Waltherpark, la versione di Spagnolli

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Ieri il centro commerciale Waltherpark di Bolzano ha aperto per la prima volta le sue porte alla cittadinanza. Un taglio del nastro preceduto, mercoledì sera, da una cerimonia più ristretta a invito, alla presenza dei rappresentati dei media (SALTO non ha partecipato per l'esclusione di un suo giornalista, ndr). Dal palco è intervenuto anche l'ex primo cittadino del capoluogo Luigi Spagnolli, l'uomo che credette sin dall'inizio – e sino all'ultimo – alla maxi-operazione immobiliare del magnate austriaco René Benko (ora nei guai con la giustizia): lo dimostrò il giorno delle dimissioni, il 24 settembre del 2015, quando prima di lasciare la poltrona di sindaco firmò il decreto di riavvio della procedura del PRU di via Alto Adige, riaprendo una partita che sembrava chiusa dalla bocciatura del Consiglio comunale qualche settimana prima. Di seguito il testo integrale del discorso pronunciato da Spagnolli, che fornisce la sua versione dei fatti:
"Il 5 marzo 2013 ebbi un incontro in Comune, presenti il Vicesindaco Klaus Ladinser e le Assessore Chiara Pasquali e Judith Kofler Peintner, con René Benko e David Chipperfield, che mi proposero, rispettivamente da imprenditore e progettista, un piano di riqualificazione urbanistica dell'area di Via Alto Adige comprendente la vecchia stazione autocorriere e alcuni edifici adiacenti. Il primo aveva realizzato pochi anni prima il Kaufhaus Tyrol a Innsbruck, il secondo era un architetto di fama mondiale.
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Il piano prevedeva, in via di massima: l'edificazione di una cubatura importante nell'area compresa tra Via Alto Adige, Via Garibaldi, Viale Stazione e Via Perathoner, dove collocare un albergo in sostituzione dell'esistente Hotel Alpi, alloggi, uffici e un centro commerciale, salvaguardando gran parte dell'area verde esistente e creando anche tanto verde pensile sopra i nuovi edifici; lo spostamento altrove della stazione autocorriere; lo spostamento dell'ingresso del parcheggio interrato di Piazza Walther da Viale Stazione a Via Mayr Nusser, con un collegamento sotterraneo sotto Piazza Verdi e Via Alto Adige; la trasformazione di Viale Stazione in area verde, collegando le due parti in cui era allora diviso il Parco Stazione, eliminando il traffico veicolare per il garage di Piazza Walther e compensando in tal modo la parte di area verde perduta con l'edificazione.
Nel 1996, al primo corso per dirigenti organizzato dal Comune di Bolzano per i nuovi dirigenti incaricati in attuazione della riforma degli enti locali prevista dalle Leggi 142 e 241 del 1990, era stato più volte sottolineato che negli anni successivi la disponibilità economica dei Comuni non sarebbe più bastata a dare risposta ai bisogni dei cittadini, per cui sarebbe stato necessario, col tempo, prevedere negli atti di approvazione di progetti privati anche la realizzazione di opere di interesse pubblico pagate almeno in parte con fondi privati, perché utili ai privati medesimi. -
Durante l'incontro del 3 marzo mi fu subito chiaro che si trattava dell'occasione giusta per mettere in pratica quella indicazione. La stazione autocorriere esistente era un ricettacolo di malavita, nascosta com’era tra gli edifici e piena di angoli bui: spostarla in un luogo aperto e ben illuminato, che fu poi Via Renon, corrispondeva a un evidente interesse pubblico; così come era d’interesse pubblico unire in un'unica area verde le due parti di Parco Stazione eliminando una strada; così come era d’interesse pubblico spostare al margine della città l'entrata del garage di Piazza Walther, togliendo migliaia di automobili/giorno alle strade del centro.
Schierarsi contro un facoltoso investitore straniero rappresentandolo come un babau che mette le mani sulla città era un'occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire.
