Gesellschaft | La festa dei lavoratori in Alto Adige

Voci e musiche dal Primo Maggio

Come hanno vissuto questa giornata i lavoratori altoatesini? Ne abbiamo interpellati alcuni nei social network ed abbiamo condito il tutto con un po' di musica.

Uno spiraglio
Il Primo Maggio 2013 ha alternato un sole tiepido e nubi scure, che su Bolzano hanno anche scaricato saette. È il meteo a fornirci la migliore metafora del tono assunto quest’anno dalla festa dei lavoratori. Una festa all’insegna della preoccupazione per la crisi, ma anche della rabbia per la situazione politica. Un Primo Maggio in cui l'unica magra consolazione risiede nel fatto che le istituzioni italiane sono riuscite per lo meno ad uscire dal pericoloso stallo in cui si erano cacciate. 

Le sfaccettature del Primo Maggio in musica
Il Primo Maggio da qualche decennio è sinonimo di musica dal vivo grazie al concerto omonimo, grande festa un po’ stucchevole che richiama centinaia di migliaia di persone a Roma in Piazza San Giovanni. A smitizzare il concertone quest’anno ci hanno pensato Elio e le Storie Tese, con una nuova canzone pirotecnica che vi invitiamo ad ascoltare, per prendere il giusto slancio. D’altronde il Primo Maggio può vantare una presenza significativa nella canzone d’autore, a cominciare dall’Inno scritto nel 1892 da Pietro Gori sulla melodia di Va’ Pensiero, che definisce il Primo Maggio “Dolce Pasqua dei lavoratori”. Più sofferto è il riferimento alla festa proposto negli anni ’70 da Claudio Lolli in “Primo Maggio di festa oggi nel Viet-Nam e forse in tutto il mondo”. Ma la festa dei lavoratori fa il suo ingresso tutt’altro che trionfale anche in “Ti amo” di Umberto Tozzi (!) con un “Primo Maggio, su coraggio” tutto da incorniciare. Avvicinandosi ai giorni nostri il messaggio diventa ancora più chiaro con la sentenza “Il lavoro delibita l’uomo” pronunciata senza peli sulla lingua dai Marlene Kuntz.

E i lavoratori che dicono? 
Visto che la musica dedicata al Primo Maggio non ci sostiene più di tanto abbiamo pensato allora di andare a cercare un po’ di “voci” dal mondo del lavoro, utilizzando a tal scopo uno dei “megafoni” di Salto.bz, e cioè facebook.
Domanda 1. Per rompere il ghiaccio abbiamo chiesto ai nostri quattro “lavoratori campione” come avrebbero trascorso il giorno di festa. Le risposte sono state quelle che ci aspettavamo e cioè un mix tra relax e impegno. Le intenzioni contemplavano il disbrigo delle faccende di casa arretrate mantenendo comunque uno spiraglio per un’eventuale passeggiata all’aperto, con una tappa magari riservata ad una manifestazione organizzata per l’occasione.
Domanda 2. La seconda domanda, senz’altro più impegnativa, chiedeva ai nostri intervistati se il loro lavoro risente della crisi. Dalle risposte è scaturita un’incertezza caratterizzata da varie sfumature. Siamo andati da “il mio lavoro no, ma la mia azienda un po’ sì” di Miriam che lavora per Aspiag a Stefan che fa il fonico audio: “il mio lavoro risente della crisi, non solo in termini economici ma soprattutto nella qualità del lavoro”, ci ha detto. Per Manuel che si occupa di informatica all’Iveco "la crisi non è ancora diventata palpabile anche se l’aria che tira non è della migliore", mentre per Maria che fa l’educatrice nel suo settore “la crisi si sente già da tempo"
Domanda 3. La terza domanda che abbiamo posto interrogava i nostri interlocutori sugli interventi che secondo loro dovrebbe adottare il governo, ora che c’è, per sostenere il lavoro. “Detassare il lavoro giovanile e fare in modo che le banche tornino ad avere fiducia nelle imprese” ci ha detto Miriam. Per Manuel il problema è che in Italia "i privilegiati continuano a difendere le loro poltrone” e che "bisognerebbe impedire che le persone alla base vengano sfruttate con contratti finti”. Per Stefan “il governo dovrebbe sostenere e garantire almeno il minimo indispensabile sia alle imprese che ai lavoratori per consentire a loro di sbarcare il lunario”. Per Maria infine occorrerebbe “concentrare ogni sforzo per sviluppare il suo settore (quello delle politiche giovanili n.d.r.), tagliando molti rami secchi”

La crisi dunque in provincia di Bolzano non morde ancora a fondo, ma la preoccupazione è tanta, così come è notevole il disincanto nei confronti della capacità/volontà della politica di intervenire per promuovere un cambiamento positivo.
Il Primo Maggio è in ogni caso una giornata ideale per rimettere al centro dell’attenzione il fatto che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. E’ l’inizio della nostra Costituzione e il lavoro viene prima di tutto il resto, prima dei diritti e dei doveri. E’ la sostanza del nostro vivere insieme senza la quale mancano i presupposti. Teniamolo bene presente tutti.

Buon Primo Maggio