Malinteso sanitario
La circolare del direttore generale del’Azienda sanitaria Florian Zerzer che, a partire dal 31 maggio, intendeva rendere possibile l’accesso al dossier sanitario elettronico solo in presenza dei pazienti ed ha logicamente gettato nel caos tutto il comparto della sanità, sarebbe frutto di un malinteso. Non è uno scherzo, ma è quanto è stato - suo malgrado- costretto a spiegare il presidente nonché assessore competente Arno Kompatscher durante la conferenza stampa di Giunta dopo una domanda di una giornalista relativa al caso sollevato nei giorni scorsi dal quotidiano Alto Adige.
Secondo la circolare – ha detto il Landeshauptmann con un certo imbarazzo - la visione del dossier sanitario (che è diverso dalla cartella clinica, la riguarda, ad esempio un singolo intervento, mentre il dossier contiene la “storia” sanitaria del paziente ) sarebbe preclusa in assenza del paziente, ma, appunto “sarebbe”, perché in realtà su questo c’è stato un malinteso (Kompatscher si è lasciato scappare un sorriso). E’ stato chiarito che non è così. La cosa importante è che il medico che entra nel dossier sia un medico che ha in cura quel paziente in quel momento e che abbia interesse all’accesso alle informazioni pregresse. Il paziente non deve essere quindi per forza presente”.
Cosa era accaduto, cioè? “Ci sono state due denunce da parte di pazienti che avevano notato che qualcuno era entrato al dossier senza che loro avessero dato il consenso. Per la cartella clinica, invece, il consenso è automatico. Una volta che sarà attivato il Fascicolo sanitario previsto a livello nazionale tutte queste incertezze dovrebbero cadere”.
Cosa dice l'ASL
Invece che ammettere quello che per Kompatscher è stato un errore di interpretazione e di comunicazione, l’Azienda sanitaria, ancora ieri sera, spiegava le cose diversamente. “In linea di principio, si può affermare che l'accesso alla cartella clinica, che descrive un singolo episodio di ricovero, continua ad essere possibile senza restrizioni per i medici curanti ed il personale appartenente alle professioni sanitarie. Tuttavia, deve essere adattato l’accesso al cosiddetto "Dossier sanitario Elettronico", attraverso cui sono consultabili tutte le prestazioni sanitarie erogate alla paziente da tutte le strutture dell'Azienda sanitaria.
Secondo quanto si legge nel comunicato Asl, “dal 31/05/2023, l'accesso da parte del personale sanitario al "Dossier sanitario Elettronico" delle persone interessate sarà possibile solo se il/la paziente è stata presa in carico in una delle strutture sanitarie per una visita ambulatoriale, o un consulto, per un accesso al pronto soccorso, o per un episodio di ricovero”. Da questa precisazione non si capisce in quali altri casi invece l’accesso al Dse sia interdetto per cui sembra quasi riconfermata la necessità della presenza del paziente. Tanto che nella stessa nota il Direttore sanitario Josef Widmann si dice “consapevole che ciò comporterà in determinati casi un impegno ulteriore, ma si rende tuttavia indispensabile rispettare le disposizioni in merito alla protezione dei dati. Al fine di garantire la revisione nel miglior modo possibile la Direzione ha provveduto ad istituire un apposito Gruppo di lavoro il quale approfondisce in questi giorni eventuali problemi che possono sorgere, al fine di elaborare soluzioni il più rapidamente possibile”. A precisa richiesta l'Asl fa sapere che in merito non ci saranno altre comunicazioni.
Il PD plaude
A testimonianza del fatto che un ulteriore chiarimento non guasterebbe, a stretto giro arriva una nota del PD con la quale si ringrazia Kompatscher "per essere tempestivamente e risolutivamente intervenuto in merito alla recente circolare ASL sulla privacy che ha creato moltissimo allarme tra i cittadini, i medici e tutti gli operatori sanitari. Egli ha inequivocabilmente chiarito che la presa visione dei dati contenuti nel Dossier sanitario da parte dei medici curanti rimarrà così com’è e non verrà ostacolata con conseguenze prevedibilmente drammatiche per i pazienti".
Secondo il consigliere Sandro Repetto e il responsabile sanità del PD, Elio Dellantonio "l’aspetto positivo di questa vicenda riguarda il fatto che è stata stimolata l’attenzione dell’opinione pubblica sui cronici e irrisolti problemi strutturali dell’informatizzazione sanitaria aziendale. Un’informatizzazione parziale e deficitaria certifica ed amplifica agli occhi dei cittadini le carenze del sistema sanitario pubblico e rappresenta un formidabile veicolo pubblicitario verso la privatizzazione. Di questo ne siamo tutti consapevoli. Come siamo consapevoli che il nostro sistema sanitario pubblico, i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario ed amministrativo non se lo merita. Il punto di partenza di una qualsiasi azienda sanitaria è avere un gestionale di base unico e questo lo sanno tutti i tecnici. Da oltre trent’anni il sistema informativo aziendale è composto da ‘isole informatiche’, cioè da sistemi che non si interfacciano e che frammentano le informazioni cliniche rendendole parziali ed in taluni casi potenzialmente fuorvianti. Da ciò derivano inefficienze, rischi importanti per pazienti e professionisti ed una gravissima perdita di tempo. I diversi software non dispongono di interfacce unitarie e sistematiche. I medici devono uscire da un applicativo ed entrare nell’altro: stress, frustrazione, tempi delle prestazioni che si allungano, errori. Questo è inoltre un fattore di peggioramento delle liste di attesa. Territorio e Ospedale non sono collegati a Bolzano e Merano, con gravi conseguenze per la cura dei pazienti".