Si avviò l'iter, nel rispetto delle leggi, innescando in città un dibattito acceso che divenne presto, per alcuni partiti e liste elettorali, un'opportunità di ricerca di consenso politico. Si avvicinavano infatti le elezioni comunali, e l'occasione di schierarsi contro un facoltoso investitore straniero rappresentandolo come un babau che mette le mani sulla città era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Ma l'iter proseguì secondo legge: ci furono tra l’altro quasi 100 riunioni tra tecnici comunali e tecnici del privato proponente, che portarono al progetto definitivo condiviso, peraltro molto diverso da quello iniziale. Ci fu un referendum che confermò che la maggioranza dei bolzanini era d'accordo col progetto Waltherpark. Partirono i cantieri, che hanno dato lavoro per anni a tante ditte e maestranze locali. Oltre alle opere di interesse pubblico, l'operazione ha portato alla città quasi 70 milioni cash, ovvero oltre 5 volte quello che sarebbe stato il prezzo di esproprio, se si fosse proceduto secondo un iter tradizionale.
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Ed ora, a conclusione di questo percorso, il privato investitore iniziale è uscito di scena accusato di vari reati, l'investimento è stato rilevato da un altro investitore privato, la famiglia Schoeller, che ringrazio per aver creduto nel progetto e che lo ha portato a termine; e la città ha ottenuto, oltre agli altri vantaggi di cui sopra, che una zona degradata a due passi dal centro fosse completamente riqualificata.
Non è stato il privato a mettere le mani sulla città; è stata la città a mettere le mani in tasca al privato
Non è stato il privato a mettere le mani sulla città; è stata la città a mettere le mani in tasca al privato, raggiungendo l'obiettivo di conciliare l'interesse pubblico con l'interesse privato. Sia il privato che il pubblico hanno conseguito gli obiettivi pattuiti, rispettando le leggi. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a fare tutto questo. E grazie a voi per essere qui oggi."
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"Das KUCKUKs-EI, das sich da die LANDES-REGIERUNG + der SPAGNIOLLI in das Nest hat legen lassen," ist zu einem gefräßigen KUCKUK aus-gewachsen, "der sich anders als sein natürlicher Zeitgenosse -n i c h t- im Winter nach Afrika verzieht, wird außer den vielen anderen Geschäften in der kaum-wachsenden Stadt-Bozen (Einwohner), auch den bisher GOLD-werten-LAUBEN die Luft aus den Reifen lassen!
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Cosa aggiungere. L' amico Gigi, in poche righe, e con la mera descrizione dei fatti, ha spazzato via "tonnellate" di parole scritte su Salto contro questo benedetto progetto. Sia all' epoca che oggi. È stato detto di tutto! Sembrava che Bolzano Bozen dovesse scomparire. Sono intervenuti pure soggetti alternativi esterni a raccontarci la rava e la fava. La cosa curiosa è che nel mentre si é costruito un centro commerciale grande con il Twenty a Lagundo e nessuno ha proferito bocca.
Questa vicenda mi ricorda quella della TAV e BBT dove c'è gente che che protesta mentre il mondo brucia tra Ucraina, Gaia e Sudan. Qui invece qualcuno ha protestato pure per,la salvaguardia di 2 alberi (me lo ricordo bene).
È tutto scritto! Anzi sarebbe bello se Salto riprendesse tutte le centinaia di articoli e li raccogliesse in un uniico posto. Dare la possibilità a tutti di leggere una visione distopica della realtà.
In quanto alla redazione mi sento di chiedere cosa sia giornalismo. Se sia inchiesta alla Enzo Biagi, oppure opinionismo alla Marco Travaglio.
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Ich freue mich über die Entwicklung rund um den Waltherpark. Und das obwohl ich kein BOZNER bin, aber seit zwanzig Jahren beinahe täglich die betreffende Zone durchquere.
Antwort auf Ich freue mich über die… von Paul Tasser
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Ein 2025 eröffnetes Kaufhaus wurde 2015 aufgrund eines Workshops aus dem Jahr 1996 genehmigt. Ein besserer Beweis für ein veraltetes Konzept lässt sich kaum finden. Nun müssen wir wohl froh sein, dass er nicht auch die Privatisierung der Sozialwohnungen in Bozen vorangetrieben hat – wie es in den 1990er-Jahren vielen Gemeinden empfohlen wurde.
Chi ha messo le mani nella…
Chi ha messo le mani nella tasca di chi ci sará ancora da vedere...
Nel caso del Twenty a noi cittadini ce l'hanno messo proprio in quel posto (parte del corpo che non posso specificare) se tocca risarcire chi non ha potuto costruire il suo centro commerciale.
Consiglio a tutti do ascoltare il Podcast di Salto sul caso Twenty! https://salto.bz/de/pasticcio