Politik | Dolomiti Unesco

Bianchi contesta la denuncia sul Santner

L'assessore provinciale replica al consigliere Paul Köllensperger sulla doppia archiviazione del caso Santner: "Manca di rispetto a Procura e Corte dei Conti. La sua denuncia è costata mezzo milione di euro"
Christian Bianchi
Foto: Seehauserfoto
  • Non si placano le polemiche intorno al Rifugio Santner dopo che ieri, giovedì 4 settembre, si è chiuso con un decreto di archiviazione il procedimento davanti alla Corte dei Conti sull’alienazione di 900 metri quadrati di terreno della Provincia. A febbraio la  pm Federica Iovene aveva chiesto l'archiviazione dell'indagine penale per abuso d'ufficio e falso, per la quale era stata indagata tutta l'allora giunta provinciale. Ad intervenire ancora sul caso, questa volta replicando alle dichiarazioni del consigliere provinciale Paul Köllensperger che si era detto non sorpreso della archiviazione - è l'assessore provinciale al patrimonio Christian Bianchi. "La denuncia di Köllensperger è costata mezzo milione di euro ai cittadini per arrivare a una doppia archiviazione. Abbiamo ascoltato con sconcerto le dichiarazioni di Köllensperger - scrive Bianchi in una nota -, secondo cui l’archiviazione delle indagini sul Rifugio Santner sarebbe stata 'scontata'. Parole gravi che non solo mancano di rispetto al lavoro della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti, ma insinuano addirittura l’idea che queste istituzioni insabbino i casi più delicati. È un’accusa inaccettabile, tanto più alla luce del fatto che la Corte dei Conti, come dimostrano le vicende recenti, ad esempio quella sulle mascherine, non ha mai esitato ad aprire processi quando vi erano elementi sufficienti”. Secondo l'assessore i costi per le indagini si aggirerebbero intorno ai 500 mila euro. "Per oltre trenta mesi la Guardia di Finanza ha impiegato almeno due ispettori in attività quasi quotidiana, mentre alla Procura della Repubblica due magistrati con il relativo personale di supporto sono stati coinvolti per circa ventiquattro mesi. Anche la Corte dei Conti ha visto impegnati magistrati e funzionari per un arco di circa trentasei mesi, mentre l’amministrazione provinciale ha dovuto distogliere dalle loro abituali attività cinque dipendenti che hanno dedicato complessivamente venti giornate lavorative alla raccolta di documentazione. A tutto ciò vanno aggiunte le spese accessorie legate a logistica, consulenze tecniche, cancelleria e assistenza legale. Pur volendo essere prudenti, resta evidente che centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per un procedimento che si è chiuso con una doppia archiviazione", scrive ancora Bianchi.

     

    “Al Consigliere Köllensperger sarebbe bastato un gesto di responsabilità: ammettere di essersi sbagliato e chiedere scusa”

     

    Oltre al costo, per l'assessore provinciale, ci sono i danni d’immagine, le sofferenze personali e le ricadute sui funzionari coinvolti e sulle loro famiglie. "Alla fine, però, la verità è stata ristabilita: nessun reato penale accertato (archiviazione Procura della Repubblica), nessun dolo o colpa in riferimento al danno erariale (archiviazione Corte dei Conti)", evidenzia Bianchi. 
    “Al Consigliere Köllensperger sarebbe bastato un gesto di responsabilità – aggiunge Bianchi –: ammettere di essersi sbagliato e chiedere scusa. Non tanto a chi ha subito direttamente il procedimento, ma soprattutto ai cittadini, ai collaboratori della pubblica amministrazione e alle famiglie coinvolte”.

  • Paul Köllensperger: "E' stata comunque approvata una legge che impone per ogni vendita di demanio sopra i 1.600 metri il parere obbligatorio di un comitato con Alpenverein e CAI". Foto: Andy Odierno
  • Dopo l'archiviazione Köllensperger non ha dato segni di ripensamento sulla propria denuncia, in linea con i dubbi delle associazioni alpinistiche locali che avevano protestato. "Un risultato l’abbiamo ottenuto: grazie alla pressione politica, alle 56.000 firme raccolte e al dibattito pubblico, è stata approvata una legge che impone per ogni vendita di demanio sopra i 1.600 metri il parere obbligatorio di un comitato con Alpenverein e CAI. Così eviteremo che decisioni simili passino inosservate in Giunta", aveva detto ieri Köllensperger.

  • I dubbi sulla congruità della stima

    Come già evidenziato da SALTO, nelle motivazioni del decreto di archiviazione, firmato dalla procuratrice regionale Alessia Di Gregorio il 31 agosto 2025, si legge che “pur essendosi realizzato un danno sub specie di lucro cessante per la Provincia autonoma di Bolzano, non si ravvisano elementi comprovanti il dolo o la colpa grave dei dirigenti coinvolti”. Un passaggio importante è dedicato al metodo di valutazione adottato: da anni, infatti, la Provincia applica il parametro di circa 30 euro al metro quadro per i terreni accessori ai rifugi alpini, indipendentemente dalle possibilità edificatorie future. Una prassi che, pur potendo essere definita “non congrua” e fonte di minore introito per l’ente pubblico, esclude la responsabilità personale dei funzionari. Con l’archiviazione, dunque, il procedimento contabile si chiude senza rinvii a giudizio. Resta però aperto quindi l'interrogativo sulla necessità di aggiornare i criteri di stima dei beni pubblici in contesti sensibili e di pregio.