Politics | Innsbruck-Bozen

Il segreto dei Verdi tirolesi

La scorsa settimana, Die Tiroler Grünen hanno dato qualche ripetizione ai Verdi del Sudtirolo. Donne nelle posizioni chiave, programma e strategia di marketing estremamente “eco”, sostegno dalla comunità turca e, soprattutto, nessun timore di apparire «troppo verdi» o settoriali, poco «liberali» ovvero disattenti all'economia: queste le principali ragioni del successo dei Grüne in Tirolo – con alle spalle due anni di lavoro, risorse cospicue e una squadra giovane e dinamica.
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Foto: © Oswald Stimpfl

Ci avete mai fatto caso? Percorrendo l'Autostrada A22 diretti verso nord, la segnaletica stradale indica «BRENNER/O». La località, insomma: niente valico, poche «( A )» per Austria (solo in prossimità del confine) e nessun cartello che indichi la direzione per «INNSBRUCK». Viceversa, procedendo sulla Brennerautobahn da Innsbruck verso sud, ancor prima del Ponte Europa, i cartelli indicano sempre una «BOZEN» cubitale, sottotitolata «Brennerpaß» in piccolo. A giudicare dalla toponomastica autostradale, il Tirolo non finisce alla frontiera del Brennero, mentre il Sudtirolo si ferma al confine di Stato – e non guarda oltre. Quando, alle elezioni regionali austriache, i Verdi hanno consolidato l'ampio consenso nelle grandi città, in Südtirol si percepiva solamente un sordo rumore di fondo, non dissimile da quanto (poco) si udiva “dall'Italia”. Sono le 7 meno dieci d'un lunedì sera quando una delegazione dei Verdi sudtirolesi parte da Bolzano per spingersi “draußen”, all'assemblea dei Grüne che sancirà l'accordo di governo Schwarz-Grün alla guida del Land Tirol.

Spettacolo a Götzens.

Usciamo a Innsbruck-Süd che il buio già sta calando sulla Nordkette. L'assemblea degli iscritti è convocata nella sala comunale di Götzens, villaggio adagiato tra boschi e prati di un altopiano arioso, poco sopra la valle dell'Inn; scenario da cartolina, simile a tante altre a nord delle Alpi. La sala è piena, quattrocento persone tutte concentratissime, benché in un'atmosfera abbastanza distesa. L'appuntamento è studiato nei minimi particolari, e lo si percepisce. Il testo dell'accordo di coalizione – già sottoscritto col Landeshauptmann Günther Platter dalla leader dei Verdi (e vice-Landeshauptfrau in pectore) Ingrid Felipe – è frutto di ben 10 giorni di trattative al tavolo con la ÖVP: un periodo in apnea, a porte chiuse, dalle quali trapelavano solo i stringati comunicati comuni Verdi-Volkspartei. Il documento integrale viene distribuito ai presenti fuori dalla cartella con l'ODG “ufficiale”, invitando alla discrezione, onde evitarne la diffusione alla stampa prima delle ore 10 del giorno successivo. Riusciamo a farci prestare una copia – per renderla pochi istanti dopo. Nella sala sono disposti dei tavolini (dalle tovaglie color verde chiaro acceso) dove discutere il programma in gruppi di lavoro tematici. Il pathos tipico delle grandi occasioni aleggia sull'assemblea: i consiglieri seduti al podio (sempre coperto dall'acceso colore verde) illustrano nel dettaglio i singoli capitoli del testo, alzandosi in piedi come dovessero “vendere” un prodotto commerciale, presentandolo in maniera persuasiva e avvincente, arricchendolo di colpi di scena («grazie a noi nel programma di governo del Tirolo sarà inserito...») per stimolare nei presenti lo stupore e l'euforia per l'ambizioso traguardo. C'è una certa dose di marketing, una sobria spettacolarizzazione dell'evento fatta di gesti sintetici: sorrisi, frasi a effetto, un ritmo da trasmissione televisiva tedesca d'oltre-frontiera, senza fronzoli ed eccessi. Capitoli e applausi, una dopo l'altra scorrono le pagine su Powerpoint. Il neo-capogruppo nella Dieta tirolese e anchorman della serata, Gebi Mair, è nel suo elemento naturale: conosce a menadito il filo che unisce i paragrafi del programma, e lui, estremista dei temi “prestato” alla moderazione, è la garanzia vivente che tra argomenti verdi e azione di governo non dovrà aprirsi alcuna voragine. Segue la pausa al buffet – decisamente bio ma curiosamente ricco di salumi – e la discussione, con poche voci preoccupate: il timore più ricorrente è snaturarsi con “questa ÖVP che è sempre la stessa”, e non cambierà di certo grazie a un'iniezione di verde. A rassicurare tutte e tutti ci pensa la parlamentare europea Eva Lichtenberger: «Vediamo altrove che la presenza verde nel governo dei Länder determina tutto un altro clima» («ma con almeno il 10% dei voti», ci confessa). La funzione “climatica” dei Verdi ritornerà in altri interventi. A mezzanotte l'assemblea approverà l'accordo con l'89% di favorevoli, quando sarò oramai ripartito alla volta di Bozen.

