“Da Köllensperger operazione volgare”
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SALTO: Avvocato, perché si è candidato con Stati Uniti d’Europa?
Fabio Valcanover: Perché me l'hanno chiesto e ho risposto “sì volentieri”. È una candidatura di servizio, il fine è quello di portare degli eletti che lavorino per gli “Stati Uniti d’Europa". Sono un portatore d’acqua, certo, forse un po' più qualificato perché faccio l’avvocato. Sono un radicale iscritto a “Più Europa”, militante nonviolento da una vita e mi occupo di diritti. L'ambito europeo è quello dove i diritti e il diritto hanno cittadinanza e possono essere declinati.
Cosa dovrebbe fare (o non fare) l’Europa nella guerra ai suoi confini, ovvero quella in Ucraina?
Non è l’unico conflitto che vede l'Europa coinvolta, ce n'è uno altro che vede l'Europa soggetto passivo, vilipeso nei suoi diritti: è la guerra anomala che vede costantemente attaccate le navi che attraversano il golfo di Oman e il canale di Suez. Il problema è come si risponde ai conflitti. Non sono un pacifista, sono un nonviolento. Vivo le contraddizioni come l'hanno vissuta i miei maestri, come l'ha vissuta Marco Pannella che nel ’91-’92 andò in divisa croata nelle trincee. L’Europa deve cercare di mettere in cantiere segmenti— con un giudizio ex ante, come si dice in diritto — che siano idonei a scongiurare, impedire, contrastare l'insorgenza di focolai di guerra. Su sicurezza e pace, questioni fondamentali previste nei trattati, l’Europa deve essere più forte, avere una politica estera comune e una difesa comune. La strada per un esercito europeo è lunga, ci vuole un coordinamento tra gli eserciti nazionali. Altrimenti si sprofonda verso i nazionalismi e delle scelte di difesa non comune — e quindi l'abbandono della “forza della politica” in favore della “forza delle armi”. Va anche modificato il meccanismo dell'unanimità nelle decisioni, che equivale a un diritto di veto: non è possibile che le scelte, ad esempio di politica estera, vengano prese all’unanimità. Occorre ripristinare democraticamente il sistema della maggioranza.
Va superato il meccanismo dell'unanimità nelle decisioni, che equivale a un diritto di veto.
E nel caso del conflitto israelo-palestinese?
Pannella addirittura lanciava l'idea di un ingresso di Israele nella Comunità europea e nel contempo, alzando l’asticella, l'idea di una federazione tra Stato palestinese e Stato d’Israele: da soli non si vive, l’indipendenza è un feticcio da sconfiggere.
La federazione europea resta solo un’utopia?
C'è un giro di boa. Se s’interviene modificando i trattati, si riavvicina la politica e si ridà passione alla nostra Unione Europea, altrimenti si fanno le scelte di nazionalisti e sovranisti, ritenendo inutile l'Europa. Per entrare a far parte dell’UE vi sono requisiti come il contenimento del tasso di corruzione, il rispetto dei diritti umani e dei diritti fondamentali riconosciuti dall’Unione: ai paesi candidati dobbiamo dare l'idea che non si vada in un “cimitero di elefanti”, ci sono paesi che sono a rischio di una procedura d’infrazione poi mai adottata, per non aver rispettato reiteratamente determinati standard nei diritti umani. Faccio riferimento all’Ungheria. Se il voto va come chiediamo noi, all’indomani non si passa dal male al bene, ma si cerca d'invertire una rotta, nell’intervento di democratizzazione sui meccanismi decisionali. Infine c’è un altro pilastro.
Prego.
Una politica sulle droghe che sia affrontata dalla Comunità europea. Gli Stati già possono legalizzare la coltivazione per uso personale, per questo raccogliemmo le firme per il referendum poi bloccato dalla Corte Costituzionale. La stessa decisione quadro — interpretata correttamente come la intendiamo noi — ha dato luogo alla legge tedesca che legalizza la coltivazione della marijuana. Ci muoviamo dunque verso una riaffermazione della lotta contro i traffici di droga (magari individuando altri strumenti di sottrazione della merce al mercato criminale) e abbiamo in mano anche politiche concrete come quella della Germania: pragmaticamente, come dice la legge tedesca e visto il fallimento della normativa proibizionista, diamoci un tempo per sperimentare la legalizzazione della coltivazione — sempre nell'ambito del perseguimento di quei principi comunitari di lotta al traffico di droga e alle mafie. E poi diamoci un termine per vedere com'è andata.
Renzi ha affermato che, se eletto, andrà al Parlamento europeo. Lo farà?
Quando Emma Bonino fu commissaria europea — ed era commissaria alla pesca — diede una sua impronta all’Europa, ad esempio con i suoi interventi nel Kosovo e in altre zone di guerra. La funzione di parlamentare europeo è pienamente nella tradizione radicale: una funzione dinamica, non si va ad appoggiare il sedere su una sedia, perché non è un traguardo bensì un punto di partenza, un moltiplicatore di energie. Anche Bonino, compatibilmente col suo stato di salute, andrà a sedere al Parlamento europeo.
Dispiaciuto del mancato accordo tra Team K e Più Europa che ha portato Köllensperger a candidarsi con Azione?
Con l'amico Paul Köllensperger c’è un problema di diritto, diritti e d’identità. Dire che nella nostra lista c'è Totò Cuffaro ed altri mafiosi è fango e merda che ha buttato su di noi. Dovrà risponderne, prima o poi, in primo luogo alla sua coscienza. Qualcuno a Roma gliel’avrà suggerito, ma è stata una operazione volgare da parte del Team K.
Si offende qualcuno se diciamo che il carcere di Bolzano è un cesso?
La candidatura di Ilaria Salis con Verdi-Sinistra è come quella di Enzo Tortora con i radicali al Parlamento europeo?
La candidatura di Tortora, come quella di Toni Negri, era completamente diversa. Nel caso di Salis, non vi sono neanche in fase di custodia cautelare ante-processo trattamenti disumani, in ogni caso mi pare siano superati con gli arresti domiciliari. Era vergognoso l'essere portata in catene, ma violazioni analoghe dei diritti umani accadono anche in Italia… Non so a quante centinaia ammontino le condanne per l'Italia ai sensi della sentenza Torregiani, per trattamenti disumani nella detenzione. Un esempio sotto gli occhi di tutti è il carcere di Bolzano. Si offende qualcuno se diciamo che è un cesso? A Bolzano manca inoltre il garante dei detenuti, che potrebbe essere nominato dallo stesso garante nazionale in assenza d’intervento di legge provinciale. Su questo ci stiamo muovendo a livello locale.
Perché serve un altro parlamentare europeo del Trentino-Sudtirolo?
Malgrado non sia ritenuto sufficiente dalla popolazione sudtirolese di lingua tedesca, il modello giuridico di convivenza tra le minoranze italiana, la maggioranza di lingua tedesca e la minoranza ladina è un modello da esportare. Si pensi ad alcuni elementi che emergono nella situazione ucraina, dove ci sono situazioni di alloglotti in territori dominati da una certa maggioranza di lingua. Questa è l’importanza di un sudtirolese e/o un trentino al Parlamento europeo. Era il disegno e la visione di Alexander Langer.
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