Chronik | ucraina

"Bucha, vergogna mai vista"

Il racconto audio-video del cooperante bolzanino Manuel Tartarotti dopo un viaggio tra Kyiv, Bucha e Borodianka. "Tutto distrutto".
Manuel Tartarotti a Borodianka
Foto: Soleterre

Manuel Tartarotti lo avevamo lasciato a Leopoli, felicissimo, con la ambulanza donata dalla Croce bianca di Bolzano. Il cooperatore bolzanino di Soleterre, che è capomissione per conto della Onlus che aiuta i bimbi oncologici e quelli colpiti dalla guerra, negli ultimi giorni è stato a Kyiv ed è passato per luoghi ormai tristemente noti a tutti come Bucha e Borodianka. Ed è stata per lui - abituato ad andare in zone di guerra nonostante la giovane età -  un'esperienza scioccante. Ecco un'audio in cui racconta la sua esperienza. Di seguito la trascrizione, con immagini e video.

audio_manuel.mp3, per fabiogob_24106

"Sono appena tornato e devo dire che ho molte sensazioni contrastanti. Per arrivare a Kyiv si passa per Bucha, Borodianka, Irpin, città in cui abbiamo visto delle situazioni veramente vergognose. Io non ho altre parole che vergogna per quello che ho visto, perché veramente cioè ne ho viste diverse. Ho visto la Siria, l'Iraq, Palestina, il Libano, il Congo, il Sudamerica. Ma ma una devastazione del genere, una brutalità così e uno schifo del genere non l'avevo ancora visto. Kyiv ormai è una fortezza con le trincee in città. Esci dalla capitale e ci sono le trincee con dentro i soldati scavate nella roccia. C'è Borodianka che è un colabrodo. Io ho mandato le foto, è un disastro. Le persone che vivono lì, paradossalmente,  iniziano a vivere, ma giustamente hanno un grigio in faccia che io non avevo mai visto. Provi quasi vergogna a girare perché tu tu sei lì, quasi come un turista, e loro devono vivere in un palazzo che per metà è crollato perché bombardato e nell'altra metà loro ci devono vivere. Anche perché è gente povera.

 

Borodianka è una città dormitorio, quindi tutti quelli che avevano i soldi e che potevano sono scappati, sono a Leopoli, sono in Italia, sono in Polonia. Ma c'è un enorme parte di ucraini, poveri, ma poveri-poveri, che devono vivere dentro le macerie in situazioni incredibili. Abbiamo visto delle famiglie veramente dover vivere nelle case ancora bruciate. Ho detto all’inizio sensazioni contrastanti. La parte bella è che in una meravigliosa giornata di sole sono andato a visitare la Dacia in costruzione che ospiterà 15 famiglie,  un luogo che è spettacolare. L'ho vista praticamente tutta finita, manca solo da mettere a posto qualche cosa è stato.. Ma adesso, appena il sindaco dà l’okay, ci si può trasferire. Il reparto di oncologia non l'ho potuto visitare, ma i pazienti stanno tornando. La Dacia è stupenda, è nuova, ha una ventina di stanze con i bagni, con spazi enormi aperti e un giardino tutto suo. Cioè, veramente, è stata una bella emozione vedere che cosa si può fare in un Paese in cui a qualche chilometro ci sono le trincee e le case distrutte. E comunque la gente non molla continua a costruire. Ci sono i ponti crollati intorno a Kiev e hanno già iniziato a ricostruirli, così come ponti e strade. Qui la resilienza degli ucraini è una cosa che veramente mi ha lasciato senza parole, perché proprio non si fermano, non aspettano l'aiuto di nessuno.

 

Quindi c'è una fantastica voglia di andare avanti, nonostante ci sia ancora la guerra. Nonostante più a Est si combatte ancora e non tanto lontano da Kiev ancora si combatte perché quando eravamo lì ci sono state due esplosioni a 100 km verso nord, verso nord est, in Bielorussia. Quindi la guerra c'è, ma la gente è così stufa che cerca di andare avanti. Ecco quindi vedere un progetto del genere è fantastico. La gente sia qui a Leopoli che lì ci ferma per strada perché abbiamo le magliette di Soleterre. Ieri è successo che eravamo a mangiare a caso in un posto noi tre di Soleterre e una donna ci ha sentito parlare, ci ha visto, si è fermata, ci ha ringraziato, si è messa a piangere perché lei conosce Zaporuka (l’associazione gemella ucraina che a sua volta si occupa di bambini oncologici). Dal 2015 lei è scappata da Luhansk, è scappata a Kyiv e poi da Kyiv è dovuta scappare per la seconda volta qui a Leopoli. Quindi le nostre realtà di Zaporuka e Soleterre sono veramente importanti. Qui sono veramente sentite e io sono molto contento di questo. Sono molto emozionato. Oggi c'era un evento nell'ospedale oncologico, l'aveva organizzato Zaporuka. C’eravamo anche noi, c'è stata una grandissima partecipazione, quindi io di questo sono molto, molto, molto felice".