Il bestiario del Mondiale
~~Va bene l’arte del dribbling, la poesia del calcio e la capacità di unire i popoli ma il Mondiale, onestamente, è anche un bel bestiario. Uno zoo reale e simbolico che tocca i più disparati angoli dell’etologia: dai galletti che sembrano piccioni agli elefanti passando per leoni, cammelli e armadilli.
Inevitabile, comunque, partire dalla mascotte di questa rassegna iridata 2014. Si chiama Fuleco e, pur assomigliando al cattivo di un episodio delle Winx, è proprio un armadillo. Precisamente della specie “tatu-bola” che ha l’innegabile pregio di appallottolarsi quando si sente in pericolo. Un animale piuttosto timido, il che calza a pennello con le prestazioni dell’ultimo Brasile. Il nome, infine, è stato scelto con una votazione pubblica (come avvenne per la prima volta con Ciao a Italia ’90) ed è la crasi tra le parole “futebol” ed “ecologia”.
Come può mancare, poi, quella splendida abitudine globale dell’imitazione di un fenomeno che per un certo periodo ha funzionato? Ecco, prendiamo il polpo Paul che nel 2010 azzeccava tutti i risultati delle partite in Sudafrica salvo lasciarci le penne, o meglio le ventose, pochi mesi dopo per lo stress. Non paghi, c’è sempre qualcuno pronto a ricercare il nuovo fenomeno del baraccone, il più delle volte uno zoo. Ecco, dunque, spuntare l’armadillo (ancora?) Flitz nello zoo tedesco di Chemnitz, il cammello Shaheen di Dubai, la brasiliana tartaruga Cabecao e il pappagallo Carlos, spagnolo ma di stanza a Reggio Calabria. Dicono tifi Italia e non Spagna (in base a cosa è poco più di un mistero…), ma come tutti i suoi compagni di destino sembra molto più portato per le defaillance di pronostico che non per la preveggenza.
Esauriti gli animali, ahiloro, reali torniamo nell’ingarbugliato campo dei simboli delle varie nazionali: qualcuno curioso, qualcuno decisamente meno appropriato. Il simbolo dell’Inghilterra, per dire, sono i tre leoni che fino adesso hanno miagolato come gattini. Leoni indomabili pure i giocatori del Camerun: già eliminati. Sarà mica che dopo Juan Carlos ha abdicato anche il sovrano della foresta?
I francesi hanno il galletto, e passi, mentre il Giappone presenta sulle maglie un pennuto a tre zampe che si chiama yatagarasu e assomiglia decisamente a un piccione con il becco lungo. I giocatori della Costa d’Avorio si identificano negli elefanti, ma sono più agili e sexy a dire delle signore mentre agli australiani, guarda un po’, si associano i canguri
E l’Italia? E La Germania? Come diverse altre Nazionali europee non fanno riferimento a un particolare orizzonte animalesco. Con una punta di malizia, però, una chiave di lettura si può trovare anche qui: la prima, infatti, è senza dubbio la bestia nera della seconda.