La Solland è salva
La Solland Silicon è fuori dall’incubo. Il giudice, Francesca Bortolotti, ha stabilito che l’acquirente ha tutte le carte in regola. L’aggiudicatario della procedura di vendita fallimentare dello stabilimento di Sinigo è un imprenditore del Qatar, attivo nella produzione di pannelli fotovoltaici di terza generazione e a cui il silicio lavorato alla Solland si rivela provvidenziale. L’offerta - l’unica presentata - consiste in 5.001.000 di euro più le spese di trasferimento e le imposte di legge. Una prima tranche di denaro, 500mila euro, è stata già depositata. Una volta pagata la rimanenza potrà avvenire il trasferimento dell’azienda (entro 60 giorni dall’aggiudicazione).
“È una giornata storica - commenta il sindacalista della Cgil/Filctem Stefano Parrichini che da tempo ormai segue da vicino la vicenda -. Ora la Solland Silicon di Sinigo deve ripartire con il piede giusto, sperando che tutti, a ogni livello di responsabilità, lavorino nella stessa direzione: quella di far decollare questo impianto, affinché si possa posizionare sul mercato mondiale al livello che si merita”.
Salvi gli 80 posti di lavoro e in futuro è previsto anche un aumento della manodopera, obiettivo iniziale da centrare: arrivare a 130 unità. “La buona notizia è che 20 degli 80 lavoratori che non sono quelli ‘storici’ ma quelli assunti in corso d’opera, e cioè per essere impiegati nel piano di svuotamento, avranno un contratto a tempo indeterminato e quindi anche per loro la situazione professionale cambierà in meglio, senza contare che un’azienda come quella della Silicon porterà sul territorio risorse economiche non indifferenti”, spiega Parrichini.
Dopo il fallimento del 2016 e le sette gare andate a vuoto, da parte sindacale sono stati compiuti tutti i passi necessari per fare in modo che si rifacesse una gara, cercando anche di rallentare lo svuotamento, previsto in un’ordinanza provinciale, perché avrebbe compromesso la vendita della Solland Silicon, ricorda il sindacalista che aggiunge: “Abbiamo fortemente voluto che si indicesse un altro bando con la speranza che si potesse trovare un compratore. Il tutto è stato possibile grazie al supporto dei lavoratori e delle nostre strutture, anche a livello nazionale, per cercare, anche attraverso il coinvolgimento del Ministero dello sviluppo economico, la possibilità di provarci ancora una volta”.
Oltre un mese è passato da quando è stata resa nota la notizia di un acquirente dall’estero disposto a investire nella Solland, la palla era poi passata nelle mani del giudice fallimentare. Il trascorrere dei giorni - più di quanti ci si aspettava - aveva fatto pensare a qualche intoppo nella procedura e i timori di un buco nell’acqua avevano cominciato ad essere ingombranti, “ora - dichiara sollevato Parrichini - i lavoratori finalmente possono recuperare quel sonno che troppo a lungo è mancato loro”.
Ma come si può considerare un
Ma come si può considerare un successo la riattivazione di questo mostro? Sindacalisti, svegliatevi.
In reply to Ma come si può considerare un by Dietmar Holzner
Quando nessuno potrá mai piú
Quando nessuno potrá mai piú giustificare i soldi pubblici ormai andati persi. Un' azienda regalata nasconderá i buchi creati da scelte paradossali. Ci manderanno in casa un' altra volta i volantini salvavita.