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“Più Disneyland che Klimaland”

Prosegue l'analisi del bilancio. Foppa (Verdi): “Porta aperta ai populisti”. Köllensperger (Team K): “Kompatscher buon negoziatore ma amministratore ordinario”. Repetto (PD): “Serve un reset”.
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Foto: Seehauserfoto
  • “Una provincia con il portafoglio pieno, ma con sempre più paura di perdere il benessere”: nella discussione sul bilancio 2026 della Provincia, tenuta ieri in Consiglio provinciale, Brigitte Foppa (Verdi) ha scelto un’immagine semplice: un “portafoglio pieno”, quello sudtirolese, che nel 2026 può contare su quasi 9 miliardi di euro: “Se dividiamo questa somma per ogni persona e per ogni mese, arriviamo a 1.350 euro: quasi uno stipendio”. Questa somma rappresenta il grande fondo di solidarietà collettivo da cui si finanziano sanità, scuola, welfare, trasporti, amministrazione: “Circa 300 euro vanno alla sanità, 200 all’istruzione”. Ma “se il bilancio cresce così tanto, è cresciuto anche il benessere delle persone?”

    Per la verde Foppa la risposta è no: “La paura di perdere il benessere ha raggiunto il ceto medio”. Ricorda proteste e stipendi insufficienti, come bidelli con mille euro al mese o genitori soli con 1.900 euro. I prezzi crescono, gli alimentari sono cresciuti “+25% in cinque anni”, mentre gli stipendi non tengono il passo. L’inflazione ha inceppato il meccanismo redistributivo e la politica ha aggravato la situazione: adeguamenti tardivi per i dipendenti pubblici e 120 milioni per i contratti collettivi: “noccioline” secondo la capogruppo verde. “Il 42% della spesa familiare va alla casa, vent’anni fa era il 33%”. I Comuni in emergenza abitativa sono passati da 6 a 21. Comprare casa è quasi impossibile: “Per un appartamento medio a Bolzano servirebbero 65 anni di mutuo”. Il mercato degli affitti soffre per mancanza di offerta e speculazione. Durissime le critiche al turismo (e alle seconde case): da fattore di benessere a “fattore di rincaro”. Le ultime misure? “Il giro di vite sulle locazioni brevi si è ritorto contro; la convenzione al 100% è un bluff”.

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  • Foppa contesta la narrazione climatica della Giunta provinciale: “Pensavo lavorassimo per diventare Klimaland. Scopro che lo saremmo già”. Le circonvallazioni sono presentate come mobilità sostenibile, ma “sono state costruite perché siamo un Autoland, il land del traffico turistico e privato”: “Domenica a Bolzano sembrava Disneyland, non Klimaland”. Sulle Olimpiadi 2026 cita Kompatscher: “Milioni vedranno i nostri paesaggi”, ma avverte: i luoghi “instagrammabili” non sempre traggono beneficio dalla notorietà. Critica i simboli incoerenti, come il cartello di benvenuto all’autostrada mentre s'invita ad arrivare con mezzi pubblici. Sulla trasformazione del Waltherpark “il Raumschiff Benko è atterrato e la città ha consegnato il suo cuore a un tempio del consumo”. Ma “non è il consumo ciò che rende felici, bensì le relazioni”, mentre cresce la solitudine di giovani e anziani.

     

    Kompatscher cita Alexander Langer e poi posa con Meloni e Salvini.

     

    La percezione di insicurezza è letta in chiave sociologica: “Il livello di fiducia è basso, tipico di società con traumi collettivi”. Per le persone di lingua tedesca sarebbe il “trauma dell’annessione”, per gli italiani del Sudtirolo quello migratorio. Ma la fiducia “non si ricostruisce con pattuglie o telecamere”. La nomina estiva di Florian Zerzer ha suscitato “un’ondata di indignazione”. La fiducia non si costruisce “con aumenti di indennità decisi di nascosto o operazioni opache legate a interessi personali”. L’accusa più dura è ad Arno Kompatscher: “Citate Alexander Langer e poi posate con Meloni e Salvini; parlate di diritti e poi proponete test linguistici per bambini di quattro anni. Questo doppio gioco non crea fiducia”. La conclusione è ancora rivolta al Landeshauptmann: “La storia vi ricorderà non solo come presidente dell’autonomia, ma come colui che ha aperto la porta alla destra populista e postfascista”.

  • La ricetta economica del Team K

    In un intervento molto incentrato sulle politiche economiche – e meno duro verso la Giunta su Autonomia, ambiente e convivenza – Paul Köllensperger (Team K) sottolinea come il bilancio 2026 poggi su entrate record: +680 milioni rispetto all’anno scorso, con un bilancio passato dal 2014 da 5,3 a 8,76 miliardi (+64%), a fronte di un'inflazione e crescita inferiori. Ciò implica, sostiene il fondatore del Team K, un aumento della pressione fiscale. Ma “nonostante un bilancio quasi raddoppiato, la maggioranza non percepisce un miglioramento”. Il boom di entrate maschera “inefficienza, costi in crescita, bassa produttività”: quando le entrate rallenteranno, emergeranno le riforme rimandate. A livello nazionale il 9% regge il welfare: in Alto Adige, sostiene il consigliere provinciale, i contribuenti netti sono solo il 22% della popolazione (circa 74.000 persone), che di fatto finanziano l’81% del bilancio: “A questi andrebbe detto grazie”. In dodici anni sono stati redistribuiti 80 miliardi, anche tramite una “giungla di contributi” che alimenta solo burocrazia. Uno studio indipendente del 2024 evidenzia: programmazione debole, sistema IT problematico, proliferazione di bonus e contributi, amministrazioni appesantite e crescita futura della spesa più rapida delle entrate, soprattutto per la non autosufficienza. Mancano una programmazione pluriennale e il controllo su società esterne dove confluiscono miliardi. Solo nel 14% delle misure si valutano i risultati: “La spending review è rimasta lettera morta”.

