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Essenza del nazionalismo
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Foto: Bude Tiers
«Il nazionalismo è, essenzialmente, una paranoia, una paranoia individuale e collettiva. Come paranoia collettiva, è il prodotto dell'invidia e della paura, e soprattutto il risultato della perdita della coscienza individuale; non è dunque altro che la somma di una serie di paranoie individuali spinte fino al parossismo. Il nazionalista, al di fuori del proprio impegno verso la causa, non è niente [.......] E' un guerriero in potenza che aspetta la sua ora [....] Il nazionalismo è la soluzione più facile, quella di minor resistenza. Il nazionalista non si fa problemi; sa (o crede di sapere) quali sono i suoi valori fondamentali, i suoi e, per conseguenza, quelli del suo popolo, i valori etici e politici della nazione a cui appartiene. Gli altri non gli interessano. Niente che riguardi "l'altro" o "gli altri" rientra nella sua sfera d'interesse. L'inferno sono gli altri (altre nazioni, altre tribù), gente che non merita di essere studiata o conosciuta. Il nazionalismo è l'ideologia della banalità. [....] Ma, soprattutto, il nazionalismo è negazione, una categoria dello spirito che si alimenta del rifiuto. Non siamo come loro. Noi siamo il polo positivo; loro, quello negativo. I nostri valori nazionali e il nostro nazionalismo hanno senso solo in rapporto al nazionalismo degli altri [....] Il nazionalismo è un'ideologia reazionaria. L'unica cosa importante è superare nostro fratello o mezzo fratello, tutto il resto non ci riguarda. Così, il nazionalismo non teme nessuno, a parte suo fratello...........»
(Danilo Kis, scrittore jugoslavo, 1935-1989).
Rifuggiamo dal nazionalismo, da tutti i "nazionalismi". (Franco Bianco)
Grazie a Franco Bianco che ha proposto questa riflessione e a Paolo Bertagnolli che l'ha diffusa.
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