Questi problemi si legge nella nota "nascono dalla conflittualità che si è radicata e potenziata nel tempo tra due concezioni di “informatizzazione” di Bolzano, con la piattaforma Medarchiver, e Brunico, con la piattaforma IKIS. A nulla sono valsi a tutt’oggi gli sforzi di unificare il sistema e renderlo accessibile a tutti gli operatori sanitari, ovviamente nel pieno rispetto della privacy.
La nota fornisce poi dettagli che aprono uno squarcio sul funzionamento della sanità. "Attualmente sono disponibili per i medici dell’Ospedale di Bolzano e dell’Azienda due grandi contenitori di dati: Medarchiver e Sancore: in quest’ultimo confluiscono IKIS e le nuove cartelle NGH. I due contenitori contengono attualmente alcuni dati in comune, alcuni dati sono presenti solo in uno, altri solo nell’altro. Alcuni reparti hanno ancora in uso la cartella MEDARCHIVER, altri NGH. Alcuni reparti/servizi non sono affatto collegati con nessuno dei due contenitori. In SANCORE sono disponibili diversi moduli: ricoveri, lettere di dimissioni, consulenze specialistiche, referti istologici, di laboratorio, di diagnostica per immagini ed altro ma non sembra possibile recuperare tutti i dati riconducibili ad un episodio di cura, ad esempio ad un ricovero. Molti moduli contengono pochi dati, dati parziali, e per molti ambiti sono vuoti. Questa è la realtà operativa sul piano clinico-aziendale anche se sono state investite importanti risorse e si sono acquisiti strumenti e competenze per risolvere in tempi relativamente brevi i problemi che l’implementazione di un sistema informatico unitario inevitabilmente comporta".
Vogliamo finalmente
Vogliamo finalmente ammetterlo? La cosiddetta "protezione dei dati" ha portato un sacco di burocrazia aggiuntiva, costi per le aziende, costi penalizzanti per le PMI e le Partite IVA, scocciature durante la navigazione Internet "se sei d'accordo ad accettare i nostri cookie e le condizioni clicca qui altrimenti scordati di leggere le informazioni di cui hai urgentemente bisogno" e faccende simili.
Non conosco l'originale della circolare ASL, ma nel caso di un paziente incosciente al pronto soccorso, peraltro presente, i sanitari possono cercare informazioni sulle sue patologie ed allergie nei documenti a loro disposizione oppure devono rischiare nei dargli medicamenti che lo fanno schiattare?
Malgrado tutta la privacy che ci circonda oggi mi ha telefonato una societa' telefonica (non cito il nome per motivi di loro privacy) a informarmi che sarebbero molto contenti di vendermi un servizio. Ho la registrazione, posso indicare il numero. Verranno condannati a 1 miliardo di danni causa violazione privacy, oppure no? Anzi, condanneranno me per la registrazione illegale, anche se si trattava di voce registrata.
GDPR, il regolamento europeo sulla privacy, e' un segno dell'arretratezza europea in materia di IT nei confronti di USA, Cina, Russia e India. E presto anche Africa.
Mentre riguardo il fascicolo sanitario, meglio chiedere a Google. Loro sono certamente meglio informati.
In reply to Vogliamo finalmente by Gianguido Piani
Che dire? Solo condividere!!
Che dire? Solo condividere!! Anche io oggi sono stato interpellato dall'operatore telefonico, identica trafila. Eppure sarei iscritto nel famoso registro delle opposizioni.
Aggiungo..non tanti anni fa ho dovuto andare al pronto soccorso d'urgenza perché mia madre stava male.
Era uscita dall'ospedale alcuni giorni prima.
Or bene, verso le una di notte trasferimento dal pronto soccorso in corsia, l'infermiera in reparto ha dovuto prendere tutti i dati (malattie, medicinali etc. ect.) perché non poteva vedere i dati (che già erano in ospedale).
Una infermiera all'una di notte deve fare l'interrogatorio al paziente ricoverato, perché non ha l'accesso ai dati.
Ma ci rendiamo conto?
La burocrazia prima del paziente ... nulla da aggiungere.
Chi è al comando di una azienda...ogni tanto si ponga delle domande!
In reply to Che dire? Solo condividere!! by Josef Ruffa
Ma soprattutto sia dia (e ci
Ma soprattutto sia dia (e ci dia) delle RISPOSTE CONCRETE!
In reply to Vogliamo finalmente by Gianguido Piani
Con Corona la privacy é
Con Corona la privacy é comunque morta (o meglio, c'é e non c'é, a seconda di come fa comodo...)
Hat sich Zerzer wirklich so
Hat sich Zerzer wirklich so entschuldigt, dass er gemeint hat, ein Rundschreiben könne nicht alles beschreiben/definieren?
Dann ist entweder das Rundschreiben umsonst oder derjenige, der es schreibt...
In reply to Hat sich Zerzer wirklich so by M A
Oder auch beide.
Oder auch beide.