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“La cultura del noi”

A cinque anni dall'ultima volta, i sindacati nuovamente in assemblea comune. Per affrontare insieme un momento drammatico per il mondo del lavoro.
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Un lungo appello del segretario Uil Toni Serafini a favore dell'unità di azione dei sindacati ha aperto un direttivo provinciale che ha visto la partecipazione dei delegati di Cgil/Agb, Cisl/Sgb, Uil/Sgk e Asgb. Era dal 2008 che non accadeva e l'occasione è stata la preparazione della mobilitazione nazionale unitaria che si terrà il 22 giugno a Roma. “Finalmente siamo di nuovo tutti insieme – ha detto Serafini nel suo intervento –. L’unità non è un totem, ma uno strumento forte che va utilizzato per portare avanti posizioni condivise a favore dei lavoratori: dobbiamo rilanciare con forza e decisione la cultura del noi”. A questa premessa è seguito l'elenco di criticità e misure contenute nella piattaforma unitaria e che la politica dovrebbe affrontare urgentemente: riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti, pensionati, imprese che assumono; lotta all'evasione fiscale; rilanciare gli investimenti pubblici interpretando con flessibilità il patto di stabilità; ammodernare e semplificare la Pubblica amministrazione e la sua burocrazia; investire in scuola e ricerca; ridurre i costi della politica.

“La gravità del momento è tale – ci conferma in un'intervista Michele Buonerba della Cisl – che non possono esserci differenze ideologiche tra i sindacati, è fondamentale portare a casa i risultati”. E infatti anche l'esponente Cisl sottolinea il preoccupante costo del lavoro in Italia, una vera zavorra per l'occupazione. “Su 100 euro spesi per un dipendente – spiega – in Austria 72 vanno in tasca al lavoratore, mentre in Italia sono solo 38: ecco perché le aziende straniere non investono più qui”. C'è poi il complesso tema del finanziamento delle imprese, tra stretta creditizia e crediti inesigibili. “100 miliardi di euro di debito della Pubblica amministrazione verso le imprese è una cifra insostenibile – dice Buonerba –. Se a questa drammatica situazione aggiungiamo che a causa delle lentezze del nostro sistema di amministrazione della giustizia per riscuotere un credito sono necessari anche cinque anni di battaglie legali è chiaro che le imprese vanno in difficoltà”. Infine per il sindacalista non bisogna lasciare indietro chi nel mondo del lavoro è in bilico. “Gli ammortizzatori in deroga devono essere rinnovati: ci sono 800mila persone in Italia che stanno per diventare dei disoccupati e 400 di questi sono altoatesini, un numero destinato a crescere purtroppo”.