Umwelt | grandi predatori

"Pareri negativi, ora che si fa?"

Lupo, l'istituto nazionale boccia la richiesta di prelievi partita da Bolzano. In allegato il documento di inizio agosto che la Provincia non ha mai diffuso.
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Foto: Twitter

Dunque i pareri di Ispra e dell’Osservatorio faunistico provinciale sono arrivati. E sono negativi, entrambi. Per semplice deduzione. Se i tecnici sono stati messi in condizione di lavorare da tecnici, infatti, non ci sono alternative. Il fatto è che l’impianto della legge altoatesina (che ignora spudoratamente la cornice giuridica di riferimento della Direttiva Habitat), la sostanziale carenza di dati (con la ricerca frenata a causa dell’ostilità del mondo rurale) e l’assenza di branchi stabili sul territorio sudtirolese (tanto più eclatante se paragonata alla situazione trentina, dove i branchi accertati sono 29), non può che produrre dossier irricevibili. Da qualsiasi tecnico.

La questione infatti non era (e non è) “cosa diranno i tecnici?” ma “i tecnici potranno parlare? o la politica metterà loro la mordacchia, costringendoli a tacere e a lasciar scadere i termini?”. Dal momento in cui i due pareri sono arrivati, i dubbi sono sciolti e il gioco è finito. Tanto più se si fa riferimento al documento Ispra inviato alle Province autonome di Bolzano e di Trento all’inizio di agosto con l’intento di chiarire il perimetro, la cornice tecnica e giuridica, di un piano sperimentale di gestione del lupo che prevedesse anche la possibilità di prelievi. Bene. Quel documento, che precede l’approvazione della legge altoatesina e che ne demolisce preventivamente (senza saperlo, ovviamente) tutta l’architettura, è stato volutamente occultato per settimane. Oggi Salto lo mette a disposizione, integralmente, dei propri lettori, perché ognuno possa farsi la propria idea e capire quanto l’Alto Adige sia ancora lontano da un approccio razionale e alla gestione dei grandi predatori.

 

Cliccando sul link si può consultare il documento dell'ISPRA dei primi di agosto.