Gesellschaft | Intervista

La cooperazione non conosce frontiere

Il 1° luglio è la Giornata Internazionale delle Cooperative. Interview mit zwei Experten im Bereich der Genossenschaften: Alberto Stenico und Oscar Kiesswetter.

Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Oggi, 1° luglio, si celebra la Giornata Internazionale delle Cooperative. La giornata cade sempre sul primo sabato di luglio e mira a dare visibilità al movimento cooperativo. Movimento molto presente in Italia. Infatti, sul territorio italiano sono presenti quasi 60.000 cooperative, tra cui 881 solo in Alto Adige. Le cooperative ricoprono un ruolo speciale nel panorama economico e sociale italiano: creano lavoro e offrono servizi ai cittadini, integrando ed espandendo così i servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Diversa invece la situazione in Germania dove esistono solo 8.000 cooperative su tutto il territorio nazionale.
Oscar Kiesswetter ist Betriebswirt und Autor des Buches „Genossenschaften Made in Italy. Eine Erfolgsgeschichte”, das 2018 erschienen ist. Er ist Experte für Genossenschaften. Einer der Schwerpunkte seiner Arbeit ist es, das italienische Genossenschaftsmodell im Ausland bekannt zu machen.
 
Salto.bz: Guten Tag, Herr Kiesswetter! Was bedeutet der alljährliche Tag der Genossenschaften für Südtirol?
 
Oscar Kiesswetter: Diesen Feiertag gibt es eigentlich seit 100 Jahren, anfangs war es eine Initiative des Internationalen Genossenschaftsbundes, der nach dem Ersten Weltkrieg die grenzüberschreitende Bedeutung der genossenschaftlichen Werte und das Potenzial dieser demokratisch geführten Unternehmensform für die Wiederaufbauphase bekanntmachen wollte. Seit 1995 wird – auf Grund einer Resolution der UNO-Generalversammlung – am ersten Samstag im Juli weltweit die Bedeutung der Genossenschaftsbewegung im Transformationsprozess für nachhaltiges Wirtschaften und menschenwürdige Arbeit unterstrichen, um das Motto der Vereinten Nationen „Cooperatives Build a Better World“ im öffentlichen Bewusstsein zu verankern. Auch in Südtirol gibt es alljährlich Initiativen der Verbände, die auf die Aktualität des Genossenschaftsgedankens hinweisen und für seine Anwendung bei einem nachhaltigen Wirtschaften für eine bessere Welt werben. Leider gerät bei solchen Vorhaben mit lokaler Tragweite, bei denen man nicht über den eigenen Tellerrand hinausschaut, eine bedeutende Eigenart des Südtiroler Genossenschaftswesens in den Hintergrund.
 
Oscar Kiesswetter
Oscar Kiesswetter
 
Salto.bz: Was meinen Sie damit?
Oscar Kiesswetter: Durch meine Vorträge und Publikationen im Ausland ist mir bewusst geworden, dass Südtirol eine Schnittstelle unterschiedlicher Genossenschaftskulturen darstellt und eine – vor allem in internationalen Vergleich – interessante Mischung aus Kooperativen mit verschiedenen historischen Wurzeln und unternehmerischen Zielsetzungen aufweist.
Denn 1918, als Südtirol und Welschtirol (das heutige Trentino) Italien zugesprochen wurden, gab es genossenschaftliche Unternehmen bereits seit Jahrzehnten. Durch die neuen Grenzen mussten sich allerdings alle bisher österreichischen Genossenschaften, Darlehenskassen und Sparvereine mit Sitz südlich des Brenners der italienischen Gesetzgebung unterwerfen. Umgekehrt gelangten, sozusagen aus Restitalien, auch cooperative und società di mutuo soccorso in die neuen Provinzen; sie waren aus ganz anderen Bedarfslagen heraus entstanden und verfolgten von Anfang auch einen, im deutschsprachigen Ausland damals unbekannten, zweiten Förderauftrag. Hundert Jahre später finden sich unter den im Landesregister eingetragenen 881 Südtiroler Genossenschaften, sowohl Unternehmen, die dem deutschen Gedankengut, zum Beispiel jenem von F. W. Raiffeisen, nachempfunden sind, als auch Kooperativen, die einen zusätzlichen Förderauftrag, d.h. eine soziale Aufgabe im Sinne des Artikels 45 der Verfassung übernommen haben. Dazu gehören in erster Linie die Sozialgenossenschaften, die sich auch um benachteiligte Menschen kümmern, selbst wenn sie nicht zur eigenen Mitgliederbasis gehören; die kürzlich entstandenen cooperative di comunità, gehen als echte Bürgergenossenschaften noch weiter und richten ihre Unternehmenstätigkeit auch auf das Umfeld der Kooperative und auf immaterielle Werte wie Umwelt, Kultur und regionale Wirtschaftskreisläufe aus.
Diese zwei Seelen sind für Einheimische eine Selbstverständlichkeit, sie werden aber vor allem im deutschsprachigen Ausland mit Interesse beobachtet und mitunter sogar nachgeahmt.
 
