Politics | wahlen 18 Elezioni

“Spetta solo alla Svp”

Il regista del Pd Carlo Costa sulla sconfitta elettorale, il toto-giunta, il fattore-Salvini e il ko di Tommasini. Rischio uscite dal partito? “Ricostruiamo, piuttosto”.
Carlo Costa
Foto: Privat

salto.bz: Costa, il Pd è caduto sotto la scure del voto. Tragedia annunciata?

Carlo Costa: Speravamo certamente di andare meglio, ma l’esito di questo voto si somma al trend nazionale, nel 2013 come Pd, sempre guardando al quadro nazionale, avevamo valori intorno al 30%, adesso abbiamo a che fare con percentuali del 15, 16, 17%. Poi è chiaro che hanno pesato alcune perdite, con i fuoriusciti dal Pd che si sono aggregati in liste diverse. Va anche detto però che non abbiamo mancato di molto il secondo consigliere, che era per noi l’obiettivo massimo perché eravamo consapevoli che non potevamo aspirare a molto di più in questa fase, speravamo con un buon resto di poterlo eleggere, ma prendiamo atto del risultato che ha premiato una linea completamente diversa dalla nostra. 

E il Trentino, roccaforte del centrosinistra per 20 anni e prima ancora della Dc?

La socialdemocrazia è in crisi un po’ ovunque in Europa, una crisi che si è evidentemente trasferita anche sul piano locale. Non voglio però parlare di una disfatta totale, abbiamo preso quasi 11mila voti di lista, che comunque non sono pochi. 

Non abbiamo mancato di molto il secondo consigliere, che era per noi l’obiettivo massimo perché eravamo consapevoli che non potevamo aspirare a molto di più in questa fase

Ma avete dimezzato il consenso dal 2013. Non c’è anche una sua diretta responsabilità in questo? In una certa gestione del potere che non è stata apprezzata dall’elettorato?

Mah, “potere”, direi piuttosto linea politica. Abbiamo fatto delle scelte condivise con altre persone all’interno del partito. È chiaro che non è stato un successo elettorale quello del Pd, ma ripeto: è un po’ la fotografia di una tendenza del partito che è piuttosto diffusa anche sugli altri territori nazionali, non solo in Alto Adige…

D’accordo, ma i conti bisognerà pur farli anche in casa propria…

Sicuramente, infatti ne discuteremo in assemblea, che è già stata convocata per il 29 ottobre. Parleremo del risultato delle elezioni, ma anche della linea del partito rispetto a quello che si è fatto, si poteva fare e si dovrà fare.  

Non crede che la discussa candidatura e poi elezione di Maria Elena Boschi alle politiche abbia influito sul malcontento degli elettori?

Credo che questa sia stata una partita in cui si sono misurati dei progetti provinciali. E c’è il fattore-Salvini, che è stato un valore aggiunto in quest’occasione per il risultato raggiunto dalla Lega. 

Oggi le piazze le riempiono gli altri. Una volta ci riusciva anche il Partito democratico, oggi evidentemente non è più così. I candidati hanno dato il loro meglio, ma è più facile correre quando si ha il vento in poppa

Indubbiamente. Ma di contro l'impressione è che la vostra campagna elettorale sia stata silenziosa, quasi dimessa, rassegnata. Non si è capito quale strategia abbiate utilizzato.

Io ritengo che i nostri candidati abbiano fatto una buona campagna elettorale, in mezzo alla gente, è che oggi le piazze le riempiono gli altri. Una volta ci riusciva anche il Partito democratico, oggi evidentemente non è più così. I candidati hanno dato il loro meglio, ma è più facile correre quando si ha il vento in poppa. 

Non avete considerato che il terzo mandato per Christian Tommasini sarebbe stato troppo?

Col senno del poi si possono fare molti ragionamenti. Può darsi sia così. È stato premiato il rinnovamento anche sul piano delle persone. Dico però che Tommasini ha lavorato in giunta 10 anni e nel momento in cui si è scelto di ricandidarlo non si può relegare un vicepresidente della Provincia uscente all’ultimo posto in lista. 

Si sceglie di candidarlo capolista e poi manca l’endorsement in campagna elettorale?

