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Cronaca di un incubo

La mia odissea, quella della mia famiglia e della babysitter a causa di un tampone "dubbio". E perché forse questa quarantena potevamo risparmiarcela. Due testimonianze.
Quarantena
Foto: flickr

Egr. Signor Franceschini,

Un paio di sere fa una mia cara amica mi ha girato il Suo articolo e l'ho letto tutto di un fiato. Non potevo credere a quello che ho letto. Era la mia storia, la storia della mia famiglia. Mi presento, mi chiamo Astrid Mancini, sono un'onesta cittadina madre di due bambini, lavoratrice e moglie. Le vorrei raccontare la nostra storia che è molto simile alla Sua. Il giorno mercoledi 29 luglio io e mia figlia Giulia facciamo un tampone per poter partire per il campo scout. Io sono accompagnatrice e lei è una partecipante. Mia figlia al momento del tampone fa un pò di storie, ha un passato di ospedali e non vuole in generale farsi toccare, ma per andare alle tanto attese vacanze di branco prova a farselo fare. Non sta ferma, l'infermiera si spazientisce e dopo vari tentativi di convincimento le dice che lo farà solo da una narice sperando che possa andare bene. Ok tampone fatto sia io che lei ora aspettiamo il risultato che arriva il giorno dopo. Il mio tampone è negativo mentre il suo è DUBBIO. Premetto che ho un altro figlio di 14 anni che la settimana prima, anche lui per poter partecipare ad un campo scout, ha fatto tampone risultato negativo. Ci allarmiamo subito, per poter partecipare ovviamente serve un tampone negativo. Il venerdi mattina subito dopo le 8 chiamo la signora che ci aveva organizzato i tamponi spiegandole la situazione. Lei subito mi ha fissato un appuntamento per la mattina stessa per effettuarne un altro, ma prima avrei dovuto chiamare il distretto sanitario per verificare se la procedura era corretta. Ho chiamato ed apriti cielo. Eravamo ovviamente già stati segnalati alle forze dell'ordine, al nostro medico di famiglia nonché alla pediatra.

Non potevo credere a quello che ho letto. Era la mia storia, la storia della mia famiglia

Mi è stato detto che da quel momento non potevo più uscire di casa, che avrei dovuto richiamare immediatamente mio marito e farlo rientrare dal lavoro. Ho spiegato loro che mio figlio più grande si trovava già al campo scout da una settimana e che sarebbe rientrato il giorno dopo alle 13 ma la signora al telefono mi ha detto che lo dovevo recuperare immediatamente, cosa impossibile dato che da quel maledetto momento non potevo più uscire di casa. Si sono offerti allora di organizzare un'ambulanza della croce bianca per andare a recuperarlo. Mi sono opposta, già subire il trauma di dover rientrare prima per un motivo cosi ed in più prelevato da un'ambulanza come se fosse un malato era un'esperienza che ho voluto risparmiare ad un ragazzino di 14 anni. Lo abbiamo fatto rientrare la sera stessa accompagnato da un altro capo che gentilmente si è offerto di riportarcelo. Abbiamo un cane, un cucciolo di 7 mesi che ha i suo bisogni da fare e tanta voglia di uscire, ma ci è stato detto espressamente che neppure con il cane potevamo mettere piede fuori di casa. Ho dovuto fare i nomi dei contatti che ha avuto mia figlia nei 3 giorni precedenti al tampone. Solo la babysitter. Quest'anno per prudenza non ho iscritto i miei figli a nessun evento estivo, al quale di solito partecipavano non siamo mai stati in piscina, non mi sembrava il caso, non abbiamo girato per locali, siamo sempre stati attenti e rispettosi delle regole. Dopo aver metabolizzato la cosa ho richiamato chiedendo di poter rifare immediatamente un tampone a mia figlia dato che secondo me il tampone non era stato fatto bene. Mia figlia tra l'altro non ha avuto assolutamente sintomi, ne febbre, ne perdita dell'olfatto, ne tosse ne tanto meno un raffreddore, sana come un pesce. Mi è stato risposto che non esistono tamponi fatti male, se il tampone è dubbio secondo loro è positivo e quindi questa è la procedura, tampone per mia figlia appena dopo 11 giorni: mi è stato ripetuto in continuazione che probabilmente o lo stava finendo o lo stava iniziando. Io mi chiedo allora, se lo stava finendo vuol dire che era asintomatica e contagiosa per i 15 giorni precedenti in cui noi abbiamo visto parecchia gente tra nonni, zii, vicini di casa, amici. Se invece lo stava iniziando allora lo avrebbe trasmesso a noi che fino a prova contraria eravamo negativi. Mi è stato detto di mettere la bambina in isolamento in casa, mi chiedo come è possibile mettere una bambina di 10 anni chiusa in una stanza da sola. Mi è stato ripetuto più e più volte che il tampone DUBBIO è un tampone positivo.

