Passione per gli animali e le persone
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Abbiamo chiesto al presidente della cooperativa Alberto Dal Negro di raccontarci come è nata e cresciuta in questi 20 anni GliamicidiSari.
Dopo aver ascoltato professionisti dall’Italia e dall’Europa raccontare dei benefici della relazione Uomo-Animale a favore delle più diverse tipologie di disagio e difficoltà, in occasione di un convegno internazionale promosso da San Patrignano nel 2003 (“Un animale per tutti”, S.Vito di Pergine, 30 maggio 2003), mi si è aperto un mondo fino ad allora sconosciuto, dove poter conciliare le mie competenze organizzative e la forte spinta che avevo verso il prossimo, in un progetto imprenditoriale che unisse sociale e innovazione.
Una felice intuizione, nata dalla raccolta delle poche esperienze già nate negli anni precedenti in alcune regioni, cui ho voluto dare la forma organizzativa a me più congeniale, la cooperativa, ad esito dei miei 17 anni di lavoro in Confcooperative. In cui i valori della collaborazione e condivisione rappresentassero i cardini fondamentali che dovevano permeare gli associati e su cui costruire la nostra operatività.
Un’impresa sociale nata in un momento della mia vita in cui era particolarmente forte la mia ricerca di senso; un’impresa nata essenzialmente per dare una risposta concreta e innovativa al bisogno di tante famiglie e enti, con interventi mirati ad ogni esigenza, dove la flessibilità doveva essere massima.
Da piccola cooperativa con 3 soci, GliamicidiSari (Sari era una cucciola di labrador diventata poi la nostra mascotte) si è via via strutturata in dimensioni sempre maggiori e conta ad oggi una compagine sociale di oltre 40 associati. Organizzata in conformità con le linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA), introdotte in Italia nel 2009, GliamicidiSari opera quotidianamente sul campo, ma è allo stesso tempo ente formativo accreditato, contribuendo a far crescere costantemente gli operatori del nostro territorio.Ci spieghi meglio in cosa consiste la metodologia.
Si tratta di una metodologia di intervento a 360° che si rivolge a famiglie, centri di degenza per persone anziane, laboratori occupazionali per persone con disabilità, centri antiviolenza, scuole di ogni ordine e grado, centri socio pedagogici per minori in situazioni di disagio ed altro ancora. Ogni intervento è modellato sui bisogni specifici dei richiedenti questo servizio, con professionalità, flessibilità, impegno, passione, sensibilità rare. Le modalità operative sono incentrate sul valore che diamo ad ogni persona e all’animale coinvolto, e consistono nel raggiungere degli obiettivi di benessere attraverso la costruzione graduale della relazione fra animale e persona beneficiaria del nostro intervento. In maniera spontanea, naturale, armonica, nel pieno rispetto dei tempi e delle capacità di ogni individuo. Attraverso gesti semplici e modalità che noi definiamo ‘morbide’.
Nulla di performativo: i protagonisti sono le persone che incontriamo e i nostri animali. Noi di fatto diventiamo supervisori di questo “gioco”, di questa “terapia piacevole” in grado di trasformare beneficamente umore e comportamenti di chi incontriamo, lasciando all’interno di ogni persona una traccia profonda, indelebile. Perché questa pratica tocca il mondo emozionale delle persone, proprio là dove si annidano i blocchi più coriacei, attivando un processo di scioglimento, e migliorando la qualità di vita delle persone.Come fate a raggiungere tutti i richiedenti?
Il disagio che caratterizza la realtà altoatesina è molto più esteso di quanto si possa immaginare. Noi ci limitiamo a dare il massimo che possiamo, intervento dopo intervento (tutti documentati), e lasciamo che sia il passaparola da persona a persona che favorisca l’interesse dei numerosi richiedenti. Noi ci limitiamo a raccogliere questi bisogni e a dare loro una risposta, la più efficace.
Bolzano è una realtà molto piccola e la voce gira in fretta, nel bene e nel male. Per quello dobbiamo dare il massimo e non possiamo permetterci di vendere chiacchiere, ma fatti, progetti. È così che siamo cresciuti.
Siamo in rete con tutti i servizi socio sanitari locali, buona parte del mondo cooperativo e associazionistico, e con le principali realtà italiane che operano nel settore. Siamo fieri di avere la capacità di attrarre e organizzare un volontariato motivato e coeso, e questo è un ulteriore punto di forza della cooperativa. Sono oltre 100 i collaboratori e i volontari qualificati che, insieme ai rispettivi animali, in questi vent’anni hanno prestato la loro opera a favore di circa 3.500 persone, con più di 5.500 interventi sul campo, per lo più a domicilio. -
Negli ultimi anni ha pubblicato anche alcuni libri sul tema della pet therapy. Nel libro intitolato “Pierino e il cane lupo”, si parla di come con l’aiuto dei cani si possano superare problemi di bullismo. Ci può spiegare in che modo?
Certo. Lo spiego sintetizzando quanto scritto nel retro della copertina del libro (Ed. Amrita, 2015):
"…l’idea di base è semplice quanto dirompente: far entrare un cane in classe. Perché quando un cane entra in gioco le maschere saltano, i comportamenti prepotenti si limano e l’armonia e la coesione pervadono l’ambiente. Ma, soprattutto, il gruppo prende forza. In questo gioco - perché di un gioco si tratta: ne ha la leggerezza e la piacevolezza – i cani diventano i veri maestri, e insegnano ai ragazzi la cooperazione, l’empatia, la pazienza, la sensibilità, l’ascolto.<
Un professore coinvolto nel progetto spiegava molto bene che la forza del progetto è che destruttura i ruoli sociali all’interno di un gruppo, livella le competenze e soprattutto suscita sentimenti positivi, cosa che nel sistema scuola spesso manca".
Mi piace anche ricordare il commento finale del dirigente della scuola in cui abbiamo svolto il progetto:
"La vivibilità all’interno dell’istituto è migliorata decisamente: l’intera scuola è permeata da un clima di serenità…c’è qualcosa di diverso, di nuovo nell’aria. (…) I luoghi del conflitto, oggi, sono fuori dai muri della scuola."
Come è cambiato il settore degli interventi assistiti con gli animali rispetto a 20 anni fa?
In Italia, unico Paese in Europa, si è regolamentata la materia in un processo che è durato anni e rendendo obbligatoria una formazione di spessore, che al termine prevede l’iscrizione in un albo nazionale. Con l’obiettivo di assicurare una maggiore qualità degli interventi e scremare quelle realtà basate sull’approssimazione.
Provo a dire in estrema sintesi anche cosa è cambiato in noi: all’inizio eravamo tutti incentrati sul “cosa fare” e sul “come farlo”. Oggi tutto il nostro impegno è nel ‘come essere’. Il che presuppone un lavoro continuo su di noi, piuttosto che sui nostri animali. Si tratta di un livello completamente nuovo, estremamente più efficace. Il tutto dà un senso diverso al nostro lavoro e alla nostra vita.
Si tratta comunque di un settore in continua crescita e che richiede un impegno costante nella ricerca, selezione, formazione, motivazione dei tanti operatori coinvolti, tutti caratterizzati da una speciale sensibilità che va valorizzata e premiata. Giusto quindi festeggiare, per ringraziare i numerosi collaboratori e volontari che hanno prestato e che prestano il loro servizio nell’organizzazione in un ambito in cui la passione per gli animali va di pari passo con la passione per le persone”. -
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