Environment | La classifica

Quanto inquinano le navi da crociera

La fotografia di Nabu: passano il turno solo due navi su oltre 80 alimentate con gas naturale liquefatto, ma il processo di estrazione danneggia l’ambiente.
Nave
Foto: Pixabay

Sempre più italiani e sempre più altoatesini girano il mondo a bordo di una nave da crociera. E, specie, in un tempo in cui la soglia di attenzione su inquinamento e relative conseguenze sull’ambiente circostante e sulla salute è considerevolmente alta nemmeno questi “giganti del mare” sfuggono a un’analisi meticolosa. E gli esiti non sono confortanti. Secondo l’associazione di difesa della natura tedesca Nabu – Deutscher Naturschutzbund sono solo due navi da crociera su oltre 80 censite, una del gruppo tedesco Aida e una del gruppo italiano Costa, che utilizzano sistemi efficaci per ridurre lo smog, ma sono comunque responsabili di emissioni “enormi di gas serra”. Sostiene Nabu che è vero che “una piccola parte della flotta sta diventando sempre più pulita, ma la maggior parte delle navi viaggia a combustibile pesante e rinuncia alle tecniche di filtraggio per i gas di scarico. Ultimamente si assiste al varo di vascelli con motori a gas liquido (LNG, ovvero gas metano), ma anche questo è un carburante completamente fossile, la cui estrazione ha comunque delle sensibili conseguenze per l’ambiente”. 

 

 

Al primo posto della classifica annuale dell’associazione tedesca sulle emissioni e l’inquinamento da navi da crociera c’è dunque “AIDA Nova” di AIDA. La multinazionale italiana Costa Crociere, a cui fa capo AIDA, ha potuto pareggiare con un’altra new entry con propulsione a gas liquido nella flotta, la “Costa Smeralda”. Al terzo posto ci sono tre navi dell'armatore Hapag-Lloyd: “Europa 2”, “Hanseatic Nature” e “Hanseatic Inspiration”. Con netto distacco, storicamente abbonate agli ultimi posti in classifica, le navi di MSC e Royal Caribbean. Anche TUI crociere raggiunge solo il 13° posto.

 

Ai ripari 

 

È ora di mettere in campo interventi legislativi decisivi, dice Nabu, secondo cui occorre finalmente dotare tutte le navi di tecnologie per pulire i gas di scarico, e renderle obbligatorie per poter entrare nei porti. Perché nonostante la comunità internazionale sia sotto pressione a causa della crisi climatica, gli operatori del settore crociere da anni inondano il mercato con colossi marittimi sempre nuovi, tutti a propulsione fossile. “Le azioni messe in atto dal settore economico non sono di certo al passo coi tempi, e sono del tutto irresponsabili” commenta il direttore dell’associazione tedesca, Leif Miller, chiedendo una rinuncia ai combustibili pesanti.

Le azioni messe in atto dal settore economico non sono di certo al passo coi tempi, e sono del tutto irresponsabili

Nell’analisi condotta da Nabu, osserva il Centro Tutela Consumatori Utenti altoatesino, per la prima volta viene incluso anche il bilancio climatico delle navi, con risultati disastrosi. Per migliorare tale bilancio sarebbe possibile usare, nei periodi di sosta nei porti, corrente fornita da terra. Ma in Europa solo i porti di Kristiansand (N) e Amburgo (D) mettono a disposizione le infrastrutture necessarie, e solo poche navi dispongono dei relativi attacchi. Così, anche durante le soste in porto, sottolinea ancora il CTCU, l’energia a bordo viene fornita dai motori della nave, con buona pace delle preoccupazioni di frontisti e ambientalisti. 

 

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Elisabeth Garber Wed, 08/28/2019 - 11:53

Megalomanie pur - auch zu Wasser. In Venedig hat man es *noch nicht* geschafft, die (extrem destruktiven) Riesendampfer mit Turbo-Touristen auf Abstand zu halten...(dazu kommt noch die im Beitrag beschriebene Umweltbelastung).
Alles Wirtschaft - Kultur auf rasanter Talfahrt.

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