 

 

Mio figlio lo abbiamo sistemato in un appartamento vicino al nostro che ci è stato prestato dai vicini perchè per assurdo lui non avendo visto la sorella per una settimana finiva la quarantena una settimana prima di noi. Notare che ha fatto secondo loro una settimana di quarantena in un campo scout con altri 30 ragazzi. Per poter essere libero prima quindi non doveva avere contatti con la sorella. A me e mio marito e mio figlio hanno rifatto il tampone il sabato stesso. Ovviamente negativi tutti. A mio figlio hanno tra l'altro pure fatto un tampone in più il lunedi successivo. Ci siamo meravigliati non era in programma, abbiamo chiamato il distretto sanitario per chiedere spiegazioni e loro hanno detto che si sono sbagliati, che in realtà il tampone era stato cancellato ma non dalla lista dell'operatore che era in giro per farli. Quindi mio figlio in sostanza ha fatto quattro tamponi tutti negativi, io ho fatto quattro tamponi tutti negativi, mio marito ha fatto tre tamponi tutti negativi, la babysitter ha fatto tre tamponi tutti negativi. Mia figlia successivamente ha fatto i due tamponi tutti negativi. Ed alla fine della nostra quarantena, mi è arrivata una mail esattamente il giorno 13 agosto, giorno in cui io mio marito e mia figlia avremmo finito, con il prolungamento della quarantena di mia figlia fino al giorno 27.08. perchè non avendo ricevuto il risultato del secondo tampone non potevano sbloccarla. Abbiamo sollecitato il risultato dato che era giovedi e si prospettava il fine settimana con Ferragosto di mezzo. Ci è stato risposto che sono sommersi di tamponi e che fanno fatica a stare dietro a tutto e che il distretto sanitario il sabato e domenica non lavora e che quindi i risultati li avremmo avuti al più tardi al lunedi e che avremmo dovuto avere pazienza. Pazienza? Dopo che siamo stati 14 giorni chiusi in casa agli arresti domiciliari senza aver commesso nessun reato?? Questo è stato decisamente troppo. Fortunatamente il risultato è arrivato in tempo e con la mezzanotte del 13 agosto il nostro incubo è finito.

Mi consola purtroppo sapere che non siamo soli. Pensavo che fossimo stati sfortunati noi

Ora però mi chiedo, come posso quantificare il danno che abbiamo subito. Il danno psicologico che hanno subito soprattutto i miei figli, una bambina di 10 anni che ha pianto per giorni dicendo di non toccarla perchè poteva essere positiva e ci poteva trasmettere il virus. Che ha comunque perso un'esperienza di campo estivo al quale teneva e che visto l'ultimo periodo in cui i contatti sociali sono stati praticamente nulli non poteva che farle bene. Mio figlio che per una settimana è stato costretto all'isolamento per non aver contatti con la sorella. Al mio lavoro e quello di mio marito, non siamo liberi professionisti, ma io lavoro in uno studio tributario ed il 20 agosto ci sono molte scadenze grosse e quindi ora sono costretta a recuperare il tempo perso. L'assenza per malattia che ci verrà pagata dall'inps. Alla mia babysitter, una ragazza di 20 anni, alla quale è stato tolta la possibilità di partire per le vacanze con le amiche. Al nostro cane, ha sofferto anche lui non potendo stare con noi per ovvi motivi organizzativi. Mi chiedo quanto siamo costati tra l'altro al servizio sanitario, in 5 persone abbiamo fatto 17 tamponi, che potevano essere evitati se si fosse ripetuto il primo DUBBIO.

Mi consola purtroppo sapere che non siamo soli. Pensavo che fossimo stati sfortunati noi. Ho provato tanti sentimenti durante questa quarantena, rabbia per venir puniti per una cosa di cui non abbiamo colpa. Tanto dolore nel vedere i miei bambini privati di un pezzo di vita che non tornerà più, dopo che già gli è stato tolto tanto. Delusione nel sapere che vieni trattato come un numero in una statistica. Siamo persone con storie alle spalle ed un problema enorme da affrontare. Ed infine rassegnazione per aver sentito troppe volte che questo è il sistema mi spiace, signora si rassegni dovete stare in casa e basta....
L'unica cosa positiva di questa esperienza è stata la presenza di persone a noi vicine che si sono dimostrate empatiche e solidali nei nostri confronti dedicandoci del tempo prezioso per supportarci sia a livello logistico di gestione della spesa e quant'altro che a livello emotivo. Senza queste persone non ce l'avremmo fatta a superare questa terribile esperienza. Viva la solidarietà.
Scusi se mi sono dilungata, volevo esporle la mia storia, vorrei che non ci dovesse passare più nessuno e se questo sfogo può essere di aiuto sono assolutamente pronta. Ho letto che altre persone l'hanno contattata e vorrei sapere se esiste un modo per far sentire la nostra voce.
Le allego anche una lettera che ha scritto la nostra babysitter per dare anche lei una testimonianza del periodo difficile che ha dovuto affrontare.
La ringrazio di cuore per aver sollevato il problema. Una voce sola non viene mai ascoltata, ma tante voci insieme possono fare parecchio rumore.

Cordiali saluti,

Astrid Mancini

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Christoph Wallnöfer Wed, 08/19/2020 - 22:04

Scioccante e contro ogni dignità umana.
Visto che NESSUNO dei consiglieri provinciali (del Presidende della Provincia e degli Assessori neanche parliamo) sembra accorgersi di cosa sta succedendo alla gente nel nostro paese, non resta che rivolgersi immediatamente alla Difesa Civica ("La Difesa civica tutela i diritti e gli interessi dei cittadini e delle cittadine nei confronti della pubblica amministrazione e a tal fine svolge la propria attività in modo libero e autonomo ... La Difesa civica esamina i reclami presentati dai pazienti riguardo alle prestazioni della sanità pubblica, informandoli sui loro diritti e doveri.") e anche al Garante per l`infanzia e l`adolescenza ("L’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza è stato istituito nel 2009 per tutelare i diritti e gli interessi dei minori e delle minori che vivono in Alto Adige ... Nell’esercizio della sua funzione istituzionale, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza è completamente indipendente e imparziale, non è sottoposta ad alcuna forma di controllo gerarchico o funzionale. Essa agisce su segnalazione o d’ufficio.")

Anche in Germania stanno succedendo cose simili come quelle che ci racconta. Ne parla l´avvocato Markus Haintz in un intvervista su youtube.

Wed, 08/19/2020 - 22:04 Permalink