Creatività al governo.

Torno a valicare il Brennero il sabato seguente: le “Donne Verdi” del Sudtirolo fissano un incontro a Innsbruck con Ingrid Felipe e Christine Baur, neo-assessore della giunta tirolese. Ci accolgono con informalità (e idee chiare) nel Landesbüro dei Tiroler Grünen, a due passi dal Ferdinandeum, snocciolando una dopo l'altra le ragioni del loro successo elettorale, pienamente consapevoli che non si tratti di un caso. «Prendere decisioni strategiche, coraggiose ma giuste, anziché quelle più semplici: ad esempio, non sbilanciarsi affermando “mai con Platter” bensì convergere al governo partendo da interessi diversi». Muovendo dal proprio core-business («da dove veniamo e, secondo un indagine demoscopica, per cosa veniamo apprezzate/i da elettrici ed elettori, cioè le competenze sull'ambiente, sulla base delle quali il 55% delle/i tirolesi sarebbe disposto a votare verde») hanno puntato su una Öko-Wahlkampf focalizzata sulla tutela del patrimonio naturale – come recita tutto il materiale pubblicitario, «damit Tirol grün bleibt» – e costata diverse centinaia di migliaia di euro (la TirolerVP viaggia ben oltre il milione) attinti dalle casse del partito e dal cospicuo finanziamento pubblico austriaco, denaro che ha consentito di assumere personale. Oltre al Grundsatzprogramm, la “testa di lista” stabilita con quasi un anno d'anticipo e il rafforzamento strutturale del partito a livello comunale, di Bezirk e Land («con le posizioni direttive più importanti ricoperte da donne»), decisiva è stata la recente affermazione alle elezioni comunali di Innsbruck, con la nomina a vice-sindaca della “linksorientiertSonja Pitscheider. Nella Landeshauptstadt si concentra la “base verde” tirolese: giovani cittadine/i laureate/i e migranti (in primis le associazione culturali turche). Dopo le ultime elezioni, Die Grünen sono il primo partito di Innsbruck Stadt e nel Landtag sono entrate una madre single, una femminista, un omosessuale e il primo turco. Una vera rivoluzione. Al tavolo delle trattative («Koalitionsgespräche»), la ÖVP – ancora memore del bassissimo livello delle precedenti contrattazioni con la SPÖ locale – si è trovata difronte ai complessi benché lineari meccanismi decisionali dei Verdi tirolesi, preparatisi all'appuntamento: accompagnati da un delegato viennese del partito e coadiuvati da una fitta rete di contatti tenuti aggiornati via sms, hanno sciolto uno dopo l'altro i nodi principali con la Tiroler Volkspartei (su zone sciistiche, BBT ed energia). Le due “ministre” verdi hanno ottenuto un ripartizione delle competenze in linea con l'impostazione strategica, allargata all'ambito eco-sociale: rispettivamente tutela dell'ambiente e trasporti (Felipe), ammortizzatori sociali, politiche di genere, migranti e integrazione (Baur).

Lo spartiacque.

A sud della “cresta di confine” c'è maltempo e su Innsbruck soffiano forti raffiche di Föhn, mentre  torniamo in autostrada con l'impressione che quel confine tra Nord- e Sudtirolo sia meno tangibile, ma segni comunque la distanza tra due universi paralleli: l'uno influenzato da un'impostazione nordeuropea e internazionale, concorrenziale e dinamica, l'altro ingabbiato dal sistema etnico dell'Autonomia (e, nel caso dei Verdi sudtirolesi, dall'assenza di un riferimento politico nazionale). Come sui cartelli stradali: di là «BOZEN», di qua «BRENNERO», di là governo, di qua opposizione. L'Euregio tirolese dei Grünen è di là da venire.