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  • Köllensperger riconosce al presidente Kompatscher abilità a Roma, ma critica la mancanza di visione interna: troppo focus sul PIL pro capite e pochi indicatori reali su produttività e competitività. L’Alto Adige è scivolato nel terzo inferiore delle Regioni europee per competitività, soprattutto sull’innovazione: “PIL alto, competitività bassa: uso inefficiente delle risorse: si vive con salari italiani e costi svizzeri”. I prezzi delle case sono del 92% sopra la media italiana, oltre il 50% più alti della Lombardia, ’accessibilità abitativa è la peggiore d’Italia, ogni anno se ne vanno 2.500 giovani e solo il 25% torna. Anche i lavoratori stranieri faticano a restare per colpa degli affitti. Il nuovo “Wohnbaureform” introduce elementi positivi (non profit e più affitto convenzionato) ma rischia di far salire le cubature libere: per il Team K serve un piano massiccio di edilizia pubblica in affitto, utilizzando terreni, aree militari e strumenti già disponibili, mentre l’edilizia convenzionata andrebbe aperta anche a freelance e nomadi digitali con attività stabile in Alto Adige.

  • Elogio al NOI, ma non basta

    Non è “guerra ai poveri”, sostiene ancora Köllensperger, ma giustizia: i sussidi devono garantire che chi lavora stia meglio di chi vive solo di prestazioni, evitando l’incentivo al lavoro nero. Chiede più franchigie per non penalizzare le famiglie dove lavorano entrambi i genitori. La Provincia è “precursore della bonus-culture”. Per questo, afferma ancora il consigliere, bisogna tagliare il sottobosco dei contributi, sostituendoli con incentivi fiscali collegati ai risultati, come già consentirebbe l’articolo 73 dello Statuto. Anche l’IRAP andrebbe ridotta in modo selettivo per chi assume, ma finché la politica resta ancorata ad agricoltura e turismo, è difficile parlare di competitività: serve innovazione nelle imprese, digitalizzazione, attrazione di competenze in quanto il NOI Techpark è “una lodevole eccezione”, ma non basta. Restano la Riforma dell’autonomia e un buon accordo finanziario, ma per Köllensperger il divario tra politica e cittadini è aumentato. Il rilancio deve passare da più democrazia dal basso e da una pubblica amministrazione meno burocratica: “Non è tempo di catastrofismi, ma le scelte per il futuro vanno prese oggi”, conclude il leader del Team K.

  • Il consigliere Sandro Repetto (PD) riconosce i meriti sull’Autonomia, ma chiede un cambio di passo alla Giunta Kompatscher: il contesto richiede “un reset, o almeno coraggio”. Contesta il tono ottimistico sulle riforme nazionali (“la revisione dell’IRPEF favorisce i redditi più alti”) e sui test linguistici a 4 anni negli asili di lingua tedesca Repetto attacca: “Se il bambino non conosce abbastanza tedesco viene orientato altrove: e dove, se non nella scuola italiana?”. Una misura che, secondo l'esponende dem, rischia segregazioni precoci. Inoltre "ogni anno 800 altoatesini in più emigrano verso Paesi di lingua tedesca". Mancano risposte su salari, casa, costo della vita, università attrattive: “Siamo un vaso di coccio tra due di ferro”. Sul fronte sanitario, nove mesi d’attesa per la non autosufficienza a Bolzano sono “un dramma” e le Case di Comunità funzioneranno solo se avranno un medico di base stabile: “Non basta elencare opere edilizie: servono personale e organizzazione”. Sulla famiglia, il tasso di copertura dei nidi è incerto rispetto all’obiettivo del 45%. E sulla parità di genere, secondo il Sole 24 ore, siamo “secondi per qualità della vita, ma ottantaseiesimi per quella delle donne”, ricorda Repetto.

     

    Se il bambino non conosce abbastanza tedesco viene orientato altrove: e dove, se non nella scuola italiana?

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  • Mancano inoltre dati sulla riforma abitativa: “Senza numeri, gli slogan non bastano”. Repetto cita casi limite come lo sfratto di un 77enne per un rudere ereditato. Critica la gestione delle cooperative militari e chiede una riflessione sul ruolo dell’IPES, accelerando la ristrutturazione degli alloggi. Pur lodando anche lui il NOI Techpark, Repetto denuncia la “totale assenza di una politica industriale”. Il caso Acciaierie Valbruna è per il consigliere del PD emblematico: “Serviva una decisione politica, non un bando surreale”. Le imprese lamentano burocrazia soffocante, mentre abbiamo “un Alto Adige simile a un Luna Park, pensato per i turisti ma incapace di nutrire l’anima dei cittadini”, con un colpevole silenzio sulla crisi dell’Orchestra Haydn. “Viviamo in pace, ma sulla prosperità la distanza tra dichiarazioni e realtà è ampia. Ci aspettavamo un bilancio più coraggioso. Serve un reset” conclude il consigliere provinciale del PD.