I candidati se la sono giocata, e penso sia legittimo, anche perché il rischio di avere un unico eletto era molto concreto. 

È la fine dell’era Costa-Tommasini?

L’elettorato ha parlato. La decisione di candidare Tommasini è stata presa in assemblea e io certamente l’ho condivisa, non lo nego. 

Tommasini ha lavorato in giunta 10 anni e nel momento in cui si è scelto di ricandidarlo non si può relegare un vicepresidente della Provincia uscente all’ultimo posto in lista

E di Repetto che dice?

Trovo sia un amministratore molto capace, ha dimostrato di far bene, e sarà un ottimo consigliere provinciale.

Un risultato positivo, nella sconfitta, è stato quello di sua moglie, Renate Prader, la terza più votata.

Preferirei non rilasciare commenti su questo.

C’è agitazione all’interno del partito, Nadia Mazzardis ha annunciato le dimissioni da presidente dell’assemblea provinciale, alcuni chiedono che il segretario Huber si faccia da parte, altri minacciano di lasciare il Pd…

Nadia Mazzardis l’aveva già detto 3 mesi fa che avrebbe voluto fare un passo indietro, anche per motivi professionali. Huber è un ragazzo giovane, volenteroso, che ha competenze politiche, e non vedo perché debba essere messo in discussione. In generale dico che quando non si vince succede sempre così, ma ora è il momento di ricompattarsi e lavorare, non è che davanti a ogni situazione critica bisogna immaginare lo sfaldamento del Pd.

Quando non si vince succede sempre così, ma ora è il momento di ricompattarsi e lavorare, non è che davanti a ogni situazione critica bisogna immaginare lo sfaldamento del Pd

Il refrain costante in questa legislatura è stata l'eccessiva condiscendenza del Pd nei confronti della Svp, solo malignità?

A livello provinciale sono state fatte cose utili ed efficaci, se si guardano i numeri di questa Provincia relativamente all’occupazione, alla capacità di innovare, al sociale e via dicendo i risultati si misurano. Sarebbe ingiusto affermare il contrario. Se abbiamo lavorato bene è perché la collaborazione fra Svp e Pd è stata proficua, se abbiamo lavorato male avremo sbagliato entrambi. Non è generoso dire che le cose buone sono state fatte solo per merito o stimolo della Svp. Complessivamente penso che il bilancio possa essere considerato positivo.

Non l'hanno pensata così molti elettori.

Sa, governare in tandem normalmente non premia il partito di minor peso relativo. In ogni caso ora c’è un’idea di futuro da discutere nel Pd.

Ecco, ma queste idee, visioni nuove ci sono?

Partiamo da un elemento importante. Ci sono due idee opposte di Europa. E questa è una prima discriminante. Navighiamo verso le elezioni europee, e il fronte si dividerà fra soggetti che credono in un’Europa di un certo tipo e chi crede che vada riformata e che bisognerebbe rinchiudersi dentro i confini nazionali, dal punto di vista monetario e non solo.

Non è generoso dire che le cose buone sono state fatte solo per merito o stimolo della Svp

Il Pd insieme ai Verdi in giunta sono un’utopia?

Quella con la Svp è stata una collaborazione storica, ora la palla passa nel loro campo, certo c’è un risultato straordinariamente rappresentativo della Lega, il riconoscimento di una grandissima spinta di carattere popolare di cui non si può non tenere conto. Quello che si sceglierà per il futuro dipende relativamente da noi. 

Sta a voi però rendervi appetibili.

Si tratta di una riflessione interna alla Svp sul modello di futuro di governo di questa terra. 

E fra le altre cose la concessione dell’A22 è un ago della bilancia per la scelta del partner di giunta?

Anche su questo, stavolta in quanto direttore tecnico generale di Autobrennero, preferisco non rispondere. 

Nella visione d’insieme la buona notizia è che gli “italiani” sono tornati a votare. Anche se hanno preferito la Lega al Pd.

E credo che la Lega abbia pescato anche fra i voti “tedeschi”, questa anche è una valutazione che dovremmo fare. Le persone hanno scelto di seguire chi convince di più, una proposta politica migliore. Migliore nell’effetto, si capisce.