Bus elettrici, fra dubbi e flotta…antica
L’acquisto degli e-bus bolzanini deciso qualche tempo fa e che si ritrova nel piano degli investimenti deliberato dalla Provincia a metà febbraio 2018 è letto con toni trionfalistici. Arriveranno per primi quelli della linea “sponsorizzata” 18.
Mi limito quindi solo a segnalare che dovrebbero essere come quelli arrivati di recente a Milano e quelli già in servizio a Bergamo. Da quest’ultima città si legge di un’autonomia differente da quella dichiarata (quasi dimezzata, circa 100 km rispetto ai dichiarati 180).
(…) usati di persona, solo 100 km di autonomia ad andare bene. (…)
(…) lo sto usando stamattina, fino adesso ho fatto 44 km e un residuo di batteria del 58% (...)
Cosa che sarebbe confermata da un'altra testimonianza dalla città orobica dove si afferma che...
(…) di mattina 2/3 dei bus sono elettrici e il rimanente terzo a metano, di pomeriggio le quote si invertono (2/3 a metano e 1/3 elettrici grossomodo). (...)
Indirettamente (mica tanto poi...) pare quindi di capire che l’autonomia di tali mezzi sia assai limitata.
Poi è già capitato di un guasto in mezzo ad una strada, ma “ci può stare” per mezzi nuovi.
Tralascio queste problematiche che potranno (… forse, chissà...) essere chiarite (?) in occasione della conferenza stampa di presentazione di tali fantasmagorici mezzi o almeno si spera poiché in passato i media sono stati assai parchi con domande che potrebbero “guastare la festa”.
Anche i costi “non tornano”. Alla presentazione a media e politica un anno fa si parlava di 0,15 Euro/km, in una recente risposta ad un’interrogazione si è arrivati al doppio (0,30 Euro/km)… ma se dopo cinque anni si deve cambiare il pacco di batterie, allora saranno dolori. Certo è che siamo sempre di fronte a mezzi “sperimentali”, come fu affermato al convegno sui carburanti alternativi nel tpl a Bologna a fine settembre 2017.
Quali sono le priorità? La flotta di certo, invece le scelte sono altre, “ultragreen” per… sviare l’attenzione?
La domanda cruciale che ci si dovrebbe porre è: era necessario spendere 3.105.000 € per comprare quattro bus (due da 12 metri e due da 18 con le stazioni di ricarica in deposito) quando, questo è il punto, lo stato della flotta è catastrofica? Me lo ero già chiesto giusto un anno fa.
Meglio 4 mezzi nuovi oppure… 14 nuovi GNC?
Me lo sono chiesto giusto qualche giorno fa quando sono incappato nella presentazione di cinque nuovi bus a metano a Vicenza. Questi mezzi sono costati 1.100.000 €. Il conto è presto fatto. Con i fondi per i quattro bus della “linea sponsorizzata” si sarebbero potuti comprare circa 14 mezzi da 12 metri. Considerando il grado di catorciosità di buona parte della flotta di Sasa, qualche domanda ce la si dovrebbe porre, no? Peccato che nelle sedi a ciò deputate si accetti sempre e comunque ciò che viene (spesso glissando sui temi della trazione) dai vertici di Sasa (cioè della Provincia).
E’ la stessa identica questione di quando furono acquistati i bus a idrogeno, per i quali la Provincia mise di tasca propria 9 milioni di Euro, oltre ai 4,5 del progetto europeo Chic. Soldi con i quali già nel 2013 si sarebbero potuti comprare altri 35 bus. Sappiamo come è andata a finire e, soprattutto, quale è oggi lo stato della flotta di cui nessuno pare occuparsene perché… il tema scotta così tanto?
Tornando ai nuovi bus a metano di Vicenza, uno dei motivi che sono recitati come un ritornello stonato da parte di Provincia e Sasa e per i quali si sono cassati i bus a metano è la presunta minore capacità di trasporto passeggeri. Ebbene, i nuovi bus vicentini hanno una capienza di ben 102 posti! Per la cronaca, i bus elettrici da 12 metri che si sono acquistati pare abbiano una capienza ridotta a meno di 80 passeggeri per le due tonnellate e passa di batterie, peraltro alla pari dei cinque mezzi a idrogeno in circolazione oggi.
Ecco quanto affermato in una risposta del 10.2.2017 ad un’interrogazione del gruppo verde in Consiglio Provinciale:
(...) bei 12 m (Erdgas-)Bussen eine Reduzierung der Fahrgastkapazität um 10 Einheiten kommt, also anstelle von 90 Personen nur mehr 80 Personen transportiert werden können.
Come dire, a parte che già la capacità non torna visto che si sono mezzi GNC con una capienza più alta, l’inesattezza è davvero palese perché il medesimo ragionamento lo si dovrebbe applicare pure ai bus elettrici e a idrogeno, no?
Mai provato a Bolzano un bus a metano Euro VI? E allora come si fa a criticarli, solo preconcetti infondati a danno di decisioni strategiche?
Ho come l’impressione che la idiosincrasia per i bus a metano nasca da una serie di esperienze negative con la flotta a metano, in particolare da parte degli autisti.. Peccato però che trasferire quelle esperienze su bus di venti e dieci anni fa sui bus attuali sia un fatale errore di valutazione. Pongo una domanda banale: a Bolzano si è mai provato un bus a metano Euro VI? Presumo di no. Oppure, come già scritto di recente, basterebbe recarsi nella lontanissima…Trento presso Trentino Trasporti che può vantare acquisti recenti di bus a metano Euro VI. E’ così difficile? Dai...
Certo, se poi si finisce per tappare i buchi della flotta con mezzi usati (del dicembre 2011 e con 520mila km sul groppone), come già avvenuto ad inizio 2017 (mezzi MAI presentati ufficialmente...) e nella scia della "migliore" tradizione del tpl italiano, allora la risposta non può che essere che i fantasmagorici bus elettrici non sono altro che una foglia di fico sulla decrepita flotta di Sasa. Anche perché, a parte altri tre mezzi, come si può leggere nella delibera provinciale di metà febbraio (commento in questo mio intervento a marzo), nei prossimi anni arriveranno, ma solo nel 2021, dieci mezzi a idrogeno con un enorme punto di domanda sui costi chilometrici. Ma l'importante è non parlarne, a quanto mi sembra...