Cara signora Nardin, trovo…
Cara signora Nardin, trovo sbagliato paragonare la nostra situazione ad una situazione di tifo, come ad una partita di calcio. La posta in palio è molto più importante e non si presta a paragoni scherzosi. Ma vedo che per tanti italiani la vittoria nel 1918 sembra proprio essere questo. "Abbiamo vinto ed è naturale che da campioni ci godiamo la vittoria e voi, perdenti, dovete subire le conseguenze", come fosse solamente una partita di calcio e non si trattasse di una delle cose più importanti per un popolo: poter scegliere dove stare. Non serve essere simpatizzante di STF per capire che a noi Sudtirolesi da più di cento anni viene negata questa possibilità. Al contrario, veniamo continuamente esortati a unirci ai festeggiamenti per l'unità dell'Italia, perchè l'unione d'Italia abbia portato tra l'altro sopratutto libertà. Lei può capire che così subiamo un continuo lavaggio del cervello, la richiesta di festeggiare di continuo la distruzione della nostra Heimat del Tirolo e il distaccamento dal nostro cerchio linguistico/culturale. Come Lei ha scritto: Südtirol ist Italien (su livello amministrativo) e ciò ci compromette non poco lo sviluppo, imprigionati nelle leggi italiane. Qui non c'è autonomia che tenga. Purtroppo qua il riverito sig. Kompatscher è troppo ottimista sulle possibilità dell'autonomia. E bisogna anche pur dirlo una volta anche agli italiani; che lo sanno già ma preferiscono a credere ai miti creati fra di loro non volendo vedere l'effetto che questi hanno sui loro vicini (tipo: vogliamo la convivenza con te ma non ci interessa il dolore che ti arreco nel cuore). La Grande guerra, la prima guerra mondiale, per quanto riguarda Italia e Südtirol non è il compimento dell'unione dell'Italia ma la perdita dell'innocenza del Risorgimento, perchè era il tradimento degli ideali del Risorgimento, solamente una truce e fredda guerra coloniale di aggressione. Periodicamente noi sudtirolesi siamo chiamati a subire violenze pesantissime per dei non errori sopratutto perchè il nostro essere tirolesi spesso viene visto come offesa agli italiani. Queste violenze verbali sui social, sui giornali, nelle trasmissioni, esternati da politici nazionali importanti hanno un'effetto devastante nelle nostre menti.È un percorso molto pesante. Ed io all'età di 63 anni divento sempre più stanco di questo.
Per ultimo voglio dire che le gabbie etniche esitono realmente, ma non quelle di Langer. Sono quelle che gli italiani nazionalisti costruiscono intorno al loro cuore. Sono gabbie dure ed impenetrabili. Freddi a non voler ascoltare la storia ed i sentimenti del loro vicino, solamente intenti a esaltare la gloria del tricolore e della storia dell'Italia e mettono questo pure sopra la dignità ed i diritti umani. In questo modo infangano il decoro del tricolore molto più di quanto lo potesse fare la nuova sindaca di Merano che, vedendo il video a distanza e a mente fredda neanche ha fatto uno sbaglio.