L'Excelsior visita Astutillo Malgioglio
“Ciao Astutillo, vorrei venire a trovarti con alcuni ragazzi di Excelsior per consegnarti il premio Wefairplay che non avevi potuto ritirare in presenza…”
“Sarebbe bellissimo, non tanto per il premio, ma perché voglio farvi vedere una cosa….”
Pochi giorni dopo questa telefonata, nei giorni scorsi 8 componenti del GS Excelsior sono partiti con destinazione Pieve Porto Morone, un paesino di 2500 anime a metà strada tra Piacenza e Pavia. Ad attenderli hanno trovato Astutillo Malgioglio (ex portiere professionista con trascorsi in molte società di serie A e B tra cui Brescia, Roma, Lazio e Inter, con cui, allenatore Trapattoni, nel 1989 vinse lo scudetto dei record come vice di Walter Zenga).
La casa non è però quella di Malgioglio, bensì quella di Riccardo e Marianna, genitori di Ester, una ragazza di 17 anni affetta dalla nascita da un gravissimo handicap fisico e mentale. L’accoglienza è calorosa e dopo le presentazioni di rito, il piccolo soggiorno viene trasformato in palestra grazie ad alcuni tappetoni pieghevoli. Malgioglio, con grande naturalezza, ci mostra gli esercizi di psicomotricità, che da 9 anni a questa parte per tre volte alla settimana, svolge con Ester. Nel frattempo Marianna racconta che quando Ester aveva otto anni, i medici decretarono che i suoi miglioramenti erano giunti al capolinea a che quindi per Ester, incapace di camminare, si prospettava una vita seduta su una sedia o adagiata nel letto. Proprio in quel periodo avvenne casualmente l’incontro tra Malgioglio e la famiglia: dopo tre anni di esercizi costanti la bambina riuscì ad alzarsi in piedi e, con l’aiuto di un girello, a muovere i suoi primi passi. Da allora non si è più fermata. Non ha molta resistenza e deve concedersi lunghi periodi di riposo, ma grazie agli esercizi riesce a mantenere allenata la muscolatura del suo esile corpicino, più simile a quello di una bambina che di una adolescente.
I ragazzi di Excelsior assistono dapprima ammutoliti, poi partecipano facendo il tifo per Ester quando deve affrontare esercizi particolarmente impegnativi; tifo che più volte sfocia in un applauso fragoroso che Ester, seppur non vedente e incapace di parlare, dimostra di apprezzare. L’incredibile accoglienza prosegue con un pranzo che diventa occasione per scambiare emozioni e punti di vista su valori e disvalori della nostra società. Malgioglio racconta di aver iniziato a 18 anni, assieme alla sua futura moglie, ad occuparsi di bambini disabili. Durante gli anni del professionismo era riuscito ad aprire una palestra di psicomotricità per bambini cerebrolesi e distrofici a Piacenza. Dopo alcuni anni la palestra dovette chiudere, ma per Malgioglio cambiò solo il modo di donarsi: iniziò infatti a seguire i suoi giovani amici a domicilio: “Se i bambini non posso più venire in palestra, vorrà dire che sarò io ad andare da loro”. Incalzato dalle tante domande, torna anche sul suo rapporto con il compagno di squadra e campione tedesco Jürgen Klinsmann:” Pochi sanno che Jürgen non venne a visitare la palestra solo in quell’unica occasione, come viene raccontato sul web, ma ci tornò molte volte e spesso si fermava a mangiare con le famiglie dei bambini, proprio come fate voi oggi. Quell’incontro lo cambiò profondamente come uomo. Io lo so perché ancora oggi, quando ci sentiamo, me lo conferma.” Oltre al premio “Wefairplay” (la scultura bicolore in legno che riproduce il logo della manifestazione), Malgioglio riceve dai ragazzi anche la sciarpa del Gs Excelsior e rimane colpito dallo slogan impresso sul retro: SIAMO TUTTI TITOLARI. “Questa frase mi fa pensare che io e questi genitori e voi stiamo facendo lo stesso lavoro: voi coinvolgendo tutti sul campo e noi coinvolgendo Ester e gli altri bambini come lei, dando loro la dignità che meritano e imparando da loro il valore dell’amore incondizionato. Ester è “titolare” della sua vita, nessuno la metterà mai “in panchina”. L’emozione è tanta e serve spezzarla con un tocco di allegria: ci pensa Cappelletti, il “bomber senza gol” che riesce a strappare a Malgioglio la promessa di una visita a Bolzano nel caso riuscisse finalmente a segnare il suo improbabile, ma non impossibile, primo gol su azione, che insegue ormai da 14 anni. Termina così una delle giornate più intense e profonde della storia di Excelsior.
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