Oscar Kiesswetter ist Autor des Buches „Genossenschaften Made in Italy. Eine Erfolgsgeschichte.”
Oscar Kiesswetter ist Autor des Buches „Genossenschaften Made in Italy. Eine Erfolgsgeschichte.”, von Oscar Kiesswetter
 
 
Invece nel libro “La staffetta cooperativa. Esperienze vissute, motivazioni per il futuro”, uscito recentemente, Alberto Stenico e Oscar Kiesswetter parlano della loro esperienza pluridecennale nel mondo delle cooperazioni. Alberto Stenico ha lavorato nel movimento cooperativo fin dagli anni 90 ed è stato co-fondatore e presidente del Coopbund.
 
Salto.bz: Buon giorno signor Stenico! Lei è di Bolzano e si aggira nel mondo delle cooperative da moltissimo tempo. Che cosa rende speciali le cooperative in Alto Adige rispetto al modello tedesco o il resto d’Italia?
 
Alberto Stenico: In occasione di questa giornata mondiale della cooperazione, il pensiero va alla diffusione della formula dell’impresa cooperativa in tutto il mondo, al di là di differenze culturali e politiche delle diverse nazioni. Le cooperative sono infatti il frutto della iniziativa dal basso dei cittadini, dei lavoratori dei consumatori che vogliono organizzarsi per risolvere insieme i loro problemi, ma anche per realizzare le proprie aspirazioni culturali ed ideali. Per queste ragioni, la Cooperazione non ha confini salvo quelli imposti nei territori dove manca la democrazia e la libertà economica. Nella nostra provincia, e prima ancora nel Tirolo storico comprendente anche il Trentino oltre all’attuale Nord Tirolo, la Cooperazione ha trovato terreno fertile e si è sviluppata attorno ai bisogni primari della popolazione cioè il supporto all’agricoltura dei piccoli contadini, l’approvvigionamento dei generi di prima necessità tramite le Famiglie Cooperative, l’accesso diretto al credito, con le Casse Rurali, in alternativa a diffuse forme di usura. Questa vasta struttura cooperativa è rimasta in vita e si è sviluppata fino ai giorni nostri – un abitante su tre è socio di una cooperativa ‒ arricchendosi sempre di nuovi settori di attività. La nostra specialità consiste nell’avere sul nostro stesso territorio l’espressione della cultura cooperativa tedesca di tradizione Raiffeisen e di quella italiana, più legata alla realtà urbana con le sue specifiche esigenze e sensibilità. Nella nostra provincia si incontrano due “Continenti” della cultura cooperativa, quello tedesco e quello mediterraneo, ognuno coi suoi punti forza. L’incontro porta buoni frutti, ma richiede un adeguato quadro giuridico di riferimento, raggiunto attraverso una norma dello Statuto di Autonomia.
 
 
Alberto Stenico
Alberto Stenico
 
 
Salto.bz: Può fare qualche esempio di particolari forme di cooperazione “made in Südtirol”?
Alberto Stenico: La prima che mi viene in mente è quella delle coop di Tagesmütter. Questa forma di assistenza all’infanzia, le Tagesmütter, era completamente sconosciuta in Italia, ma già presente in diverse forme in Austria e Germania. La contaminazione positiva è avvenuta per merito di un primo gruppo di donne che l’hanno pubblicizzata nella nostra provincia, l’hanno trovata adatta a fornire servizi all’infanzia anche nei piccolissimi centri e per la gestione delle Kitas. Un successo sia per le socie-lavoratrici, sia per le famiglie e gli Enti Locali. Penso poi alla produzione e gestione dell’energia idroelettrica e del teleriscaldamento per iniziativa di piccole cooperative a livello di frazioni o di comuni. Nella nostra provincia è nata ed ha tutt’ora la sede la prima cooperativa a livello nazionale di commercio equo solidale con i produttori del sud del mondo, una formula ripresa da un’analoga precedente iniziativa cella cooperazione olandese. L’elenco potrebbe allungarsi perché la fantasia e la creatività delle cooperatrici e cooperatori è veramente e sorprendentemente sconfinata.
 
Salto.bz: Quindi le cooperative nascono per risolvere problemi? Quali sono le attuali emergenze sociali sulle quali la cooperazione potrebbe dare risposte innovative?
 
Alberto Stenico: Indubbiamente il settore dell’abitazione. Anche in questo caso, dovremo poter mettere assieme le buone pratiche del sud con quelle del nord. In Italia esistono le cooperative edilizie a proprietà indivisa che consentono l’accesso dei soci all’uso della loro abitazione vita natural durante, con un impegno economico contenuto. Nell’area tedesca esistono le Gemeinnützige Gesellschaften, società senza scopo di lucro che gestiscono importanti realtà immobiliari da mettere a disposizione a rotazione in affitto a persone o famiglie. Si può prendere esempio da sud e da nord e operare d’intesa con l’Ente Pubblico. Qui c’è spazio per iniziative importanti, per esempio tramite delle cooperative di abitazione per dare degli spazi vivibili economici a lavoratori o studenti universitari.
 
