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Il caso spotlight

Nella composta Boston di inizio millennio scoppia lo scandalo che cambierà la comunità cattolica americana.
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In programmazione nelle sale bolzanine un bell'esempio di cinema d'inchiesta in perfetto stile americano.

Questo bel lavoro che vede Thomas McCarthy firmare sia la regia che la sceneggiatura racconta, senza scontati trionfalismi ne facili parabole drammaturgiche, il caso giornalistico legato alla scoperta di numerosi casi di molestie sessuali perpetrate da una settantina di preti cattolici ad un imprecisato numero di ragazzini, nella tranquilla e borghese Boston fra il 2001 e il 2002.

Rarissimo esempio di regia asciutta e onesta, che non si concede colpi di scena o intrusioni moralistiche le quali, per un argomento così pieno di contraddizioni e di carica emotiva, potevano invece impregnare l'intera storia.

Tolto l'inutile mantellino di Birdman Michael Keaton ci regala una grande interpretazione portandoci nella caotica redazione del Boston Globe a lottare contro una diffusa e radicata reticenza della società americana ad ammettere le malefatte di una chiesa cattolica ormai secolarizzata e sempre più caricatura di se stessa.

Degna di nota anche Rachel McAdams, già nota per la miniserie Thrue Detective 2, da cui mutua e rinforza un'oscura personalità. Al contrario, in totale dissonanza con il registro narrativo del film, un Mark Alan Ruffalo assolutamente poco equilibrato e sopra le righe, peraltro massacrato da un pessimo doppiaggio urlato ed inutilmente enfatico.