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“I docenti ritirino le proteste”

Per l'assessora al personale Magdalena Amhof c'è molta confusione sui numeri dietro agli stipendi degli insegnanti: "La somma dei due aumenti sfiora gli 800 euro lordi al mese, ma se lo stop alle attività extra continuerà non possiamo iniziare le trattative".
Magdalena Amhof
Foto: Seehauserfoto
  • "Inizieremo le trattative per aumentare i salari appena gli insegnanti ritireranno le proteste. La somma dei due aumenti proposti dalla Giunta sfiora gli 800 euro lordi al mese, anche se per molti non è chiaro, e per noi stanziare più di 110 milioni all'anno non è fattibile". A parlare è l'assessora provinciale al personale Magdalena Amhof che ribadisce la posizione della Giunta provinciale sui salari dei docenti.

    La contrattazione vera e propria per l'aumento degli stipendi degli insegnanti non è ancora cominciata ma le parti coinvolte - insegnanti, sindacati e Provincia di Bolzano - si scontrano a distanza a suon di dichiarazioni e comunicati stampa che rischiano di inasprire il dialogo tra gli attori coinvolti. La Provincia ha avanzato l'offerta di stanziare 110 milioni di euro per tre anni, che secondo la Giunta provinciale porterebbe nelle tasche degli insegnanti 400 euro lordi al mese; questi si vanno a sommare ai 385 euro lordi al mese di adeguamento all'inflazione che arrivano in busta paga a novembre con effetto retroattivo da gennaio 2025. Nel giro di un anno lo stipendio dei docenti altoatesini dovrebbe quindi aumentare di poco meno di 800 euro lordi al mese; la metà dei fondi necessari è già stata stanziata e la seconda metà dovrebbe essere oggetto di contrattazione a partire da gennaio. La Provincia ha messo nero su bianco, in una lettera d'intenti, la propria offerta, a cui però i sindacati si oppongono, supportati dalla posizione dei gruppi di protesta degli insegnanti. Tra coloro che protestano c'è chi - come il gruppo pusterese Bildung am Abgrund - ritiene che l'offerta dei 110 milioni all'anno sia troppo bassa e chiede "almeno 200 milioni di euro per gli aumenti salariali" e un adeguamento annuale all'inflazione. I gruppi di protesta dichiarano che "dopo 35 anni di servizio, un insegnante nella settima fascia di stipendio dovrebbe guadagnare 87.572,80 euro lordi all'anno". 

  • I tre contratti: dopo l'una tantum, nel 2025 sono arrivati +385 euro lordi al mese e dal 2026 verranno stanziati 110 milioni di euro per un aumento strutturale che, secondo la Provincia, equivale a ulteriori 400 euro lordi al mese per insegnante. Foto: Provincia di Bolzano
  • Intanto, però, lo stop a gite e attività extrascolastiche prosegue, irritando la Giunta provinciale. "In un periodo di contrattazione non sono previste proteste", dice senza giri di parole l'assessora Amhof. "Se poi gli insegnanti non si dovessero trovare d'accordo con quello che verrà deciso in sede di trattative allora potrebbero riprendere la protesta. Noi come Provincia - continua Amhof - vorremmo informare per bene gli insegnanti, arrivando a tutti. Molti docenti pensano che l'adeguamento all'inflazione è già l'adeguamento allo stipendio, ma sono due cose separate. C'è gran confusione perché si è iniziato a parlare dell'adeguamento dei salari quando ancora si trattava dell'inflazione". In effetti, la proposta di aumentare lo stipendio dei docenti da gennaio 2026 è arrivata a inizio settembre, mentre i sindacati trattavano con la Provincia su un altro aumento, che arriverà appunto da novembre e sarà pari a 385 euro. In quell'occasione i sindacati lamentavano il fatto che mentre si trattava di una cosa, arrivavano promesse per un'altra cosa su cui si sarebbe trattato in futuro. La strategia, messa in campo dal Presidente Arno Kompatscher, sembrava proprio avere l'obiettivo di mettere subito un freno alle proteste dei docenti, che avrebbero preso il via con il suono della prima campanella dell'anno scolastico. L'obiettivo, però, non sembra essere stato raggiunto perché non solo le proteste non si sono fermate, ma si sono allargate sempre di più e ora gli insegnanti chiedono di stanziare ancora più soldi.
    Ma Amhof non fa passi indietro: "Noi inizieremo le trattative appena gli insegnanti ritireranno le proteste. La somma dei due aumenti sfiora gli 800 euro lordi al mese, per noi aumentare oltre i 110 milioni all'anno non è fattibile".

    Allo stesso tempo, i gruppi di protesta si chiedono come possano i sindacati assicurare alla Provincia che i docenti smettano di protestare, se la decisione spetta ai singoli soggetti e non è sindacale. La conseguenza, però, per la Provincia sarebbe chiara: i soldi non verrebbero stanziati e quindi gli stipendi dei docenti non aumenterebbero da gennaio, fermandosi all'aumento di 385 euro lordi al mese da novembre. Un compromesso tra docenti, sindacati e Provincia, per ora, sembra ancora remoto.