I perché dell'Europa
Antonio Megalizzi, giornalista trentino assassinato a Strasburgo nel dicembre 2018, ha ricevuto oggi la laurea ad honorem in Studi Europei ed Internazionali (www.unitn.it/ssi). Nel palazzo intitolato a Paolo Prodi, che ha insegnato all'ateneo trentino così come il fratello Romano e due personalità europee come Mario Draghi e Mario Monti, a Trento, Antonio Megalizzi si stava formando come eurogiornalista alla Scuola di Studi Internazionali, nata all'inizio degli anni Duemila come interfacoltà fra Economia, Sociologia, Giurisprudenza e Lettere.
Il 16 luglio 2021 ha raggiunto il meritato lauro accademico. Se lo stava sudando alla grandissima quel master, partendo la mattina presto per andare a Rovereto a Radio80 (https://www.radiottanta.com/)
Antonio si chiedeva "perchè", da piccolo e da grande. Il suo obiettivo di rendere l'Europa comprensibile a tutti e ben spiegata è portato avanti dalla fondazione che porta il suo nome. Il "perchè" ed il senso critico di Antonio sono stati sottolineati anche nell'ultimo intervento della mattinata, quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Flavio Deflorian, rettore di Unitn, ha usato le parole di San Paolo, la "buona battaglia", per definire il percorso di giornalista europeo ed attivista di Antonio. Andrea Fracasso, prorettore ed ex direttore della Scuola di Studi Internazionali, si è soffermato sui poliedrici interessi di Megalizzi nella sua vita universitaria: dai diritti umani allo sfruttamento dei materiali in Africa. Stefano Schiavo, direttore della Ssi, ha letto le motivazioni della laurea ad honorem, spiegando come "Antonio lasci una importante eredità intellettuale e civile". Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e la giudice costituzionale Daria De Pretis, che è stata rettrice fra il 2013 ed il 2014 di Unitn.
Luana Moresco, fidanzata di Antonio e presidente della Fondazione, ha ricordato il "progetto di comprendere e far comprendere". Luana ha immaginato che in questa situazione Antonio Megalizzi sarebbe rimasto col suo sorriso, in silenzio, un po' imbarazzato.
Ma uscendo con gli amici per le vie del centro storico di Trento - l'aggiunta di chi scrive - sicuramente, essendo uomo da consolle, si sarebbe fatto cantare le più celebri canzoni della goliardia accademica.