Politics | Wahlen 18

“Libero l’ha sparata grossa”

“L’Alto Adige ce l’hanno regalato nel 1919, ora merita di tornare in Austria”, l’editoriale di Zulin scatena una dura critica di Urzì (AANC): “Italiani ancora più derisi”
Libero
Foto: libero

L’Alto Adige merita di tornare a casa sua: l’Austria”. Si apre così l’editoriale di Giuliano Zulin pubblicato sull’edizione odierna di Libero, quotidiano fondato da Vittorio Feltri. Un assist che certo farà esultare la compagine di Südtiroler Freiheit & co. che preme, ansimante, per la concessione del doppio passaporto ai sudtirolesi. L’uscita del vicedirettore di Libero, il quale, come riporta la testata della bassa veronese Legnago24 ha militato in passato con la Lega, non è però naturalmente piaciuta ai “tutori dell’italianità”. Il guanto di sfida viene lanciato dal consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì che invita il giornalista, reo di averla “sparata grossa”, a un confronto faccia a faccia proprio sul tema degli italiani dell’Alto Adige. 

Gli Italiani che conoscono l’Alto Adige solo per la settimana bianca per favore si astengano dal pronunciare banalità che contribuiscono una volta di più, nella peggiore tradizione italiana, a renderci ancora più derisi oltre che calpesti (Alessandro Urzì)

Le posizioni espresse da Libero “si allineano a quelle dei Freiheitlichen, se non di Eva Klotz”, sottolinea Urzì. “È l’approccio culturale di una certa area politico/culturale che in passato anche la Lega locale aveva rivendicato soffermandosi su letture semplificate, quasi banalizzate degli eventi storici. E con esse si mette in discussione non solo la attuale sovranità italiana sull’Alto Adige ma anche la dignità e la tutela della minoranza italiana. Quasi non esistesse o non avesse diritti”. L’esponente di centrodestra non risparmia un’altra picconata ai leghisti sostenendo che gli atteggiamenti descritti “non sono diversi da quelli dei candidati italiani (come italiano è anche lo stesso Zulin) che si vestono in Lederhosen e le signore in Dirndl (il riferimento è a Carlo Vettori e ad alcune candidate del Carroccio, ndr), per esibire la loro sudditanza culturale e politica di fronte ad un sistema. Lo dice anche l’Inno d’Italia che sono gli Italiani stessi ad avere una innata propensione a farsi deridere e calpestare”.

 

 

Insiste Urzì: “Ecco, mi piacerebbe parlare di questo nel faccia a faccia con il vicedirettore di Libero, di quello che è invece l’orgoglio da Italiano di avere saputo costruire pace e sicurezza lungo uno dei confini più instabili e dolorosi d’Europa, costato tanti denari all’Italia, costato tante rinunce agli Italiani dell’Alto Adige, costato tanta intelligenza fra i fratelli concittadini di lingua tedesca che hanno accettato l’autonomia. Con lungimiranza. Sino a quando ora qualcuno non ha deciso di riaccendere le micce. Passi Kurz e i Freiheitlichen, passi anche Kompatscher che deve farsi la campagna elettorale - conclude il consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore”, ma gli Italiani che conoscono l’Alto Adige solo per la settimana bianca per favore si astengano dal pronunciare banalità che contribuiscono una volta di più, nella peggiore tradizione italiana, a renderci ancora più derisi oltre che calpesti.