci sono le modifiche apportate alla normativa che disciplina le elezioni provinciali, le delicate regole del gioco della nostra democrazia insomma. Per capire le principali novità introdotte abbiamo parlato con uno degli artefici della legge, il consigliere provinciale – oggi assessore – Elmar Pichler Rolle (Svp).

Modificare la legge elettorale è sempre complicato, si vanno a toccare interessi diversi ma anche i meccanismi democratici. C'è stata condivisione in Consiglio quando è stata approvata?
Pichler Rolle: È passato un po' di tempo e non ricordo di preciso l'esito della votazione, ma posso dire che una volta superate le tensioni riguardo al metodo di riparto dei seggi, la legge è stata poi sostanzialmente condivisa dai gruppi presenti in Consiglio.

La novità più importante è forse il limite di tre mandati per i componenti la Giunta provinciale, mutuata dal regolamento Svp. Che ne pensa?
Sì, giusto. Il Consiglio ha introdotto questa soglia ma per il momento ne è escluso il presidente della Provincia. Fino ad oggi la Giunta veniva inoltre votata singolarmente dal Consiglio, prima il presidente che poi indica la sua squadra e poi assessore per assessore a cui vengono poi assegnate le deleghe. Con la nuova legge il presidente indica la squadra con le relative deleghe e il Consiglio li vota in blocco, come con un voto di fiducia sulla Giunta, cosa che accade già nei consigli comunali. L'esecutivo provinciale non potrà inoltre superare i nove componenti, uno in meno rispetto al passato. Si introduce infine la sfiducia costruttiva.

Anche l'obbligo di contenimento a un massimo di 40mila euro per candidato dei costi per la campagna elettorale sembra un limite al passo con la protesta anti-casta che arriva dal basso...
Tutti i partiti hanno espresso la volontà di tenere sotto controllo le spese elettorali. Ci sono alcuni nei: nella somma ad esempio non sono conteggiati i contributi che il candidato versa al partito per l'adesione alla campagna elettorale che, si sa, si gioca sulle preferenze – quindi molto personalizzate – e in cui non tutti si possono permettere dei forti investimenti.

Le quote rosa diventano poi molto più concrete, sia in Consiglio che in Giunta.
Fino ad oggi un terzo dei posti in lista era riservato all'altro sesso. Se non riuscivi a trovare un numero giusto toglievi semplicemente qualche posto alla lista e basta. Esempio su 35 candidati, 12 dovevano essere donne, ma se non le avevi toglievi sei posti e basta. Oggi questo non accade più, i candidati dell'altro sesso devono esserci necessariamente. Per la Giunta la nuova legge prevede che si rispetti la proporzionale dei sessi che si è avuta in aula: tante donne in Consiglio, tante donne – in percentuale – in Giunta. La composizione della Giunta risulterà quindi abbastanza curiosa e faticosa: bisognerà rispettare la proporzionale linguistica e pure quella di genere.

Infine il voto per gli altoatesini all'estero.
Non solo per loro, ma anche per quelli che per qualsiasi motivo sanno anticipatamente che non potranno essere in Alto Adige al momento del voto, che – come già accade in molti Paesi – potranno votare prima per corrispondenza. E sempre per corrispondenza potranno esprimersi anche gli altoatesini residenti all'estero (non si può invece votare nei consolati e nelle ambasciate, lo si può fare solo per le lezioni nazionali) e in questo modo è stato quindi abolito l'indennizzo che si riconosceva a chi tornava in Alto Adige dall'estero in vista delle elezioni e che costava parecchi soldi all'erario.