Politics | Intervista

“La SVP deve imparare a perdere”

La coordinatrice dei Verdi Brigitte Foppa: “Le donne in politica polarizzano.” “Ci vedono contemporaneamente come streghe e sante.”

È davvero un periodo particolare questo per i Verdi. I ballottaggi vi hanno messo sotto pressione, tra l’altro in situazioni  quasi opposte tra loro. Il governo con il sindaco a Merano, l’opposizione prima e l’appoggio tecnico poi a Bolzano, l’opposizione dura e pura a Laives. Se c’è una linea comune in cosa consiste?
Intanto per noi Verdi è gratificante il fatto di essere diventati più importanti e determinanti rispetto a prima. Come partito però sentiamo le tensioni: abbiamo più anime al nostro interno e occorre gestirle per fare sintesi e non farle andare in collisione tra loro. Quello che ci accomuna in questo momento è il pragmatismo in un approccio sussidiario. Cerchiamo di identificare i modi migliori di operare, lasciando naturalmente il massimo grado possibile di manovra a chi gestisce localmente non solo trattative ma anche le relazioni. In ogni caso il nostro scopo è quello di governare, ma sempre e solo se ci sono le condizioni adeguate per farlo. 

Le donne in questa fase sono in prima linea. A Merano Kury sullo sfondo al sindaco Rösch e a Bolzano Foppa ed in parte Rungger a supporto di Stefanelli. La candidata sindaca degli ecosociali in queste ore tra l’altro è nell’occhio del ciclone. Stefanelli è definita prima inesperta e intransigente, e poi all’opposto opportunista.  
Se sono protagoniste le donne polarizzano molto di più. Tendono ad essere più chiare e si lasciano meno andare ai giochetti. Questo avviene perché nei confronti delle donne c’è un atteggiamento più critico, anche da parte delle donne stesse. 

“Oggi le donne vengono ancora viste come una ‘variante’ della politica e c’è ancora una grande diffidenza di fondo. Questa cosa l’ho vista su me stessa, sulla Kury che per 10 anni hanno definito maestrina. Ma anche Ulli Mair quando è andata a guidare il suo partito ha senz’altro ha polarizzato. Stefanelli poi nei giudizi oscilla tra ‘strega e santa’. Queste dinamiche ci costringono a corazzarci, mettendo in difficoltà la nostra sete di buone relazioni. Le donne rischiano e questo in realtà viene apprezzato perché esce dai tatticismi della vecchia politica che la gente non vuole più vedere.“

A Bolzano si è parlato di Verdi blockfrei. Che vuol dire? Ha senso dire che i Verdi non sono né di destra né di sinistra? Specialmente in presenza della ‘nuova’ destra'? 
Nei Verdi ci sono due anime, quella di sinistra e quella più moderata e concentrata sulla Umwelt. Io personalmente l’ambientalismo lo lego sempre ad un approccio solidale alla società, ma non per tutti noi è così. Blockfrei vuol dire che in questo momento ci troviamo a Bolzano in uno spazio ‘ibrido’ tra maggioranza e opposizione. Il nostro appoggio serviva per consentire il voto democratico su Benko ma il nostro posizionamento è tutto da definire ancora. 

Come andrà a finire a Bolzano? Le ha frequentato a lungo quell’aula. Ne ha nostalgia? Quante probabilità ci sono che questa legislatura abbia uno svolgimento ‘normale’ al di là dell’emergenza voto su Benko?
Non ho nessuna nostalgia di quell’aula anche e soprattutto perché l’altra sera ho visto com’è cambiata. Era già difficile starci allora ma il cambiamento dello scenario mi ha molto impressionato. Un futuro per i Verdi nella maggioranza a Bolzano potrà esserci solo a condizione che Benko non passi. 

“Per la prima volta l’altra sera in consiglio comunale a Bolzano ho cercato con lo sguardo se c’erano i vigili urbani. È brutto vedere il ‘luogo della politica' ridotto in quelle condizioni.”

Qual è la situazione a Merano? Nella vostra base serpeggia un po' di scontento su alcuni temi: l’ostinazione di Roesch a voler governare col ‘nemico’ (SVP), il fatto che il sindaco non si è autoridotto lo stipendio, i giochetti con le civiche, la polemica sul magazzino della cognata affittato dal Touriseum a Lana …
La situazione di Merano dimostra quanto è difficile governare in questa terra se non si è del ‘partito giusto’. In questo senso i meranesi sono dei pionieri. Così come lo sono le donne di san Candido, il sindaco di Ora, Bocher a Dobbiaco. Sono persone che devono aprire delle strade in un mainstream che porta da un’altra parte. 

“A Merano Rösch si scontra con un sistema totalmente ‘allibito’, che non ha gli strumenti democratici e relazionali per reagire in questa situazione. Lo si è visto anche a Bressanone quando hanno perso il referendum sulla Plose. Non sono stati in grado di gestire la sconfitta.”

Insomma: la SVP deve imparare a perdere?
Non solo, devono anche imparare ad essere ‘zweite Geige’. Cioè a collaborare in supporto. La situazione a Merano si deve ancora assestare. Il lavoro di Rösch è complesso e molto faticoso anche se a Merano c’è un asse che lo sta sostenendo. Il futuro dipenderà dal sistema, e cioè se lo scenario politico sarà in grado di diventare finalmente ‘adulto’.