La Convenzione rischia il naufragio?
Ricordate l'incontro di Castel Presule? Era appena cominciato il mese di luglio e, in un'atmosfera intonata alle grandi speranze, il dinamico premier Matteo Renzi apparve ancora in una luce di sfolgorante Autonomiefreundlichkeit. Beh, l'estate non è ancora finita e il quadro tracciato dal Landeshauptmann Arno Kompatscher, in un incontro convocato con urgenza e avvenuto ieri con i capigruppo dei partiti presenti in Consiglio provinciale, ha mostrato i colori più cupi del quasi dimenticato “Volk in Not”. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) non condivide l'allarmismo, ma riconosce che la situazione adesso è seria.
“Ho sempre detto – esordisce Dello Sbarba - che mi parevano esagerate le pacche sulle spalle di Castel Presule e quindi posso permettermi di dire che anche questo nuovo clima di terrore sia fuori luogo. Certo, qualche mese fa la situazione era più tranquilla, ora invece siamo nel mezzo della recessione e Renzi, nonostante tutti i proclami, non riesce a far quadrare i conti. Ecco allora che il governo ha necessità di battere cassa. Dobbiamo affrontare la situazione cercando di non farci schiacciare dagli eventi”.
Ma quali sono gli eventi che potrebbero schiacciarci? Da cosa è determinata – a parte la mancanza di soldi, anche se poi in fondo è quasi esclusivamente di questo che si parla e si parlerà – la minaccia che arriverebbe da uno Stato improvvisamente riscoperto nel suo truce volto centralistico?
Per capirlo occorre ricordare il progetto più ambizioso messo in cantiere dalla nuova giunta provinciale: quella “Convenzione per la riforma dell'autonomia” che avrebbe dovuto segnare un vero punto di svolta nei rapporti tra la Provincia e lo Stato. Per decenni, questo lo schema, i rapporti tra le due entità sono stati simili a quelli tra aggressore (lo Stato) e aggredito (la Provincia). Un rapporto peraltro sempre pronto a ribaltarsi, allorché la debolezza cronica dei vari governi romani poteva essere sfruttata dagli aggrediti per rivendicare un trattamento incomparabile con altre realtà periferiche. L'idea di rinnovare questo schema e di far compiere finalmente un salto di qualità alla nostra autonomia (l'idea che sta alla base della Convenzione) è maturata quindi per cercare di riscattare definitivamente la nostra condizione di eterna dipendenza da circostanze esterne e per rilanciare una più alta concezione di convivenza.
Riccardo Dello Sbarba ci spiega perché adesso questa prospettiva allettante, appena abbozzata, potrebbe già rischiare di fallire. “Nell'ambito della riforma costituzionale progettata da Renzi – spiega il consigliere dei Verdi – dovranno purtroppo venire affrontati in fretta due capitoli che in origine anche la Convezione avrebbe avuto il compito di ridefinire: quello finanziario e quello relativo alle competenze”. Solo per fermarci al primo dei due aspetti, per risanare le finanze pubbliche, lo Stato chiede a Bolzano un contributo biennale di circa due miliardi e settecento milioni di euro. Una montagna di soldi che adesso dovrà essere limata cercando di pervenire anche ad una definizione di regole non più suscettibili di essere calpestate subito dopo essere state concordate (come è accaduto per esempio a proposito del famoso – e irriso – accordo di Milano del 2009).
“Kompatscher – prosegue Dello Sbarba - è venuto infatti a informarci che, proprio in seguito all'accelerazione imposta da Renzi, questi due ambiti così decisivi rischiano di essere sottratti nel metodo e nel merito a una più ampia discussione da effettuare in loco. La riforma dell'autonomia sarà infatti impostata su tre piani distinti e i primi due, quelli per l'appunto destinati a trattare gli aspetti finanziari e relativi alle competenze, finiranno con l'essere confinati in uno spazio di stretta contrattazione tra gli esecutivi e gli specifici organismi politici provinciali e regionali. Alla Convenzione – posto che il progetto non naufraghi del tutto – rimarrà il ruolo di discutere questioni che risulterebbero marginali e comunque prive di senso se completamente sganciate dagli altri due piani”.
Per impedire il naufragio della Convenzione ancor prima che il suo vascello sia stato varato bisognerebbe riuscire già a renderla operativa all'inizio del prossimo anno, in modo da consentirle, se non di guidare, almeno di accompagnare in contemporanea quanto verrà discusso sugli altri due piani. "Ed è proprio ciò che ho cercato di fare presente a Kompatscher", conclude Dello Sbarba. "Sarebbe gravissimo infatti che l'agenda politica dei prossimi mesi venisse dettata esclusivamente in base alla pressione di istanze romane, finendo col ridestare la nostra tendenza vittimistica, peraltro già sollecitata da un rinascente e a questo punto persino inevitabile separatismo”.
Renzi non mi é mai piaciuto.
Renzi non mi é mai piaciuto. Il suo modo di parlare non mi é mai piaciuto. Quello che finora ha fatto e sta facendo non mi entusiasma. Questo arrogante saputello ciarlatano non é stato eletto dal popolo. Ha creato un hype e lo ha sfruttato a suo vantaggio. Non ha messo alle strette le gerarchie che tirano infili da dietro le qui te. In fondo anche lui é una marionetta.
C'é da tenere alta la guardia, ora a maggior ragione!
In reply to Renzi non mi é mai piaciuto. by Andrea Terrigno
... i fili da dietro le
... i fili da dietro le quinte.