Politik | Diritti LGBTQIA+

Galateo boicotta il Pride in Provincia

Il vicepresidente di FdI si rifiuta di usare la sala stampa per protesta contro l’esposizione della bandiera arcobaleno. Fiumefreddo (Centaurus): “Kompatscher isolato. La Giunta non si è mai espressa sui diritti LGBTQIA+”. A prendere posizione anche Zanin.
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Foto: SALTO
  • La bandiera arcobaleno torna al centro del dibattito politico in Alto Adige. Questa volta a prendere posizione è Marco Galateo, vicepresidente della Provincia, che ha annunciato di non voler utilizzare la sala stampa della Giunta, dove è stato installato un rollup con i colori della bandiera LGBTQIA+, come forma di protesta contro l’adesione della Provincia al Pride Month. “Rispettiamo la decisione del presidente Kompatscher sul sostegno al pride, lo ha sempre dichiarato e ce lo aveva detto ad inizio legislatura. La scelta di impegnare la provincia nel mese del Pride rientra nel perimetro delle sue competenze dirette e non è passata da una decisione di giunta, a cui avrei votato contro. Rivendico il diritto di dissentire”, ha confermato a SALTO l’esponente di Fratelli d’Italia.

    La presa di posizione di Galateo si inserisce in un contesto già acceso di polemica politica, acuitosi nei giorni scorsi, quando il neosindaco di Bolzano Claudio Corrarati aveva deciso di negare il patrocinio del comune di Bolzano alla parata per i diritti delle persone LGBTQIA+ del 28 giugno, motivando la scelta con “ragioni tecniche”.  La linea di Kompatscher era invece già stata tracciata in precedenza. Il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, il presidente aveva annunciato che, per il terzo anno consecutivo, la Provincia autonoma avrebbe aderito al Pride Month con una serie di iniziative simboliche, come l’esposizione delle bandiere arcobaleno negli edifici provinciali, nella sala stampa e sul portale web dedicato alle pari opportunità.

     

    “La Giunta Provinciale non si è mai espressa sulla protezione dei diritti delle persone LGBTQIA+”

  • Arianna Miriam Fiumefreddo (Centaurus): “Quindi apprezziamo molto la scelta del Presidente, ma ne vedo i limiti, che temo corrispondano al suo personale mandato” Foto: SALTO
  • “Le posizioni del vicepresidente di lingua italiana sono note e non sorprendono. Sicuramente non accettiamo "lezioni" su come si combattono le discriminazioni verso le persone LGBTQIA+ visto come proprio su questi temi ha assunto posizioni politiche misere per mera speculazione elettorale. Ci conforta che il simbolo della nostra lotta, la bandiera Rainbow, vedrà la sua assenza in sala conferenze stampa della provincia”, dichiara Arianna Miriam Fiumefreddo, la presidente di Centaurus, l’associazione di riferimento per le persone LGBTQIA+ in Alto Adige. “Quello che invece è evidente e preoccupante è l'isolamento del Presidente Arno Kompatscher sui temi dei diritti e delle politiche discriminatorie verso le persone LGBTQIA+”, prosegue Fiumefreddo, che aggiunge: “Chi conosce meglio le dinamiche di governo sa che è la Giunta Provinciale ad esprimere effettivamente posizioni collegiali e condivise. E questa non si è mai espressa sulla protezione dei diritti delle persone LGBTQIA+. Quindi apprezziamo molto la scelta del Presidente, ma ne vedo i limiti, che temo corrispondano al suo personale mandato”. 

    La situazione evidenzia una frattura interna alla maggioranza in Provincia ed uno scontro ideologico più ampio sul tema dei diritti civili, con il Pride Month che diventa terreno di scontro di visioni politiche contrapposte. Galateo, dal canto suo, ribadisce il suo dissenso: “Crediamo che nessuna bandiera arcobaleno (tra l’altro non prevista dai protocolli istituzionali) negli uffici possa cambiare concretamente qualcosa nella vita di nessuno. In più credo che classificare le persone per il proprio genere e orientamento sessuale sia essa stessa una discriminazione. Appare più che altro un modo per lavarsi la coscienza e dire “ho fatto qualcosa”, mentre invece i problemi dei cittadini sono trasversali e indipendenti dal loro orientamento sessuale”. 

    A rispondere è Adele Zambaldi, del direttivo di Alto Adige Pride Südtirol, organizzatore della parata: “I simboli sono importanti: rappresentano un primo passo per rendere visibili le idee e dare spazio ai discorsi. La rappresentazione dell’esistenza è fondamentale nel percorso verso i diritti ed è uno degli obiettivi centrali del Pride. Naturalmente, ai simboli devono seguire i fatti — ed è proprio la giunta, di cui Galateo fa parte, a doversene occupare attraverso norme e delibere. Invitiamo dunque questo organo a “fare qualcosa” di concreto, come lui stesso auspica, considerando che nessuna bandiera cambia la vita di qualcuno... ma nemmeno l’immobilismo”, conclude l’attivista.

  • "Le libertà personali non sono negoziabili"

    Sulla questione prende posizione anche Roberto Zanin, presidente della Civica per Bolzano (che sostiene Corrarati nella coalizione di centrodestra). "Non accettiamo – né accetteremo mai – discriminazioni basate su sesso, lingua, razza, orientamento sessuale o qualsiasi altra condizione. Le libertà personali - scrive in una nota Zanin - non sono negoziabili". Secondo il consigliere comunale della Civica, il Comune di Bolzano non dev'essere terreno di propaganda ideologica, "perché sarà sempre la casa di tutti. Sarà uno spazio - prosegue Zanin - dove ogni cittadino potrà sentirsi libero, protetto dalla legge, ma mai definito o rappresentato in modo forzato in un modo o nell’altro. Difendiamo una visione liberale e non intrusiva dello Stato: meno ideologie e più libertà".

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Profil für Benutzer △rtim post
△rtim post Di., 03.06.2025 - 15:17

Dann sollte man im Pressesaal und auch sonst überall die Regenbogenfahne unbedingt die nächsten drei Jahre lang dort belassen.

Di., 03.06.2025 - 15:17 Permalink
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Salto User
Günther Alois … Mi., 04.06.2025 - 07:40

I " fratelli" sono fascisti e rimaranno fascisti di primo grado inclusi " casa pound" Sono convinto che nessuno dei casa pound, ha letto i libri di EZRA POUND!!! POVERETTI!!

Mi., 04.06.2025 - 07:40 Permalink
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Herta Abram Mi., 04.06.2025 - 08:11

Was wollen wir denn? Wir wollen geliebt und anerkannt werden. Wir wollen gemeinsam mit anderen Menschen etwas erleben, träumen dürfen. Das verbindet uns ganz global, aus welcher Kultur auch immer wir kommen, - unabhängig von Geschlecht und Geschlechtsidentität.
Ich finde, das "so merkwürdig Männliche"
(übersetzt: postfaschistische, rückwärtsgewandte, homophobe und frauenfeindliche Parteien und Fundis),
ist das Gegenteil von dem, was die Welt im Kleinen wie im Großen braucht, denn: Es geht nur gemeinsam und man kann für alles einen Zugang finden.
Soll heißen: Lernen, nicht zu verhärten, das erleichtert auch das Leben
ungemein.....
ALSO: Beginnen wir lieber uns radikal, gegenüber Entsolidarisierung, Arroganz, Ignoranz, und Spaltungshaltungen zu wehren!

Mi., 04.06.2025 - 08:11 Permalink