Skinhead, progetto “federazione”
Realtà d’impronta skinhead hanno continuato a trovare nei raduni musicali, con la partecipazione anche di componenti straniere, un contesto favorevole per diffondere brani dai contenuti oltranzisti. Un impegno propagandistico da leggersi pure alla luce di evidenze informative che hanno fatto stato del persistente sforzo volto a realizzare un “progetto federativo” in grado di coagulare diverse espressioni del mondo skin, nonché, in territorio altoatesino, dei contatti tra gruppi skinhead germanofoni e circuiti neonazisti tedeschi.
È questo il passaggio che cita la provincia di Bolzano nella parte per la destra radicale, sezione eversione ed estremismi, nell’ultima relazione al Parlamento del sistema per la sicurezza della Repubblica, formato dagli apparati di intelligence italiani. Dallo scenario evidenziato nel documento per il 2019, pubblicato oggi, non emergono particolari novità per la regione Trentino Alto Adige, che vede soprattutto due fenomeni costantemente monitorati dalla Digos della polizia e dal resto delle forze dell’ordine. La presenza degli anarco-insurrezionalisti, radicati soprattutto a Trento e Rovereto, e la militanza legata all’estrema destra neonazista, sia di lingua tedesca che italiana, oltre ai contatti con gli estremisti di Austria e Germania per i sudtirolesi di lingua tedesca.
Anarchici, operazione a Trento
“La minaccia anarco-insurrezionalista - si legge nella relazione - ha continuato a rappresentare un ambito di impegno prioritario per l’intelligence”. In questo capitolo vengono citate due operazioni di contrasto a tali ambienti. La seconda è l’operazione “Renata” (a cui hanno fatto seguito un’assoluzione e sei condanne) portata avanti in Trentino: “Il 19 febbraio (2019, ndr) è scattata invece l’attività in direzione di militanti riconducibili agli ambienti anarchici trentini incriminati per attentati esplosivi contro banche, istituzioni locali, ripetitori e la sede di un partito politico, nonché per danneggiamenti e atti vandalici nel corso di manifestazioni di piazza, commessi a Trento e provincia a partire dal 2016”.
Destra estrema, allarme mondiale
Segue il passaggio per l’estremismo di destra, per il quale il quadro a livello internazionale, si precisa nel documento, ha destato allarme tra le intelligence dei vari Paesi, per via dei “gravissimi attentati – a partire da quello di Christchurch del 15 marzo – e una molteplicità di episodi di violenza motivati dall’intolleranza religiosa e dall’odio razziale”. “Tali eventi - proseguono i servizi segreti italiani nella relazione - hanno testimoniato l’emergere di insidiosi rigurgiti neonazisti, favorito da una strisciante, ma pervasiva propaganda virtuale attraverso dedicate piattaforme online, impiegate per veicolare documenti, immagini e video di stampo suprematista, razzista e xenofobo”.
L’intelligence nazionale conferma la propria attenzione per “il rischio che anche ristretti circuiti militanti o singoli simpatizzanti italiani possano subire la fascinazione dell’opzione violenta”. Il monitoraggio informativo messo in atto ha evidenziato “come, accanto a formazioni strutturate e ben radicate sul territorio, si sia mossa una nebulosa di realtà skinhead ed aggregazioni minori, alcune delle quali attive soltanto sul web”. Una galassia militante “frammentata”, accomunata però da alcuni temi come rivendicazione identitaria, avversione all’immigrazione, al multiculturalismo e alle istituzioni europee, oltre da appuntamenti politico-culturali e commemorativi sul “fascismo delle origini”.
Inoltre, accanto ai cavalli di battaglia a favore della “famiglia tradizionale” e contro “una presunta islamizzazione della società” si è inoltre “consolidata la tendenza ad ampliare gli spazi di mobilitazione verso il fronte ambientalista e animalista”.
Situazione in Alto Adige
Il capitolo si conclude con il passaggio citato in apertura dell’articolo sul progetto federativo e i contatti confermati anche per il 2019 tra skinhead germanofoni e i corrispettivi in Austria e Germania, dialogo non nuovo e in corso da tempo. Fonti investigative precisano a salto.bz come a livello locale non siano emersi particolari novità sul fronte degli estremismi di opposta ideologia in provincia di Bolzano. I fenomeni continuano a essere monitorati, sia per quanto riguarda la frastagliata galassia di estrema destra, nelle diverse lingue, che a sinistra nel caso di antagonisti e anarco-insurrezionalisti (diversi tra loro e protagonisti di iniziative separate).
In ambito skinhead di estrema destra la distanza tra gruppi o elementi di lingua tedesca e italiana, 15-20 anni più forte, risulta oggi meno marcata. Agli eventi internazionali capita che vi possa essere compresenza, in nome di “nemici” comuni, dall’immigrazione all’islam fino alle istituzioni europee e persino “l’invasione” in Europa dell’Armata rossa (questo il tema dell’evento che a Budapest ha visto la partecipazione del bolzanino Andrea Bonazza di CasaPound). Quanto al rapporto tra estremisti altoatesini e austriaci e tedeschi, i contatti (che conoscono un andamento altalenante a seconda degli anni) sembrano stabili se non in diminuzione. In tutto il fenomeno estremista monitorato dalle forze dell’ordine si riconduce in provincia di Bolzano a diverse decine di elementi, 30-40 circa, per la destra radicale, molti meno per antagonisti o anarchici che sono più radicati in Trentino.