 
Libro di Alberto Stenico in dialogo con Oscar Kiesswetter
Libro di Alberto Stenico in dialogo con Oscar Kiesswetter
 
Salto.bz: Herr Kiesswetter, Sie unterstützen und beraten Genossenschaften in der Start-Up-Phase. Ist das Südtiroler Genossenschaftswesen ein Exportmodell?
 
Oscar Kiesswetter: Dass zwei Genossenschaftskulturen sich 100 Jahre nach der ersten Vermischung – auch auf Grund der Autonomiebefugnisse – hierzulande zu einem vielseitigen System entwickelt haben, ist ausländischen Beobachtern nicht entgangen, auch wenn ich bisher das Interesse eher bei akademischen Einrichtungen als bei Institutionen der Genossenschaftsbewegung bemerkt habe. In erster Linie waren es unsere Sozialgenossenschaften, die zum Studiengegenstand geworden sind; sie sind seit dreißig Jahren eine bewährte Institution des made in Italy, aber im deutschsprachigen Ausland verzeichnet man bereits erste Versuche einer angepassten Nachahmung. Neueste, unabhängige Studien bestätigen, dass die nur in Italien bestehende Systemfinanz des Genossenschaftswesens – man denke z. B. an die vom Banksystem unabhängigen Mutualitätsfonds – innovative Neugründungen und Start-Up-Phasen auch in Krisenzeiten fördern und die Beschäftigung in Genossenschaften stabilisieren kann. Das gibt’s im Ausland noch gar nicht. Und schließlich die società di mutuo soccorso, die auch in Südtirol mit unterschiedlichen Bezeichnungen (Gesellschaft zur gegenseitigen Unterstützung oder wechselseitiger Beistandsverein) die von sinkenden Staatsausgaben und demographischen Veränderungen verursachten soziosanitären Probleme mit genossenschaftsähnlicher Selbsthilfe zu lösen versuchen. Ihr Wirken interessiert zunehmend auch ausländische Sozialsysteme.
 
Salto.bz: Besteht auch ein umgekehrtes Interesse? Orientiert Südtirol sich am Ausland?
 
Oscar Kiesswetter: Das in Südtirol aus zwei Kulturen entstandene Genossenschaftssystem ist zwar gesund und vielseitig, man kann aber immer noch etwas dazulernen, um die bestehenden Lücken der einheimischen Bewegung zu schließen. Meine Auslandsaufenthalte haben mir gezeigt, dass es sehr wohl erfolgreiche Genossenschaftsmodelle gibt, die hierzulande (noch) nicht verfügbar sind und die man bei einem Blick über die Grenzen, sehr wohl mit Interesse untersuchen könnte – und sollte.
Dazu gehören zum Beispiel die Seniorengenossenschaften, die bei der demographischen Veränderung unserer Bevölkerung ein aktives Altern fördern und die Selbsthilfe unter älteren Menschen, ja sogar unter verschiedenen Generationen, aktivieren könnten.
Aber auch bei Schülergenossenschaften weiß man in Südtirol nicht recht, welches ihr Potenzial sein könnte. Dasselbe gilt für die Zeitbanken, die hierzulande ein unkoordiniertes Schattendasein führen.
Oder für die vielseitigen Möglichkeiten der sozialen Landwirtschaft, die man mit Selbsthilfeeinrichtungen fördern könnte, während es in Südtirol bei Einzelinitiativen bleibt. Ganz zu schweigen von den im Ausland traditionsreichen Wohnungsgenossenschaften mit ungeteiltem Eigentum, auf die man schauen könnte, wenn man in Südtirol bezahlbares Wohnen oder innovative Wohnformen endlich realisieren möchte, statt jahrelang über Wohnungsnot zu klagen und zu berichten.
 
Salto.bz: Attualmente tante persone cambiano settore di lavoro e ripensano alle proprie priorità nella vita. Esiste anche nel mondo della Cooperazione la “crisi delle vocazioni”?
 
Alberto Stenico: Tutt’altro! Specialmente tra le giovani ed i giovani c’è una vera e propria fucina di idee e c’è molta voglia di impegnarsi personalmente per rendere concreto il proprio progetto imprenditoriale. C’è una forte e motivata critica verso certe forme di economia che spersonalizzano lavoratori e utenti. C’è convinzione invece che la cooperativa possa essere una alternativa valida, che possa dare soddisfazione a chi la promuove e che possa essere utile alla comunità locale. Nascono continuamente nuove cooperative con tante socie e soci promotori. La cooperazione ha superato i 100 anni ma non li sente e continua a rinnovarsi.
 
 
Ein Beitrag von Jenny Cazzola