Tirol bleibt zweierlei
Se le parole d’ordine risuonate oggi al Brennero avessero dovuto avere un significato unico e inequivocabile – “si tratta di dare un segnale, riaffermare l’unità del Tirolo e dell’Europa per scongiurare l’evenienza di nuove divisioni che ci riporterebbero indietro all’epoca degli stati nazionali”, questo il concetto ripetuto da tutti i presenti – bisogna dire che il messaggio è risultato letteralmente dimezzato considerata l’assenza più evidente: nessun rappresentante ufficiale del Tirolo del Nord si è fatto vedere al confine di Stato. E anche i rappresentanti sudtirolesi, a onor del vero, sono apparsi un po' al traino della mobilitazione trentina. Scarsa informazione, cattiva comunicazione, o semplicemente la difficoltà di esprimere una volontà realmente comune nell’affrontare il difficile momento storico? Anziché saldarsi in un cerchio, la catena delle mani intrecciate a un certo punto risultava comunque aperta, per non dire spezzata o protesa nel vuoto.
Uno degli oratori, all’inizio, ha citato il discorso pronunciato da Alexander Langer nel settembre del 1991, in occasione della manifestazione “pantirolese” intitolata “Riflettere sul Tirolo”. Accogliendo lo spunto di un positivo richiamo all’unità, persino nel contesto allora caratterizzato da motivazioni tutt’altro che unitarie, Langer scrisse: “Va (…) sviluppata molto la qualità e la quantità delle relazioni, degli scambi e delle iniziative comuni con le regioni vicine, innanzitutto con il Tirolo austriaco, con il Trentino, col Vorarlberg, con il cantone dei Grigioni. Sempre più si consolida un tessuto comune di problemi, di soluzioni, di ordinamenti, di valori, di economie, di società nell'arco alpino, ed il Tirolo storico da questo punto di vista può essere un utile riferimento, non solo nostalgico”. A giudicare da quanto accaduto, il referto appare chiaro. Forse sopravvive, anche se sempre più illanguidito, il riferimento nostalgico. Quando però si tratta di affrontare problemi molto seri, che dunque presuppongono una collaborazione effettiva e non solo retorica, ecco che il tessuto comune ricomincia a sfilacciarsi, a squarciarsi. “In effetti – ha commentato una giornalista austriaca – c’era solo una manciata di tirolesi alla manifestazione, e si trattava di cittadini privati, non di politici. Magari in Tirolo la manifestazione non è stata pubblicizzata a sufficienza, quindi è arrivato soltanto chi ne ha avuto notizia per caso”.
Un altro confronto che stride mette però il dito nella piaga. Mentre Ugo Rossi, Christian Tommasini, Philipp Achammer e Richard Theiner si passavano il megafono per arringare la piccola folla, a Innsbruck Günther Platter e Arno Kompatscher erano impegnati nel conferimento delle onorificenze al merito tirolese. Non necessariamente i due volti della stessa medaglia. Soprattutto in una giornata come questa.